Salvare 1200 posti di lavoro. E' questo l’obiettivo da centrare a tutti i costi in una situazione che rasenta il drammatico e perfino il ridicolo.
Stiamo infatti parlando dell’ambiente sanitario, di 191 laboratori di analisi accreditati che chiuderanno i battenti come da cronoprogramma regionale e solo perché non eseguono ogni anno 200mila prestazioni.
Una situazione che non può non indurre a riflessioni profonde, soprattutto in un periodo appena affrontato e non ancora superato come quello del Covid.
Elogi a medici, infermieri e pure a coloro che in prima linea si sono spesi nei tamponi che ancora tutt’oggi rappresentano di fatto la quotidianità.
Hanno messo in pericolo la loro vita nella prima parte della pandemia, ed ora il benservito può essere davvero bruciante, con un “arrivederci e grazie” che lascia sbigottiti.
Una situazione da mettersi le mani nei capelli; verrebbe da farsi una bella risata se solo fosse una barzelletta ma siamo di fronte ad una situazione che per molte famiglie della Campania può davvero toccare il drammatico.
Già, ma è possibile porre rimedio a tutto ciò? Assolutamente sì, la soluzione c’è ed è chiara a tutti. Basterà puntare sull’aggregazione libera, una soluzione che consiste nel prosieguo dei lavori da parte di tutti i laboratori, non solo come punti prelievi, ma anche per quanto riguarda le fasi analitiche che di fatto consiste nella gestione accurata degli analizzatori e dei materiali dedicati, ma anche efficienza degli analizzatori, esecuzione degli esami e controllo prima di validazione risultati.
Un lavoro in libertà organizzativa ma in rete che garantirebbe i livelli di occupazione attuali con tutto l’indotto.
Giovanni Spinazzola