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SPORT

Casa Napoli: "Il Ringhio furioso" di Giovanni Spinazzola

29 Gennaio 2021 15:27 —

Il tecnico del Napoli, al termine della partita di ieri ha rilasciato dichiarazioni furenti, una sorta di rivincita sul suo lavoro duramente criticato e senza ragioni valide. Gattuso si è tolto qualche sassolino dalle scarpe nei confronti di chi parla spesso ed a vanvera, rivendicando giustamente il suo operato nel primo anno di Napoli. Una squadra risollevata dal baratro, una Coppa Italia vinta (e non è roba da tutti i giorni all’ombra del Vesuvio, considerato come il club non sia avvezzo a vincere, ndr) ed un inizio promettente di stagione, vanificato dagli infortuni in serie che hanno mandato tutto a ramengo. Qualche colpo a vuoto, certo, ma come è capitato anche ad altri club in tempo di Covid. La squadra è sesta a due lunghezze dalla quarta piazza con una gara in meno, a nove dal primo posto (potenziali sei). Terzo miglior attacco del campionato e terza difesa meno battuta, pur senza Osimhen, l’acquisto più costoso della storia del Napoli e su cui era stata costruita la nuova identità di gioco. E cosa dovrebbero dire in altre piazze? La Juve è quarta con Cristiano Ronaldo ed i suoi 30 milioni netti d’ingaggio, l’Inter seconda con un monte ingaggi faraonico ma in crisi economica. Gattuso ha rivitalizzato Lozano, uno dei migliori calciatori del campionato; si arrangia come può ed ha sempre lavorato senza mai cercare alibi, senza un lamento. Testa bassa e la denuncia dell’assenza di mentalità vincente nel gruppo. Come dargli torto? Pepe Reina e Raul Albiol, gli ultimi con un palmares ed un curriculum internazionale lunghi un km, sono stati mandati via troppo frettolosamente e la squadra non ha un trascinatore. Non può esserlo Insigne, perché pecca della giusta esperienza ad alti livelli, così come altri nella rosa; la mentalità vincente si acquisisce sul campo e giocando con compagni esperti, ma di acquisti di spessore nemmeno l’ombra da anni. Solo giovani promesse, potenziali campioni ma senza la scorza dura di chi ne ha viste tante. A queste condizioni, allora, pretendere oltre è addirittura essere visionari. “Presidente, siamo con il mister”; questa, più o meno, la frase rivolta a De Laurentiis dallo zoccolo duro della squadra capitanata da Insigne. Si rema nella stessa direzione di Gattuso, perché il gruppo ha riconosciuto in Ringhio il leader giusto. Il patron prenda esempio da Giulini collega del Cagliari; tiri fuori dal cassetto il contratto di prolungamento già firmato dal mister e lo depositi in Lega. Un gesto che varrebbe più di mille parole, un atto di fiducia incondizionato che il calabrese si è guadagnato sul campo.

29 Gennaio 2021 15:27 - Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio 2021 15:27
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