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SPORT

Casa Napoli: "Koulibaly, o capitano, mio capitano!" di Giovanni Spinazzola

28 Novembre 2019 15:19 —

Il pareggio contro il Liverpool di ieri, oltre ad avvicinare il Napoli alla qualificazione agli ottavi, ha chiaramente evidenziato come la squadra azzurra sia in grado di giocarsela contro chiunque. Ha imbrigliato i più forti d’Europa, ha conquistato quattro punti sui sei disponibili ed è l’unica formazione in stagione che – affrontata due volte dai Reds – non è stata battuta. Le statistiche sono numeri freddi, è vero, ma sono autoritari; ad Anfield aveva solo vinto la formazione Campione d’Europa e si è dovuta inchinare ad un Napoli operaio ma coraggioso, cinico e cattivo ma soprattutto determinato. Gara perfetta degli azzurri e preparata in maniera esemplare da Carlo Ancelotti, il Maestro. Eh sì, perché il tecnico di Reggiolo ha imbrigliato Klopp ed i valorosi guerrieri azzurri sono usciti imbattuti dalla terra d’Albione, guidati dal gigante buono Koulibaly e con un direttore d’orchestra in grado ancora di fare la differenza, pur dalla panchina. Re Carlo ha dimostrato ancora una volta di essere uno dei migliori al mondo, un fine stratega che tutti vorrebbero avere. L’avevamo detto più volte; Ancelotti era l’unico in grado di riportare la nave in acque tranquille e superare la tempesta limitando i danni. Certo, ora bisogna ripartire anche in campionato, perché se lo scudetto è andato, vi sono ancora tanti obiettivi da raggiungere e conquistare. Ieri Re Carlo si è inventato il 3-5-2 con Maksimovic-Manolas-Koulibaly più solidi della linea Maginot, roba da far impallidire la muraglia cinese, con Mario Rui e Di Lorenzo esterni a tutta fascia; il portoghese si è rivelato determinante nei raddoppi con il tecnico che ha puntato sull’uno contro uno al cospetto di tre tra gli attaccanti più forti d’Europa. Sembrava un suicidio, ma i tanti detrattori si son dovuti ricredere. Tutti pronti ad elogiare il tecnico, l’umo che doveva essere esonerato (!), perché aveva perso le redini dello spogliatoio (!!). Il sopracciglio s’è solo inarcato più del solito, l’unica reazione di uno degli uomini più pacati del Pianeta che ha pensato solo a lavorare, e giustamente. L’unica nota stonata, se così può essere considerata, è stata relativa a Lorenzo Insigne. Il capitano è rimasto a casa perché infortunato, non convocato; da lui, che indossa la fascia al braccio, ci saremmo aspettati – in un momento così delicato ed in una sfida così importante – che avrebbe seguito la squadra per fare gruppo, per dimostrare unità d’intenti e spirito di gruppo, come sta capitando con Chiellini, insomma. Invece è rimasto a Napoli con la famiglia. Sicuri che non sia meglio assegnare la fascia a Koulibaly?  

28 Novembre 2019 15:19 - Ultimo aggiornamento: 28 Novembre 2019 15:19
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