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SPORT

Casa Napoli: "Serve un leader nato. Ibra c'è" di Giovanni Spinazzola

14 Novembre 2019 15:48 —

Il Napoli non sta vivendo decisamente un periodo fortunato. La situazione in casa azzurra non è delle migliori e la Dea bendata sembra aver voltato le spalle ai partenopei. Piove sul bagnato, infatti, e le brutte notizie proprio non mancano mai. L’ultima arriva da Arkadiusz Milik; il centravanti polacco è stato rispedito a casa dalla nazionale polacca con la diagnosi di una lesione addominale. Si teme, però, che il 99 azzurro sia vittima di pubalgia, un gran bel problema che lo costringerebbe a qualche settimana di riposo proprio nel momento più delicato della stagione. Insomma, un’altra tegola sul capo di Ancelotti che dovrà rinunciare al suo uomo più in forma in attacco, almeno per tutto novembre, anche se il rischio è di perderlo per circa un mese e mezzo. Si andrà avanti, quindi, con Mertens e Llorente in attacco forse fino all’anno nuovo, quando si riapriranno le porte del mercato e si potrà intervenire anche in entrata. Libero di accasarsi dove vuole, tra l’altro, c’è un certo Zlatan Ibrahimovic che ieri, con la solita umiltà che lo contraddistingue, ha chiuso il capitolo MLS salutando definitivamente Los Angeles, almeno dal punto di vista del calcio giocato. Lui ha nostalgia dell’Italia, il paese in cui è vissuto per più tempo vestendo le maglie di Juve, Inter e Milan e vorrebbe tornare in Serie A. Dove? A Napoli. Non è un segreto di Pulcinella e, quando ha potuto, ha mandato segnali chiari, che più chiari non si può. Occhio però, perché anche Bologna e Milan stanno ragionando sull’operazione. Zlatan chiede un contratto di 18 mesi a circa 4 milioni di euro e De Laurentiis, che pure è tentato dal prenderlo, sta vagliando con attenzione tutti i possibili risvolti; ADL preferirebbe un contratto di sei mesi con opzione per la prossima stagione, situazione di certo non gradita dallo svedese. La piazza, però, è depressa, l’apprezzamento ai minimi storici ed un rinforzo come Ibra – mediaticamente il numero 1 al mondo – darebbe nuova linfa all’ambiente ma anche alla squadra, alle prese con lotte intestine e conflitti interni, in una sorta di ambiente da resa dei conti con la rivoluzione pronta a partire in estate (non è escluso un piccolo anticipo già a gennaio). Un profilo come lo svedese – peraltro già allenato da Ancelotti – garantirebbe esperienza anche europea in vista degli ottavi di Champions League (qualificazione vicina) e per il prosieguo del campionato, considerata la sua qualità ed il carisma, essendo un leader nato, profilo mancante a questa squadra. 

14 Novembre 2019 15:48 - Ultimo aggiornamento: 14 Novembre 2019 15:48
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