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SPORT

Casa Napoli: "Un uomo solo al comando, Gennaro da Corigliano Calabro" di Giovanni Spinazzola

29 Gennaio 2020 20:07 —

Un uomo solo al comando. È Gennaro Gattuso da Corigliano Calabro, provincia di Cosenza, classe ’78 e grinta da vendere. È bastato poco più di un mese al tecnico per conquistare Aurelio De Laurentiis; l’inizio è stato drammatico, ma l’allenatore l’aveva previsto. “Lavorare” il termine più utilizzato dall’allenatore che ha rivoltato come un calzino il Napoli depresso di fine 2019. Colloqui individuali e di squadra, lavoro intenso sui campi di allenamento, nuovo modulo, la rivitalizzazione di Insigne, tornato ad essere leader. E poi le vittorie, quelle arrivate nell’ultima settimana contro Lazio (in Coppa Italia, con passaggio del turno in semifinale) e, addirittura, Juve in campionato. Il Presidente ne è rimasto estasiato, anche perché grande ammiratore degli uomini dediti allo sgobbare. Il Napoli gioca – e bene – e De Laurentiis pare talmente tanto conquistato da “Ringhio Star” che sarebbe pronto ad allungargli il contratto in scadenza a giugno. L’opzione scatterebbe automatica in caso di qualificazione alla Champions ma ADL vuole aprire un nuovo ciclo con il calabrese. D’altronde, sul mercato, tutto porta in questa direzione; il patron non ha battuto ciglio ed ha messo mano alla tasca acquistando tutti i calciatori chiesti dall’allenatore. Manca solo Ricardo Rodriguez a sinistra ma, al momento, la situazione è decisamente più complicata, arenatasi sul riscatto (il Napoli vuole il diritto, il Milan pretende l’obbligo). De Laurentiis, poi, ha seguito i diktat del suo tecnico, compreso quelli che portano a Petagna, trattato e bloccato per giugno dopo aver provato vanamente a prenderlo già in questa sessione. Il Napoli, dunque, anche la prossima stagione ripartirà da Gattuso, per una conferma che il tecnico si sta guadagnando sul campo; la dirigenza è entusiasta del suo modo di lavorare a Castel Volturno, i calciatori seguono l’allenatore come un capitano e Ringhio ha ben saldo il timone nelle sue mani. D’altronde ne ha viste tante in carriera. Un uomo del Sud per risollevare le sorti della squadra più blasonata del Mezzogiorno d’Italia; il nome, poi, è decisamente quello giusto. Napoletano e calabrese, quindi, le lingue del Rinascimento azzurro. 

29 Gennaio 2020 20:07 - Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio 2020 20:07
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