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SALUTE

Coronavirus: ESCLUSIVA Laboratori di analisi convenzionati, "Siamo, di fatto, collassati anche noi” di Giovanni Spinazzola

20 Marzo 2020 19:05 — Intervista a Zaira Coppola dell'omonimo laboratorio di analisi dei Colli Aminei.

L'emergenza da coronavirus Covid-19 sta colpendo tutto il Paese e non solo. L’Europa è in ginocchio e gli Stati Uniti stanno prendendo consapevolezza della letalità di questo morbo. Ospedali al collasso, come e più di una guerra, ma non solo. Anche i laboratori di analisi sono quasi allo stremo. Fin troppo spesso snobbati, sono invece fondamentali in questo momento di grave crisi sanitaria.

La Redazione de I Fatti di Napoli ha contattato, in esclusiva telefonica (rispettiamo il DPCM ed i decreti regionali), la Dott.ssa Zaira Coppola, del noto laboratorio di analisi Coppola.

“Siamo in una situazione non felice. Gli ospedali – chiaramente – vivono un momento peggiore del nostro, però in questi momenti sto osservando come i laboratori stiano diventando fonti a cui attingere”. Quasi un presidio di frontiera.

“Sta accadendo una situazione paradossale. Il medico di base, quando chiamato, non visita il paziente se questi ha sintomi riconducibili al virus, ma effettua un triage telefonico. Prescrive, però, le analisi e, quindi, ce li ritroviamo noi in laboratorio. È il cane che si morde la coda. Non abbiamo ancora ricevuto i dispositivi di protezione idonei ad affrontare questa situazione. Il nostro rischio è limitato, ne siamo coscienti, però la situazione dei laboratori è tutt’altro che felice. Siamo reduci da 10 anni di commissariamento, poi c’è stata l’abolizione della trimestralizzazione. Ci è stato chiesto di restare aperti con tutti i costi annessi e noi rispondiamo presente, anche se la situazione non è facile. Molti dipendenti impauriti, restano a casa. Siamo rimasti solo noi proprietari nelle strutture; in uno dei nostri laboratori, addirittura c’è solo un infermiere operativo che deve dividersi tra lavoro esterno ed interno. Siamo, di fatto, collassati anche noi”.

Una situazione davvero difficile da sostenere.

“Noi dobbiamo limitare il panico dei cittadini e ci siamo attivati con il triage telefonico. D’altronde, impauriti, accusano dei sintomi e si rivolgono a noi, coscienti come i medici non possano andare a visitarli. Il laboratorio, però, è a disposizione anche di quei malati che, poi, devono svolgere terapie mirate e specializzate. Abbiamo malati oncologici che devono effettuare i controlli necessari prima delle chemioterapie e noi cerchiamo di raggiungerli a casa. Ci stiamo barcamenando come possibile. Molti miei colleghi addirittura sono stati categorici, minacciando la chiusura in caso di mancato arrivo delle dpi”.

Avete provato a sollecitare l’arrivo di questi dispositivi?

“Noi li abbiamo ordinati personalmente ad un’azienda tedesca. Il carico, però, è stato bloccato dal Paese di transito, alla frontiera, e non riesce ad entrare in Italia. Ci hanno detto che ne hanno bisogno loro. Eppure quest’ordine è stato pagato anticipatamente. Abbiamo provveduto a procedere con un altro ordine nella speranza che ci arrivi. Io, ad esempio, sto utilizzando la stessa mascherina anche per più giorni”.

Non è il massimo.

“Assolutamente no. Quelle con il filtro hanno un’autonomia di sei ore; chiaramente, dopo, vanno buttate. Quelle che stiamo utilizzando, di fatto, sono usa e getta perché non eravamo pronti a questa emergenza”. “Vogliamo solo far sentire la nostra voce perché nell’ambito sanitario siamo parecchio castigati. Ci troviamo in un momento di difficoltà enorme eppure resistiamo. La prossima settimana la situazione sarà ancora più critica, perché gli ospedali sono saturi ed altro lavoro sarà riversato sulle nostre spalle, senza appoggio delle Istituzioni, anzi. Ci chiedono di restare aperti in tempi bui e deleteri come quelli del commissariamento o della trimestralizzazione del budget. Mesi senza lavorare, entrate dimezzate, senza dimenticare l’abbassamento delle tariffe del 35% di qualche anno fa. Come se non bastasse, ci hanno ridotto il budget. Risultato? Stiamo collassando”.

Una situazione drammatica.

“I laboratori di analisi non vivono una bella situazione già da un bel po’ di tempo. Questo è stato il clou. Sono cosciente di come il nostro sia un rischio limitato rispetto a chi vive in corsia ogni giorno, ma il nostro sacrificio è ugualmente notevole; non chiudiamo per affetto nei confronti dei nostri pazienti e per una questione deontologica. Però chiedo di ricordarsi di noi”. “Voglio precisare, infine, un aspetto che reputo fondamentale. Il nostro non è certo un attacco ai medici, anzi; offriamo a loro la nostra collaborazione, nei limiti del possibile, considerata anche l’assenza di dispositivi dpi, assenti nonostante l’investimento a nostre spese per averli ed il periodo buio che stiamo vivendo”.   

20 Marzo 2020 19:05 - Ultimo aggiornamento: 20 Marzo 2020 19:05
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