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CRONACA

Coronavirus: Scenari da guerra. È un coprifuoco

13 Marzo 2020 13:13 —

È il secondo giorno in cui sono vigenti le restrizioni imposte dal governo con il DPCM dell’11 marzo ’20 e, contestualmente, quelle ancor più severe impartite dal governatore della Campania Vincenzo De Luca. E lo scenario nelle strade della città partenopea è apocalittico, spettrale. Vie deserte, negozi chiusi, quasi a voler sottintendere un coprifuoco che ricorda solo gli anni della Guerra. Addirittura San Gregorio Armeno è vuota, con le botteghe dei maestri presepiali che hanno le serrande abbassate. Napoli ha risposto, quindi, con grande coscienza e responsabilità, salvo alcuni sporadici casi peraltro già puniti con denunce a raffica. È venerdì e ci avviciniamo a grandi passi al week end ed alle notti della movida; la settimana scorsa i giovani napoletani non si comportarono proprio benissimo e domani avremo una percezione più chiara dell’efficienza dei controlli da parte delle forze dell’ordine (De Luca ha chiesto l’intervento dell’Esercito) e della condotta dei nostri concittadini. Intanto ci siamo recati nella zona collinare della città per constatare da vicino l’aria che si respira. Negozi chiusi a via Nicolardi, a partire dai numerosi bar presenti in zona, fino a quelli di abbigliamento. Sulle serrande messaggi positivi, con l’hastag #andratuttobene che tanto sta spopolando in rete, con un bell’arcobaleno di contorno, volti a dare un tocco di positività ad una situazione decisamente difficile, irreale ed inaspettata. Per strada non si vedono persone, le uniche sono quelle in fila ai supermercati per poter entrare e rifornirsi. Ingressi limitati, per evitare assembramenti come da decreto legge, di auto nemmeno l’ombra ed una volante della polizia municipale a controllare la zona con i vigili solerti anche nel rimproverare chi, magari, per strada si intrattiene a chiacchierare qualche minuto a distanza ravvicinata. Negozi di alimentari e tabaccai gli altri locali aperti, ma vuoti, perché c’è grande voglia di rispettare le regole per uscire presto dalla crisi. “Metterei la firma se la situazione si risolvesse in due settimane” ci racconta un titolare di un negozio, perché quando sarà passata l’emergenza Coronavirus Covid-19 ci sarà da raccogliere i cocci, soprattutto sul piano finanziario.  

Giovanni Spinazzola 

13 Marzo 2020 13:13 - Ultimo aggiornamento: 13 Marzo 2020 13:13
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