La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale proclamata a Parigi il 15 ottobre del 1978 in sede UNESCO è stato il risultato di un importante lavoro etico, giuridico, scientifico e politico mondiale. All’inizio questa Dichiarazione suscitò perplessità e scetticismo sulla reale possibilità della sua applicazione. Tuttavia, con le numerose disposizioni emanate negli ultimi cinquant’anni, consecutive alla proclamazione del 1978, hanno notevolmente ridimensionato tali perplessità e scetticismo, poiché tutti i sistemi giuridici si sono adeguati al rispetto di tali diritti. La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale, sebbene non abbia alcun valore giuridico-legislativo, ha permesso di raggiungere obiettivi legislativi concreti nella direzione indicata, perché i diritti degli animali sono principi e valori che fanno parte della giustizia e del buon senso umano. L’animale è parte integrante della vita dell’uomo sulla terra. Pertanto deve essere tutelato e rispettato per il benessere di tutti, anche perché l’animale partecipa attivamente a tenere in equilibrio gli ecosistemi naturali necessari al nostro benessere. La biodiversità di specie è un principio fondante della vita sulla terra, ed è quindi illegale la violenza sugli animali. L’animale va rispettato in ogni sua fase di vita e di morte. Non va abbandonato, né maltrattato e così via. (Art. 9 Nel caso che l’animale sia allevato per l’alimentazione, deve essere nutrito, alloggiato, trasportato e ucciso senza che per lui ne risulti ansietà e dolore), come recita l’articolo nove della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale.
Domenico Esposito