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"In casa Napoli è già tempo di processi" di Giovanni Spinazzola

03 Novembre 2019 17:25 —

In casa Napoli è già tempo di processi. Vero, siamo all’11ma giornata di campionato ma i quattro punti dalla quarta posizione e gli 11 dalla prima posizione impongono riflessioni ed analisi, considerato come l’obiettivo di inizio stagione fosse lottare per il titolo. Ecco, lo scudetto – per quest’anno – resterà solo un sogno. In casa azzurra tanti i problemi emersi in queste prime giornate di campionato; proviamo ad analizzarli.

La difesa: involuzione netta del reparto arretrato; la squadra è diventata una sorta di colabrodo, e Meret – in più di un’occasione – ha evitato pure guai peggiori. Koulibaly non è il muro invalicabile della scorsa stagione e sulla corsia mancina vi sono grandi incertezze, dovute anche a Ghoulam.

Ghoulam: ecco, il terzino algerino è un altro problema del Napoli. Cos’ha il calciatore? Apparso in ritardo di condizione, fisicamente non è al top e sono diversi mesi ormai. Ha rinunciato alla Coppa d’Africa per tornare a brillare ma è decisamente opaco. Con l’infortunio di Mario Rui, il tecnico è stato costretto a puntare prima su Hysaj per poi inventarsi Di Lorenzo e Luperto. 

Costruzione della rosa: la squadra, intesa come organico, ha lacune evidenti in tema di calciatori, numerico. In rosa c’è un solo mediano incontrista, il brasiliano Allan, e quando manca lui, son dolori, perché nessuno è in grado di fare filtro e recuperare palloni proteggendo la difesa. Il gol incassato da Zaniolo è lo stesso, in fotocopia, di quello subìto d Kurtic; inserimento del centrocampista non seguito dal mediano di turno. In rosa, poi, non c’è un regista. Ancelotti voleva James Rodriguez per il 4-2-3-1 e spostare il gioco di 20 metri più avanti; il colombiano non è arrivato ma nemmeno un sostituto. Zielinski e Fabian Ruiz, provati in cabina di regia, non offrono il giusto apporto perché fuori ruolo, perché mansioni non proprie nelle loro corde. Ecco perché il gioco latita, è farraginoso e spesso si ha l’impressione che i calciatori non sappiano cosa farne del pallone.

Ancelotti: colpe – minime, ma ci sono – anche per il tecnico. L’allenatore insiste nel puntare su un modulo che mette nelle condizioni ideali i calciatori in organico, in primis Lozano; il messicano dà il meglio di sé partendo dalla fascia, esterno, con campo a disposizione per scatenare la sua velocità. Re Carlo, invece, lo schiera punta – prima o seconda – davanti alla porta, ruolo che l’americano ha mostrato di non gradire. Ieri Davide Ancelotti l’ha messo largo a destra ed il ragazzo ha mostrato sprazzi di calcio.

Insigne: altro grande problema. Il capitano vuole giocare solo esterno nel 4-3-3 o, al massimo, seconda punta partendo da sinistra. Altri ruoli non li gradisce. Ancelotti, invece, per esigenze tattiche, spesso lo schiera esterno di centrocampo nel 4-4-2 con compiti anche difensivi. Il calciatore si applica – solo a volte – senza mai dare l’impressione di essere un trascinatore. Si dovrebbe caricare la squadra sulle spalle ed invece è il primo a giocare quasi con superficialità.

Condizione fisica: la squadra, in alcuni elementi, appare stanca, sulle gambe, forse anche svuotata. La brillantezza manca in molti, la lucidità anche. Troppa frenesia ed una condizione atletica che lascia anche perplessi, soprattutto viste le prove in alcune gare.

Sono problemi risolvibili nell’immediato – solo alcuni – magari cambiando modulo, altri servirà il mercato di gennaio. Una cosa appare chiara; la Champions League è a rischio, ad oggi la squadra non sarebbe in Europa League ed una sterzata appare decisiva.

03 Novembre 2019 17:25 - Ultimo aggiornamento: 03 Novembre 2019 17:25
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