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Londra: Il Napoli affonda sotto i colpi dei Gunners

12 Aprile 2019 00:11 —

Un naufragio. La trasferta di Londra, all’Emirates Stadium, ha assunto i contorni della disfatta, ha provocato più danni dell’uragano Katrina che pure non è stato una passeggiata. Il Napoli è affondato sotto i colpi dei calciatori di Emery e complicato quasi irrimediabilmente la qualificazione. Tra sette giorni, infatti, servirà un miracolo; anzi, qualcosa in più, perché sarà necessario il 3-0 (oppure il 2-0 per andare ai supplementari). E questa, se possibile, è la migliore delle notizie per Ancelotti, oltre – ovviamente – alla prova di Alex Meret, ormai punto fermo della squadra. Da Liverpool a Londra, il passo è breve; gli azzurri hanno replicato – in larga parte – l’oscena prova messa in mostra ad Anfield lo scorso dicembre, nella gara che costò la qualificazione agli ottavi di Champions League. Anche stavolta la partita in questione metteva in palio un traguardo ambito ed il Napoli si è sciolto come neve al sole. Mancanza di personalità, assenza di mentalità vincente, quella che ti regalano solo i cosiddetti top player, i calciatori scafati che tante ne hanno viste in carriera. Senza queste due caratteristiche, strada in Europa se ne percorre poca. Alla prima, vera, sfida di rilievo in questa Europa League i partenopei sono stati travolti come un castello di sabbia da un’onda di tre metri. Hanno provato a tenere il timone fermo Meret e Koulibaly, ma in due si può fare decisamente poco. Il portiere, incerto in qualche rilancio ed in qualche uscita, soprattutto per difetto di comunicazione con Koulibaly, si è reso protagonista di almeno tre parate salva-risultato; insomma, se al San Paolo ci sarà ancora una parvenza di partita, il merito è del numero uno classe 1997, destinato ad essere titolare di Napoli ed Italia. L’ex Udinese tra i pali a volare ed il senegalese a tappare falle che si aprivano a destra, a sinistra e pure al centro; ha fatto il massimo KK, ha perfino sfiorato la rete salvandone due in avvio di gara ma non è stato certo aiutato, anzi. Male, malissimo gli altri, ad iniziare da un centrocampo che ha scelto il giorno peggiore per andare in vacanza. Svagati, asfissiati dal pressing dei londinesi, Allan e Fabian Ruiz al centro ma anche Zielinski a sinistra hanno consegnato le chiavi della partita ai padroni di casa, rinunciando soprattutto nel primo tempo a giocare. Le scelte di Ancelotti non hanno pagato ed il tecnico è stato tradito anche dagli attaccanti; la mossa di puntare sui “piccoletti” Insigne e Mertens aveva una sua ragione. Re Carlo intendeva mettere in difficoltà la lenta ed alta difesa dei Gunners con la velocità ed il gioco nello stretto di Lorenzo e Dries; ed invece – il capitano soprattutto – i due hanno disputato una prova imbarazzante, con picchi di indecenza assoluta, come la rete sbagliata dal numero 24 nel finale di primo tempo che poteva riaprire la sfida. È chiaro che, con queste premesse, altro risultato sarebbe stato impensabile. L’Arsenal, tra l’altro, ha disputato un primo tempo di assoluto spessore mostrando, però, tutti i suoi limiti nella ripresa; se attaccati, i londinesi, vanno in grave difficoltà e segnare almeno un gol non sembrava un’ardua impresa. Ed invece gli errori sotto porta (due abnormi) hanno tagliato le gambe alla squadra. Ancelotti, ora, ha sette giorni di tempo per rivoltare i suoi ragazzi come un calzino; la gara con il Chievo intermezzo in una settimana da vivere con passione. Il ritiro fino a domenica punto d’inizio per riordinare le idee, poi un’analisi approfondita ed efficace per provare a fare quadrato e riuscire nell’impresa. Una cosa appare chiara; servirà completamente un’altra squadra al San Paolo per tentare di raggiungere la semifinale. La vittoria è possibile, il passaggio del turno anche; toccherà, però, ai calciatori riscattarsi, con l’impianto di Fuorigrotta chiamato a trascinare i ragazzi in azzurro verso un traguardo difficile ma non impossibile.

Giovanni Spinazzola

12 Aprile 2019 00:11 - Ultimo aggiornamento: 12 Aprile 2019 00:11
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