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Napoli-Az: 0-1. "Gli azzurri non sfondano contro una squadra catenaccio. Brutta partita" di Giovanni Spinazzola

22 Ottobre 2020 22:10 —

Bout. È il termine olandese per indicare catenaccio, almeno secondo Google traduttore. Il Napoli commette il primo passo falso della sua stagione e complica già il suo cammino europeo dopo la prima giornata. Sia chiaro, è ancora tutto aperto; con un filotto di cinque successi, si vola ai sedicesimi e da primi del girone (ne bastano anche quattro, di successi) ma esordire con un ko non è mai un bel segnale. La prima, infatti, non si sbaglia mai ma può essere anche una sconfitta salutare se veicolata nel modo opportuno. È suonato il primo campanello d’allarme e lasciarlo inascoltato sarebbe errore ancor più grave della sconfitta in sé per sé. Sarà necessario approfondire ed analizzare la sconfitta e le cause che l’hanno portata. Difetto di concentrazione? Forse, ma ci sentiamo di escludere l’aver snobbato l’avversario, considerati anche i moniti di Gattuso nella conferenza stampa di ieri. E il turn over stavolta non c’entra proprio niente, perché di certo tre elementi nuovi (tra cui il portiere) non possono cambiare molto. Si potrà discutere, però, sulla necessità di una turnazione ancora più profonda, per dare respiro a qualche elemento più stanco. Ringhio, però, ha voluto andare sul sicuro e di certo non può essere biasimato. Il Napoli ha semplicemente faticato più del dovuto contro una formazione che, di olandese, aveva solo il nome. Il calcio Orange è famoso per essere totale, all’attacco ed i “catenacciari”, in Europa e nel mondo sono gli italiani. Eppure l’AZ ha vinto proprio giocando quasi di trapattoniana memoria. Altro che bus, un vero e proprio treno davanti alla porta; gli olandesi hanno alzato le barricate, una sorta di muro invalicabile, una vera e propria linea Maginot che ha resistito a tutti i tipi di attacchi. Il Napoli ha chiuso la gara con 20 tiri in porta ed ha incassato gol nell’unica azione offensiva degli ospiti, peraltro corroborata da errori in serie di Hysaj, Lozano e Koulibaly, responsabili in egual misura. È in attacco, però, che i partenopei hanno incontrato le difficoltà maggiori; la squadra ha giocato sottotono, con i soli Fabian Ruiz e Politano che hanno raggiunto la sufficienza. Lo spagnolo ha organizzato il gioco – almeno, ha provato a farlo – mentre l’ex Sassuolo, sulla corsia destra, è stato l’unico ad avvicinarsi sensibilmente al gol, con almeno due occasioni nitide con la specialità della casa, il tiro dalla distanza. E questa dev’essere un’arma contro avversari chiusi. Il Napoli ha faticato perché non ha giocato con la solita velocità diventando imprevedibile; è rimasto soffocato dal pressing e dai varchi chiusi e non è riuscito a dare una svolta alle sue giocate, restando imbrigliato nella ragnatela olandese. Osimhen ha sprecato due occasioni facili, Mertens non ha inciso al pari di Lozano prima ed Insigne poi ed i giri motore non si sono mai alzati, se non a sprazzi, non sufficienti per risolvere la pratica. È un problema atavico quello degli azzurri, dall’epoca di Sarri addirittura; fatica contro le squadre chiuse. Gattuso deve ora risolvere il problema una volta per tutte. Se davvero dovesse trovare la chiave giusta, allora il Napoli potrebbe davvero essere in grado di poter trionfare a fine stagione.  

22 Ottobre 2020 22:10 - Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre 2020 22:10
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