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Napoli-Barcellona: 1-1. "Impresa sfiorata" di Giovanni Spinazzola

26 Febbraio 2020 00:17 —

Impresa sfiorata. Un Napoli formato europeo, bello di notte gioca quasi la gara perfetta contro il Barcellona e, addirittura, chiude al 90’ con tanti rimpianti per quel che poteva essere e non è stato. Una gara tatticamente valida, preparata in modo egregio da Gennaro Gattuso che ha smaltito l’emozione per la sua prima panchina in Champions League in pochi secondi. Il tecnico ha mostrato di che pasta è fatto e, con lui, i calciatori scesi in campo, spinti dal pubblico delle grandi occasioni nonostante l’assenza dei gruppi organizzati, in polemica con il Presidente De Laurentiis per i prezzi considerati esosi. Un 4-3-3 molto elastico, in fase di non possesso trasformatosi in 5-4-1 grazie al sacrificio in fase difensiva di Callejon ed Insigne, lesti ad abbassarsi sulla linea dei centrocampisti per poi ripartire ed affiancare Mertens, anche lui magnifico in copertura ed in sacrificio. Il belga, poi, ha scelto la notte perfetta per l’aggancio ad Hamsik al primo posto nella storia dei marcatori azzurri; un arcobaleno spettacolare, un tiro a giro sul secondo palo, la specialità della casa a mandare in delirio il San Paolo, straordinario nel sostenere i tifosi dal primo all’ultimo minuto. Certo, il possesso palla è stato imbarazzante a favore del Barcellona ma era ampiamente prevedibile; i catalani, però, sono stati sterili e le statistiche sono lì a dimostrarlo. Un solo tiro in porta, maligno perché valso l’1-1 nell’unico errore difensivo della squadra azzurra; d’altronde se sono marziani un motivo ci sarà. Un pareggio in casa con la qualificazione ancora aperta dopo i primi 90’; chi l’avrebbe mai detto? Quasi chiunque avrebbe messo la firma. Ed invece c’è grande rammarico, perché il Napoli ha capito – forse troppo tardi – di poter essere letale per la difesa blaugrana; un gol nel primo tempo, due occasioni sprecate nella ripresa con Callejon ed Insigne che avrebbero regalato una notte paradisiaca ad una città intera. Nel giorno del martedì grasso il Napoli ha tirato un brutto scherzo di Carnevale al Barcellona ed i catalani possono anche tirare un sospiro di sollievo per com’è andata. Al Camp Nou, ovviamente, sarà tutta un’altra storia, ma Setién dovrà fare a meno di Busquets e Vidal, non proprio gli ultimi due arrivati, con il primo soprattutto pedina fondamentale dello scacchiere tattico culé. Il 18 marzo è lontano, ma il Napoli, stasera, è entrato nella convinzione di non potersi precludere nulla. Gattuso avrebbe voluto una squadra un po’ più alta, di almeno 10 metri ma, intanto, ha disinnescato alla perfezione Messi e l’attacco; il sacrificio di tutti, con Demme in prima battuta e la cerniera difensiva formata da Manolas e Maksimovic ha retto come nemmeno la muraglia cinese, la tecnica di Fabian Ruiz e Zilienski hanno permesso alla squadra di ripartire, aiutata dalle catene sulle fasce (Mario Rui-Insigne a sinistra e Di Lorenzo-Callejon a destra) e da un Mertens encomiabile. Due le note stonate in una serata perfetta; il gol incassato – ovviamente – e l’infortunio a Dries. Ora, però, testa al Torino, ospitato sabato al San Paolo, perché deve riprendere la corsa in campionato; tra tre settimane la resa dei conti con un unico pensiero nella testa; “Yes, We can” di Obama memoria. Chiosa finale dedicata a Leo Messi; l’argentino è il più forte calciatore in attività, è capace di giocate pazzesche, ma Diego resta il più grande di tutti i tempi.

26 Febbraio 2020 00:17 - Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio 2020 00:17
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