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Napoli-Fiorentina: Vincono la testa e il nuovo abito tattico disegnato da Ancelotti

15 Settembre 2018 22:11 —

"Abbiamo un sogno nel cuore, Napoli torna Campione”. Finisce così al San Paolo, con i circa 30mila spettatori presenti nell’impianto di Fuorigrotta a cantare il motivetto che ha accompagnato gli azzurri durante la scorsa stagione. Eh sì, perché il sogno non è mutato, Ancelotti lo sa bene ed è arrivato all’ombra del Vesuvio apposta, per coronarlo in realtà. Il Napoli rialza la testa dopo la sconfitta esterna contro la Sampdoria ed apre il ciclo di ferro nel miglior modo possibile, con un successo contro la Fiorentina che regala morale ad una squadra ancora in fase di transizione, dal sarrismo all’Ancelottismo. È bastato un gol di Insigne al 79’, quando la partita sembrava destinata al pareggio in maniera irrimediabile; i partenopei abulici in attacco, la Viola più concentrata a difendere ed inoperosa dalle parti di Karnezis, spettatore non pagante eccetto su di un tiro di Eysseric. Il greco, preferito giustamente ad Ospina reduce da voli transoceanici, è stato praticamente inoperoso tant’è che tra i pali avrebbe potuto giocare anche il portiere del mio stabile. Merito di una difesa solida, nonostante il turn over abbia tenuto a riposo Albiol in luogo di Maksimovic. Ecco la prima bella notizia della serata. Dopo tre gare di campionato e sei gol incassati, i partenopei non subiscono reti, nonostante di fronte avessero un attacco temibile e micidiale, locomotore di una squadra fin qui capace solo di vincere in campionato (due su due). Ed invece, Koulibaly e compagni hanno messo in pratica il lavoro settimanale di Ancelotti e coperto con cemento armato tutti i varchi, isolando anche gli spifferi più maligni; a dire il vero, però, non siamo ancora a livelli assoluti. Mario Rui, memore di Portogallo-Italia, ha completamente anestetizzato Chiesa e la Viola si è trovata senza la sua arma più incisiva; Allan, poi, ha avuto lo stesso effetto di un diserbante sul povero giglio, appassito in un amen. Il problema più grande, a quel punto, è stato bucare la Fiorentina, pur sempre attenta davanti a Dragowski, titolare in luogo dell’infortunato Lafont. Ancelotti, per la prima volta in stagione, ha tenuto in panchina Milik e puntato su Insigne e Mertens, i due piccoletti, messi in campo in un 4-4-2 a scambiarsi spesso la posizione per non dare punti di riferimento a Pezzella e compagni con Zielinski e Callejon esterni di centrocampo; la mossa ha funzionato a metà, perché gli azzurri si son resi pericolosi con la stessa efficacia di una forbice dalle punte arrotondate. “Ciro” e Lorenzo non hanno scardinato la difesa avversaria, con Lorenzo “il Magnifico” apparso quasi fuorigiri, non in grado di punire il nemico come un’incursore dei Navy Seal. Ancelotti, però, ha creduto nel suo numero 24, ed ha inserito Milik – un picconatore di primo livello – per Mertens; il polacco ha giocato molto per i compagni e la mossa si è rivelata vincente, così come quella di puntare su Ounas nella ripresa, più offensivo di Callejon. Il modulo non è cambiato, con Insigne nel ruolo di zanzara fastidiosa attorno ad Arek. E proprio su assist perfetto del numero 99 Lorenzo ha infilato Dragowski per l’1-0, per il gol pesantissimo da tre punti, per la rete scacciacrisi. Inserimento in area perfetto e stoccata assassina modello Valentina Vezzali, lei sì, esperta di affondi. La partita è finita lì, al 79’, perché poi gli azzurri si son compattati come chiesto dal suo tecnico ed hanno difeso il prezioso vantaggio, rischiando nulla. Spirito di sacrificio di tutti, con Hamsik addirittura costretto a stringere i denti assalito dai crampi; la voglia di vincere era altissima, così come quella di rialzare la testa ed il nuovo abito tattico disegnato per l’occasione da Ancelotti ha pagato. Ecco; è una vittoria di Re Carlo. Non sbagliamo a definirla così, perché il tecnico di Reggiolo ha indovinato ogni mossa. Ha ridisegnato la sua squadra, con un Hamsik sempre più a suo agio nel suo nuovo ruolo e con un gioco più fluido e verticale, con tocchi in orizzontale solo per il possesso palla nelle fasi di stanca della gara. Sta nascendo il Napoli di Ancelotti, la trasformazione è a buon punto, e siamo appena alla quarta delle otto giornate chieste dal tecnico. Ci sarà da divertirsi… 

Giovanni Spinazzola 

15 Settembre 2018 22:11 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre 2018 22:11
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