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SPORT

Napoli-Genoa: 3-0. "50.000 in festa al Maradona" di Giovanni Spinazzola

15 Maggio 2022 19:03 — Un tripudio per "Lorenzo il Magnifico" in lacrime napulitane.

Da una parte il Napoli cui questa penultima partita importava quasi nulla se non la conferma matematica di chiudere al terzo posto il campionato, dall’altra il Genoa che chiedeva i tre punti per avere una chance in più per restare nella massima serie, in mezzo lui, Lorenzo Insigne alla sua ultima recita nel suo campo nella sua città che in tutti questi anni lo ha acclamato, riverito, osannato, ma anche contestato, insultato. Una partita strana insomma con un’atmosfera da un lato elettrica dall’altro mesta, triste, commovente. E partiamo proprio da qui, da quando Insigne prima del fischio d’inizio è entrato in campo contornato dal presidente Aurelio de Laurentiis, dal tecnico Spalletti, da Eduardo De Laurentiis e dai suoi due figli. Ha attraversato il tratto che separa dagli spogliatoi fino al centrocampo tra i suoi compagni di squadra che fanno ala al suo passaggio applaudendolo. Il capitano ha ricevuto da Mertens una maglia azzurra celebrativa con le sue 433 presenze e dal Presidente una Coppa di ringraziamento. Un abbraccio con Koulibaly ha sancito un ideale passaggio di consegne tra lui e il senegalese. Lacrime in campo ma soprattutto sugli spalti quando ha letto una lunga commovente lettera di ringraziamento a tutti. A fine gara il giro di campo abbracciato dai suoi figli che non smettevano di piangere e ancora lacrime, tante lacrime per un addio che in fondo, e ci riferiamo soprattutto ai suoi denigratori, nessuno avrebbe voluto. Nei novanta minuti Insigne ha dato il meglio di sé sfiorando la rete in un paio di occasioni realizzando la sua ultima rete nel suo stadio al 64’ quando l’arbitro ha assegnato un calcio di rigore al Napoli per un netto fallo di mano in area di un difensore genoano e ha voluto dare la sua ultima impronta così com’è stata la sua carriera in maglia azzurra tra luci ed ombre. Già perché si è avviato sul dischetto ma il suo tiro si è stampato sul palo corretto in rete da Di Lorenzo. Finisce qui? Neanche per sogno perché il direttore di gara ha fatto ripetere il penalty per qualche giocatore di troppo in area prima del tiro. Stavolta lui non ha sbagliato gran tiro e palla in fondo alla rete per il raddoppio degli azzurri. Gran corsa e tuffo sul prato quasi a nascondere questa grande emozione e baciare per l’ultima volta il campo del Maradona sommerso dai compagni di squadra. Avrebbe potuto restare a Napoli anche perché l’età gli consente di giocare ancora per un po' di anni, ma ha voluto andare via in una terra lontana in un campionato, quello statunitense, che continua ad essere considerato come un cimitero d’elefanti piuttosto che un torneo di prestigio. Una nuova avventura lo attende con grandi incognite, tra queste il rischio di non indossare più la maglia della Nazionale con cui ha conquistato il prestigioso Trofeo Europeo, ma tant’è, dal canto nostro non possiamo fare altro che augurargli buona fortuna e regalargli il nostro grazie per tutto quello che ha dato alla città ai tifosi e alla maglia azzurra del Napoli nel bene e nel male. La partita? Sembrava cominciata sotto i peggiori auspici con un Genoa determinato e fin troppo falloso cui ha dato una mano una direzione arbitrale troppo permissiva ed un Napoli scialbo quasi svogliato. Nei primi 15’ gli ospiti sono arrivati a rendersi molto pericolosi in almeno due occasioni e in altre due sono stati fermati dal fuorigioco. Al 17’ il Napoli finalmente si sveglia con Mertens che costruisce un’azione pericolosa costringendo la difesa rossoblù al calcio d’angolo. Da qui comincia un'altra gara con i padroni di casa che costruiscono altre due occasioni nitide con Insigne fin quando al 32’ Osimhen non sblocca il risultato spedendo il pallone di testa alle spalle di Sirigu sfruttando un cross perfettamente calibrato da Di Lorenzo. Si va all’intervallo con il Napoli in vantaggio. Genoa arrembante ad inizio della ripresa tanto da creare una grossa occasione con Portanova solo in area cui si oppone con bravura Ospina che evita il pareggio. Il pericolo scampato sveglia i ragazzi di Spalletti che raddoppiano con il rigore di Insigne e mettono al sicuro il risultato all’81’ con un goal capolavoro di Lobotka che prende palla a centrocampo s’invola verso l’area avversaria e dal limite sferra una saetta che si ferma nell’angolino della porta di Sirigu. Il resto solo accademia con un ultimo sussulto di emozioni, mestizia, commozione quando a fine partita Insigne fa il giro del campo con i suoi due pargoletti raccogliendo gli ultimi applausi ed incitamenti dal suo pubblico.

15 Maggio 2022 19:03 - Ultimo aggiornamento: 15 Maggio 2022 19:03
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