Meret 6,5: incolpevole sui gol, compie due super parate su Gervinho – una per tempo – ed è sempre presente ed attento.
Di Lorenzo 5: spinge poco e male sulla corsia destra; non riesce mai a saltare Gagliolo ed anche i suoi cross non sono precisi.
Koulibaly s.v.: resta 2’ in campo; il tempo di fare un orrore regalando il gol al Parma ed uscire infortunato.
(dal 5’ Luperto 6: non commette disastri, anche se patisce la velocità di Gervinho e Kulusevski).
Manolas 6,5: uno dei migliori. Si carica sulle spalle la difesa e, con ottimi interventi, risolve spesso situazioni davvero molto complicate. Prova a farsi vedere anche in attacco.
Mario Rui 5: anche lui, stavolta, un passo indietro. Kulusevski dalla sua parte sfonda sempre, Sprocati meno e se la cava. Male in proiezione offensiva.
Fabian Ruiz 5: un paio di tiri inconcludenti tra le braccia di Sepe o respinti dalla difesa e poco altro. È ancora troppo lento palla al piede.
Allan 5,5: gioca a fasi alterne; discreto in fase di recupero, un po’ meno quando prova a dare il là all’azione.
(dal 63’ Mertens 6: entra motivato e regala subito l’assist per il gol di Milik. Poi, però, commette qualche errore anche lui).
Zielinski 4,5: inconsistente a centrocampo. Il polacco non s’inserisce mai tra le linee, non attacca e non dialoga con Insigne. Anche in copertura latita e, da buona posizione in area, calcia alto.
Callejon 4,5: sbaglia tutto il possibile e, forse, anche di più. Lo spagnolo torna esterno destro d’attacco ma non riesce a svoltare. Mai saltato l’avversario, tantomeno creato superiorità numerica sulla fascia saltando l’uomo.
Milik 6: si danna l’anima contro la difesa gialloblu; un paio di conclusione parate da Sepe sono le prove generali al gol, il quarto consecutivo.
Insigne 4: mezzo voto in più per la punizione che chiama Sepe alla grande parata. Prima e dopo, però, il nulla e pure di peggio. Sbaglia tutto; addirittura due volte davanti alla porta calcia in curva. Esce tra i fischi.
(Dal 79’ Lozano s.v.)
All. Gattuso 5,5: inizio tutt’altro che memorabile. Torna al 4-3-3, spinge la squadra, la incita, la corregge ma sono i calciatori in campo che proprio non vanno.