Una beffa! Un ‘autentica beffa ha privato il Napoli squadra e città di scatenare la propria gioia per uno scudetto ampiamente meritato in una stagione dove ha letteralmente dominato in lungo e in largo guadagnando consensi soprattutto oltre i confini italici. E’ accaduto che quando, finalmente, Olivera ha fatto saltare il bunker granata e tutto lasciava presagire la Piedigrotta finale all’84’ su una punizione innocua da tre quarti per la Salernitana Dia si è trovato sulla fascia sinistra di fronte Osimhen…. Osimhen?? Che ci faceva lì in una posizione non sua? Ecco questo è stato l’attimo fatale. Due minuti prima Spalletti aveva sostituito Olivera con Juan Jesus probabilmente per rinforzare il centro della difesa. Olivera fuori, fascia sguarnita e chi va a presidiarla nel momento in cui viene battuta la punizione? Osimhen!! Ovviamente Dia l’ha saltato è entrato in area ed ha scagliato un gran diagonale che si è infilato dalla parte opposta dell’incolpevole Meret. Errata comunicazione? Errato posizionamento? Chi doveva stare in quella zona? Fatto sta che la frittata è stata bell’è confezionata rimandando i festeggiamenti forse in settimana quando il Napoli sarà di scena ad Udine. Una beffa dicevamo, certo perché fino a quel fatale minuto 84 tutto il puzzle è combaciato alla perfezione. La Lazio non doveva vincere al Meazza contro l’Inter e, sebbene sia andata in vantaggio, è stata poi travolta dai neroazzurri. Benissimo perché a questo punto al Napoli, in una città dipinta d’azzurro pronta a scatenarsi, sarebbe bastato vincere il derby per toccare il cielo con un dito. Più facile a dirsi che a farsi. Già perché la Salernitana non ha avuto alcuna voglia di stendere tappeti rossi ai piedi del Napoli e ha pensato bene di chiudersi nella propria area difendendosi ad oltranza sperando di potare a casa un punto, un obbiettivo giusto dal loro punto di vista ancora a caccia di punti per la matematica salvezza. Quello che invece non ci è andato giù sono stati i proclami, i volantini fatti circolare dalla tifoseria salernitana in settimana che non meritano neanche di essere commentati. A quel punto la partita è diventata un monologo del Napoli alla ricerca di spazi giusti per fiaccarne la resistenza. E’ chiaro che la squadra non ha più la lucidità e soprattutto la velocità di esecuzione che aveva fino ad un mese fa ed è anche normale visto quello che ha giocato a mille all’ora fin dal mese di agosto, ma è altrettanto vero che quando si trovano tutti gli spazi chiusi tutto diventa più difficile e complicato. Nel primo tempo abbiamo annotato sul taccuino solo quattro occasioni pericolose che ha visto protagonisti il nigeriano e Anguissa non andate a segno un po' per sfortuna un po' per le prodezze di Ochoa. Nella seconda frazione di gioco le cose sono un po' cambiate quando sono entrati Elmas e Raspadori al posto di Lozano e Zielinski. Il macedone si è prodotto in un’azione ubriacante che si è conclusa con un tiro che ha sfiorato il palo, il ragazzino invece ha tirato un calcio d’angolo in maniera molto intelligente. Sì, perché fino a quel punto il Napoli nel dominio pressochè totale era riuscito a collezionare una marea di calci d’angolo battuti puntualmente con cross tesi su cui puntualmente svettavano i centrali salernitani. Raspadori invece ha dato al pallone una traiettoria arcuata che è andato a finire alla perfezione sulla testa di Olivera che ha fatto saltare il bunker, non solo ma all’81’ ha servito su un piatto d’oro un pallone a Kvaratskhelia per un raddoppio che avrebbe chiuso i conti. Il georgiano entrato in area ha fatto partire un tiro che invece di infilarsi, come è solitamente avvenuto durante questa stagione, ha sfiorato il palo. La stessa identica situazione si è verificata all’88’ e stavolta è stato il portiere granata ad opporsi. E’ chiaro che anche Kvaratskhelia non è più letale come prima e lo si può giustificare visto che anche lui sta tirando la carretta fin dalla prima partita della stagione. Inutile sottolineare l’enorme delusione per una città intera che si stava preparando a dare il via ai grandi festeggiamenti. Al Napoli serve solo un punto per acquisire la matematica certezza che potrà arrivare fin da giovedì nella partita infrasettimanale a Udine ma ora più che mai occorrerà serrare le fila e produrre l’ultimo sforzo.