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Napoli-Torino: 1-0. "Ottovolante" di Giovanni Spinazzola

17 Ottobre 2021 23:17 —

Otto su otto, 24 punti su 24 e primo posto in classifica a punteggio pieno. Già questo basterebbe per sottolineare il Napoli di Luciano Spalletti, all’ottava vittoria consecutiva con tanto di record di Sarri eguagliato (quello conquistato nella stagione dello scudetto perso in albergo a Firenze e del grande furto a tinte bianconere), unica squadra in Europa ad aver sempre e solo conquistato successi fin qui; dietro ai numeri, che peraltro hanno sempre ragione e non mentono mai, c’è tanto altro, in primis la voglia del gruppo partenopeo di gettare il cuore oltre l’ostacolo, di non arrendersi mai e di cercare il successo a tutti i costi, sfruttando le bocche di fuoco di cui dispone. Alla fine, però, è sempre lui che decide, Victor Osimhen. Voluto da Gattuso a tutti i costi, il bomber nigeriano sta esplodendo piano piano, merito del tecnico che lo sta sgrezzando a modo suo. Un colpo di testa perentorio e Toro al tappeto, peraltro meritatamente. Del gol, però, non può non colpire l’azione da cui è nato; da Lozano a Mertens, poi un uno-due nello stretto tra il belga e Koulibaly, roba che nemmeno alla play station. Impossibile non restare a bocca aperta, perché nemmeno ai tempi di Messi e Suarez abbiamo visto un gesto simile. Il gol è arrivato all’81’, quando gli spettri del pareggio e di Juric ancora castigatore iniziavano a diventare sempre nitidi ed ingombranti; paura e nervosismo si palpavano chiaramente ma il Napoli ancora una volta ha dimostrato una grande prova di maturità. Probabilmente, negli anni addietro, gli azzurri non avrebbero conquistato bottino pieno. Ed invece questa squadra sa soffrire, sa aspettare per poi colpire ed affondare come la punta di fioretto, ferendo a morte l’avversario. Gli azzurri, stasera, hanno solo rimediato agli errori commessi. “Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore” cantava Francesco De Gregori nella celebre “La leva calcistica del ‘68” ma insigne è già al secondo errore consecutivo. Un’esecuzione inguardabile che poteva mettere in discesa la gara ed invece l’ha complicata ulteriormente, senza contare poi la sfortuna (il palo di Lozano). L’abbiamo detto in più di un’occasione; a voler trovare il pelo nell’uovo, a questa squadra manca il cinismo, la ferocia di saper sfruttare ogni occasione. È l’ultimo tassello per rasentare la perfezione, necessaria in una stagione lunga dove ormai gli avversari ti aspettano al varco. Riuscire a capitalizzare ogni palla – o quasi – è lo step da compiere, l’ennesimo upgrade, quello definitivo per diventare grandi. Menzione speciale, però, per la difesa, con il poker arretrato sempre più granitico, e per Anguissa, uomo ovunque. Giovedì si scende nuovamente in campo, stavolta in Europa League e c’è da raddrizzare il girone; al Maradona arriva il Legia Varsavia, poi si vola a Roma a sfidare i giallorossi di Mourinho. Altre due prove da far tremare i polsi, ma la caccia alla nona sinfonia è già iniziata.

17 Ottobre 2021 23:17 - Ultimo aggiornamento: 17 Ottobre 2021 23:17
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