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Napoli-Torino: 2-1. "Esame superato" di Giovanni Spinazzola

29 Febbraio 2020 23:59 —

Il Napoli sfata il tabù delle tre vittorie consecutive in campionato e continua il suo processo di crescita, tornando al successo tra le mura casalinghe. Il rendimento a Fuorigrotta, fin qui, è stato deficitario e contro il Torino era un esame molto importante, da non fallire assolutamente. Ebbene, missione compiuta per i partenopei, al termine di 90’ completamente dominati e con un risultato decisamente bugiardo per quanto visto sul terreno di gioco. Nonostante la gara ad altissima intensità contro il Barcellona, gli azzurri hanno dominato contro i granata di Moreno Longo e chiuso, di fatto, gli avversari nella loro metà campo; una squadra bella da vedere, soprattutto palla al piede, con percentuali di possesso davvero elevate ma brutta, incapace di concretizzare tutta la mole di gioco prodotta, un problema atavico ed annoso. Il gol alla mezz’ora di Manolas sembrava aver aperto la gara ma il Napoli è stato capace di tenerla aperta fino al 94’. Tanti gli errori, ad iniziare da Insigne che, davanti a Sirigu, ha sparato addosso al portiere della Nazionale. Errori clamorosi, topiche da evitare perché potrebbero costare caro in futuro ad una squadra che è alla ricerca della continuità di rendimento. Lobotka, in cabina di regia, ha disputato una buona gara, permettendo a Demme di rifiatare in vista dell’Inter, mentre il tridente offensivo ha avuto alti e bassi. Si sono accesi ad intermittenza, come le lampadine sull’albero di Natale, con Milik lodevole nel gioco di squadra ma poco “cattivo” davanti alla porta avversaria, come Insigne e Politano che pure non hanno sfruttato le loro occasioni. La parte del leone, al cospetto di un attacco non performante stasera, l’ha fatta la difesa; Manolas e Di Lorenzo in rete (bello l’inserimento del terzino, come il più cattivo degli incursori, dopo l’occasione sbagliata pochi minuti prima), due gol pesantissimi, che hanno portato tre punti a Gattuso. Il greco super nell’area di rigore avversaria ma anche davanti ad Ospina, perché in coppia con Maksimovic, forma una linea Maginot invalicabile; certo, Zaza e Belotti non erano Messi e Griezmann (disinnescati, peraltro, anche loro), ma i due centrali hanno tenuto alta la concentrazione anche nelle poche, pochissime sortite offensive granata. Un solo errore, al 91’, un calo di concentrazione evitabile che ha mandato su tutte le furie il tecnico; la squadra è sempre più ad immagine e somiglianza di Ringhio e l’allenatore pretende massima attenzione fino all’ultimo secondo. D’altronde, in ballo, c’è davvero tanto; il Napoli è in lotta su tre fronti, punta alla qualificazione europea e non può permettersi il lusso di commettere leggerezze. Conquistata la terza vittoria consecutiva in campionato, è ora caccia al poker; prima, però, c’è una finale di Coppa Italia da conquistare, con l’Inter che arriverà al San Paolo agguerrita e riposata. Servirà il Napoli bello di notte, la squadra formato coppe. La qualità c’è, la quantità anche; nulla è precluso a Mertens e compagni.   

29 Febbraio 2020 23:59 - Ultimo aggiornamento: 29 Febbraio 2020 23:59
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