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SPORT

Napoli-Udinese. L'editoriale di Giovanni Spinazzola

19 Aprile 2018 11:18 —

Cuore, grinta, e la voglia di non arrendersi, il desiderio di tenere aperto il campionato finché possibile e la speranza di poter vincere lo scudetto. Queste le armi utilizzate dal Napoli ieri contro l’Udinese, tonica e vivace a dispetto della classifica, per tornare a conquistare i tre punti. Una gara pirotecnica, con i partenopei capaci di agguantare due volte i friulani passati in vantaggio e dilagare nel finale, con le incornate di Albiol e Tonelli, i due difensori centrali cecchini implacabili sui calci d’angolo, e la rete di Milik. Lo spagnolo contro il Genoa regalò i tre punti, stavolta ha “solo” segnato il gol del pareggio, in un momento della gara in cui gli azzurri caricavano a testa bassa, spinti dal ruggito del San Paolo conscio di come fosse fondamentale la vittoria, anche perché allo Scida il Crotone stava compiendo il miracolo. I gol di Jankto – obiettivo azzurro per l’estate e da prendere assolutamente – e quello di Ingelsson sono diventati ininfluenti di fronte al poker azzurro e resteranno lì solo a ricordare come i partenopei abbiano perso un po’ di certezze difensive, colpa anche di un centrocampo poco reattivo soprattutto in fase di contenimento. Sarri, rispetto al pareggio di Milano, ha cambiato ben cinque elementi, situazione decisamente inusuale ma doverosa per esigenze di calendario. Rispolverato Milik dal 1’ – prima volta dopo l’infortunio – dentro anche Tonelli per lo squalificato Koulibaly, Hysaj (scontata la squalifica) e Zielinski-Diawara a dare un turno di riposo ad Allan e Jorginho. Un turn over quasi massiccio per un tecnico abituato a schierare sempre (o quasi) la stessa formazione; una scelta coraggiosa, che avrebbe potuto portare anche a risultati nefasti e critiche in caso di mancato successo. Ed invece la squadra ha risposto bene, partendo subito forte nei primi 10’ di gioco prima di allentare la morsa ed incassare il primo gol, rete accompagnata da oscuri presagi. Eh sì, perché in quel momento gli azzurri erano a -9 dalla Juve ed i bianconeri avrebbero potuto festeggiare il titolo nello scontro diretto. Il pareggio di Insigne – evitabile il dito alla bocca a zittire il pubblico reo di qualche fischio contro il Chievo – arrivato nel recupero della prima frazione di gioco ha dato nuova linfa agli azzurri, rinvigoriti ancor di più dopo la rete del vantaggio – stavolta nella ripresa – siglata da Milik. Il Napoli funzionava ed ha giocato addirittura meglio dopo il cambio di modulo; il 4-2-3-1 rispolverato da Sarri dopo il momentaneo secondo vantaggio friulano, ha regalato più potenza offensiva alla squadra ed ha messo alle corde l’Udinese. Sono arrivati tre gol in serie e gli azzurri si sono ritrovati al 90’ a -4 dalla capolista, complice lo stop della Juve contro il Crotone, a tre giorni dallo scontro diretto dell’Allianz Stadium. Il turn over ha quindi pagato, seppur con risultati alterni e contro una squadra in grande crisi; la difesa, infatti, è stata troppo esposta agli attacchi friulani e il centrocampo non ha lavorato a dovere. Diawara discreto ma non perfetto in copertura, mentre Hamsik e Zielinski hanno giocato a corrente alternata, senza mai dare continuità alla manovra nell’arco della partita. Decisamente bene, invece, Arek Milik; il polacco ha segnato in una gara dove è stato servito poco e male. Non sono state mai sfruttate le capacità aeree e balistiche dell’ariete perché di cross decenti da parte dei terzini nemmeno l’ombra e la rete è arrivata d’opportunismo. I due terzini, invece, non hanno certo entusiasmato, sia in fase offensiva che in quella difensiva; l’Udinese è stata pericolosa in quelle porzioni di campo e domenica Hysaj e Mario Rui si ritroveranno di fronte Alex Sandro-Mandzukic e Lichtsteiner-Douglas Costa, non proprio gli ultimi arrivati. Servirà ben altro, dunque, perché per puntare allo scudetto è fondamentale violare l’Allianz Stadium, impresa non da poco considerato come fin qui il Napoli abbia sempre perso in quell’impianto. La condizione psicologica, però, è favorevole; gli azzurri non hanno nulla da perdere, lo scudetto, infatti, è un sogno come recitava lo striscione apparso in curva B ieri durante la partita. Molto probabilmente non rivedremo il 4-2-3-1 – potrà essere una valida alternativa per la prossima stagione – ma soprattutto ritroveranno il campo da gioco i “titolarissimi”. Gettare il cuore oltre l’ostacolo è l’obiettivo, crederci fino all’ultimo e non rimproverarsi di nulla a fine stagione il mantra da ripetere a voce altissima; in fondo, riscrivere la storia, non è poi così impossibile.

19 Aprile 2018 11:18 - Ultimo aggiornamento: 19 Aprile 2018 11:18
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