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SPORT

Napoli

23 Gennaio 2023 09:01 —

I numeri sono freddi ma raccontano in modo inequivocabile e più di ogni altra cosa la realtà. Ed è impossibile non partire da questi per raccontare il girone d’andata strepitoso del Napoli. Gli azzurri hanno chiuso la prima parte di stagione da Campioni d’inverno – un titolo effimero, ma comunque indicativo, ottenuto con grande anticipo – ed hanno girato alla cifra record di 50 punti. Solo in altre tre occasioni, nella storia della Serie A, era capitato; l’Inter nel 2006/2007 conquistò 51 punti, la Juve nel 2013/2014 e nel 2018/2019 rispettivamente 52 e 53 punti. Inutile dire come, al termine del campionato, in tutti i casi fu scudetto. Ben 16 le vittorie in campionato, sette i punti persi dagli azzurri in 19 giornate; i pareggi contro Fiorentina e Lecce e la sconfitta contro l’Inter gli unici passi falsi del Napoli che, in stagione, ha conosciuto appena due sconfitte (l’altra, ininfluente, contro il Liverpool in Champions League), oltre all’eliminazione dalla Coppa Italia mercoledì scorso. I numeri dicevamo. Ben 12 i punti di vantaggio sulla seconda (ma il Milan giocherà domani contro la Lazio la sua gara di campionato), miglior attacco con 46 gol – per una media di 2,42 gol a partita – difesa meno battuta del torneo, con appena 14 gol incassati ed una differenza reti di +32 e, ovviamente, il capocannoniere della A, Victor Osimhen a quota 13 senza rigori calciati. Una sorta di carrarmato indistruttibile, un rullo compressore la squadra di Luciano Spalletti, criticata ad inizio stagione ed osannata in Italia (poco) ed Europa. “Chi ama il gioco del calcio guarda il Napoli”, una frase che abbiamo sentito spesso nelle ultime settimane ma che esprime alla perfezione ciò che gli azzurri sono in grado di fare. In estate via gli ultimi senatori rimasti, per il progetto 2.0 del tecnico che ha costruito una squadra a sua immagine e somiglianza e, soprattutto, in grado di giocare come desiderava. E Spalletti – il miglior tecnico della Serie A – ha saputo trarre il massimo da ogni singolo calciatore; una squadra costruita su Osimhen ma in grado di vincere le partite senza il bomber nigeriano, con una panchina profonda da big ed un Kvaratskhelia il miglior “crack” del campionato. Eppure, anche senza il georgiano, gli azzurri hanno ottenuto bottino pieno. Potenza del gioco corale, mandato a memoria con movimenti da orologio svizzero; un’orchestra diretta egregiamente da Lobotka, diventato con la cura Spalletti uno dei migliori registi al mondo. Tutti protagonisti, dai “titolarissimi” fino a chi gioca meno, per un coinvolgimento totale nel progetto azzurro, quello del grande sogno. I nuovi sono veterani – vedasi Kim – Di Lorenzo capitano leader di una squadra che può contare anche sul miglior portiere del campionato, quell’Alex Meret tanto bistrattato e criticato, sul piede di partenza per tutta l’estate scorsa e divenuto uno dei punti di forza di questo Napoli. Una crescita esponenziale, come quella di tutta la squadra che ha il dovere di non abbassare la guardia. Lo scalpo degli azzurri sarà l’obiettivo di ogni avversario nel girone di ritorno, a partire dalla Roma prossima settimana. Quota 100 è ampiamente alla portata ma il Napoli ha un dovere verso una piazza che aspetta da troppo tempo ormai. E l’anno sembra proprio quello giusto. Una stagione da cui partire per poter aprire un ciclo vincente in Italia e, perché no, anche in Europa. 

23 Gennaio 2023 09:01 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio 2023 09:01
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