25 Aprile 2024 - Aggiornato alle 03:51
CRONACA

Napoli: 28enne napoletano spara in carcere a Frosinone. Tragedia sfiorata

20 Settembre 2021 00:27 —

Un 28enne detenuto napoletano, nell’area di alta sicurezza del penitenziario di Frosinone, nei giorni scorsi era stato minacciato e picchiato da alcuni reclusi partenopei e albanesi. Oggi ha chiesto di poter fare una doccia, convincendo l’agente della Penitenziaria ad aprire la sua cella. A quel punto, il detenuto ha estratto una pistola e ha minacciato il poliziotto, costringendolo a consegnargli le chiavi delle stanze dove erano recluse le persone che lo avevano aggredito. Il giovane, brandendo la pistola, si è avvicinato alle celle e ha cercato inutilmente di aprirle. A quel punto, visto anche l’allarme che nel frattempo era scattato nel carcere, ha sparato tre volte cercando di colpire i reclusi. Che per fortuna non sono stati feriti. Subito dopo, il 28enne ha chiamato il suo avvocato con un cellulare, illegalmente in suo possesso. Il legale lo ha convinto ad arrendersi e a consegnare l’arma. E così ha fatto il giovane, non prima di aver ingoiato la sim card del microcellulare. 

A commentare il drammatico evento è Pasquale Gallo, Segretario Regionale del Si.N.A.P.Pe:

‘La gravissima notizia di cronaca si aggiunge alle quotidiane aggressioni, alle rivolte e al continuo dilagare della criminalità nelle carceri italiane. Sul banco degli imputati dobbiamo mettere l’indifferenza di chi dovrebbe da anni mettere mano a una riforma del sistema penitenziario e della polizia penitenziaria, oltre al fatto che continua lo scandalo della mancanza di personale nei penitenziari'

'«Eppure si aprono nuovi reparti – continua Pasquale Gallo – senza pensare ad elevare il numero di personale affinché si possa rendere realmente sicuro il carcere.  Per evitare che il carcere diventi l’ università della malavita, è necessario adottare misure urgenti che non sacrifichino la sicurezza, evitare che criminali incalliti abbiamo contatti giornalieri con chi dev’essere ancora giudicato o con chi ha commesso piccoli reati “occasionali”. Molti si sono “convertiti” alla malavita tra le sbarre. La polizia penitenziaria dovrebbe avere una propria autonomia e dovrebbe avere sempre voce in capitolo nei comitati per l’ordine e la sicurezza. Siamo regrediti agli anni 80, è il momento di svegliarci prima che sia troppo tardi. Le carceri sono vulcani che stanno esplodendo. Ascoltiamo l’urlo della polizia penitenziaria senza voltarci dall’altra parte, come se le carceri fossero il problema di una realtà parallela, altrimenti dovremo fare di nuovo i conti con gli spari in una struttura che dovrebbe essere il baluardo delle istituzioni e della sicurezza dei cittadini, oppure con le carceri messe a ferro e fuoco da reclusi pieni di rabbia. Investire sulla polizia penitenziaria è il passo fondamentale per ridare dignità e credibilità ad un sistema ai limiti del collasso». 

20 Settembre 2021 00:27 - Ultimo aggiornamento: 20 Settembre 2021 00:27
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