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SPORT

Napoli: 8000 atleti di 119 paesi per la XXX Universiade

04 Luglio 2019 09:13 — Cerimonia di inaugurazione allo Stadio San Paolo rinnovato e tirato a lucido.

Si è alzato il sipario sulla XXX Universiade estiva – oltre 8000 atleti provenienti da 119 paesi, ben 18 discipline che la pongono al secondo posto dietro solo all’Olimpiade - con la cerimonia di inaugurazione allo Stadio San Paolo di Napoli, rinnovato e tirato a lucido per l’occasione. Due maxischermi, un super lusso, sediolini completamente nuovi ed uno spettacolo con il bianco e l’azzurro – i colori del Napoli calcio – a fare da sottofondo. Un’organizzazione perfetta all’interno dell’impianto di Fuorigrotta, sotto gli occhi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Un video countdown ed i fuochi d’artificio hanno aperto le danze, poi una coreografia a rappresentare la nascita del Golfo e, successivamente, la sfilata delle nazionali classica di questa manifestazione, protagoniste di uno spettacolo ideato dal direttore artistico Marco Balich con regia e direzione artistica di Linda Castelli. Le selezioni, eseguita la sfilata, hanno preso posto – sul prato debitamente coperto e protagonista delle gare da domani – in una “U” a rappresentare il logo dell’Universiade ma anche un grande abbraccio, come due grandi braccia a coccolare gli atleti. A seguire, in rigoroso ordine alfabetico, hanno calcato il San Paolo tutte le selezioni. Gli argentini – che marpioni – hanno pensato bene di conquistarsi il favore del pubblico esibendo una maglia di Maradona, prontamente inquadrata (della serie: ti piace vincere facile). Fischi davvero sgradevoli ed inopportuni all’ingresso di Francia e Germania, per un astio sempre forte e mai dimenticato; zittiti, però, dagli applausi di buona parte dell’impianto, perché – in fondo – il popolo napoletano è ospitale per antonomasia. Se transalpini e teutonici non hanno riscosso proprio i favori del pubblico, è andata diversamente ad una giovane atleta dell’Eswatini (in tutto ne erano forse cinque, ndi); un viso bello e giovane che non è passato inosservato, anzi. Un boato al momento del suo primo piano finito sui maxischermi dell’impianto. Se la ragazza africana da sola ha conquistato i favori del pubblico, l’Islanda in toto è entrata nel cuore dei napoletani. Come? Con la Geyser sound, sdoganata dai calciatori della piccola isola durante l’Europeo del 2016. I giovani atleti nordeuropei hanno coinvolto il pubblico dei distinti per una coreografia da 10 e lode. Le minoranze, poi, vanno incoraggiate un po’ di più avranno pensato tutti coloro che hanno affollato l’impianto; e così gli applausi non sono mancati soprattutto alle delegazioni più povere numericamente parlando ed agli atleti capaci di infiammare il già bollente – di passione ed entusiasmo s’intende – pubblico napoletano. Ovazione per la Spagna (probabilmente in virtù di una dominazione borbonica durata fino a 300 anni fa circa) ma super boato anche per gli Stati Uniti – numerosi come sempre - quasi a voler rimarcare l’amicizia tra i due popoli, con gli americani che hanno sfilato sulle note di “Andamento Lento” di Tullio De Piscopo. Altrettanta premura è stata riservata all’Uruguay, che si è presentato al San Paolo con uno striscione eloquente “Grazie Napoli, Uruguay vi ama”. Il nulla, però, rispetto all’Italia. I nostri atleti, da padroni di casa, hanno chiuso la sfilata, con la portabandiera Ilaria Cusinato, vero e proprio gioiello del nuoto italiano (20 anni, argento agli Europei di Glasgow nei 200 e 400 misti, la nuotatrice veneta è tra le atlete italiane più attese all’Universiade Napoli 2019; già detentrice del record italiano nei 200 misti, la Cusinato, anche in preparazione dei Mondiali di nuoto previsti a luglio di Gwangju, concorrerà nei 200 e 400 misti e nei 400 farfalla). San Paolo in delirio totale per l’Italia, che ha sfilato sulle note di “Gloria” con il pubblico napoletano che al grido “Italia, Italia” ha inneggiato ai suoi atleti, sotto la Curva A per raccogliere gli ultimi cori su “’O Surdato ‘nnamurato”. Davvero uno spettacolo, per un epilogo difficilmente immaginabile più bello. Musica davvero per tutti i gusti; dalle canzoni più famose del momento fino ai grandi classici napoletani; immancabili le poesie di Pino Daniele, fino a Gigi D’Alessio ed i rapper contemporanei. Al termine della sfilata, altri fuochi d’artificio, prima dell’esibizione di Malika Ayane e dell’Inno Nazionale eseguito dalla Fanfara dei Carabinieri, con l’alzabandiera eseguito dal Reggimento dei Corazzieri. Dall’Italia a Napoli, omaggio anche alla città sede di questa Universiade. Commedia dell’arte e canzone della tradizione a braccetto con la scena musicale contemporanea prima del tributo al Principe della risata, il grande Totò con performance di Iaia Forte. Il tuffatore di Paestum – a rappresentare l’unione di passato e presente, di sport e cultura – è stato l’ultimo momento di spettacolo prima dell’ingresso di Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania, accolto da una bordata di fischi (eccezioni, con applausi scroscianti, al momento dei ringraziamenti nei confronti del Capo dello Stato, Sergio Mattarella e nell’elogiare gli atleti dei paesi ancora in guerra e per un finale ad alto tasso emotivo e patriottico). Da Vincenzo De Luca al Presidente Oleg Matytsin, l’accoglienza è completamente diversa, mentre il Presidente del CIO Thomas Bach ha inviato solo un videomessaggio. Conclusione con l’apertura ufficiale della XXX Universiade decretata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accolto da applausi scroscianti. Un atto che ha fatto da preludio all’ingresso della bandiera delle Universiadi portata da Klaus Dibiasi (tuffatore, tre Oro olimpici), Annalisa Allocca (fisico e membro della LIGO-VIRGO), dal canottiere Giuseppe Abbagnale (due ori olimpici e sette mondiali), dallo scienziato Giorgio Vacchiano, dalla professoressa di astrofisica Mariafelicia De Laurentiis, dal campione olimpionico di pallanuoto Paolo Trapanese, dal fisico Antonio Perreca (anch’essa membro del LIGO/VIRGO) ed Antonietta De Martino, primatista italiana di salto in alto. Spazio, poi, all’inno FISU (versione speciale di Gaudeamus Igitur del coro del Teatro Verdi di Salerno) prima dell’alzabandiera effettuato dai cadetti dell’Accademia Militare della Nunziatella. Momento protocollare, poi, chiuso con il giuramento di atleti, di giudici ed ufficiali tecnici. Ancora spettacolo, con coreografia tesa ad esaltare gli sport presenti alle Universiadi con esibizioni di atleti e judoka prima della performance di Anastasio, rapper napoletano e vincitore dell’ultima edizione di X Factor, che ha intonato “The Wall” dei Pink Floyd. Scelta sicuramente carica di significati in un periodo storico decisamente particolare. Siamo all’epilogo della serata, con un video a mostrare tutti gli sport protagonisti di questa edizione prima del momento solenne, quello per eccellenza; la torcia. Breve filmato sul viaggio della stessa, prima del suo ingresso vero e proprio nel San Paolo. Pino Maddaloni (judoka, oro alle Olimpiadi di Sydney), Diego Occhiuzzi (schermidore bronzo alle Olimpiadi di Pechino 2008 ed argento a Londra 2012) e Carlotta Ferlito (giovanissima ginnasta) ultimi tre tedofori; sul terreno del San Paolo, poi, si sono presentati Alex Meret e Lorenzo Insigne, rispettivamente, portiere ed attaccante nonché capitano del Napoli calcio che hanno avuto il compito di accendere il Calderone dando ufficialmente il via alla manifestazione. Come? La Ferlito ha incendiato un pallone calciato da Lorenzo il Magnifico involatosi fino a colpire il braciere a forma di Vesuvio, logo dell’Universiade con fuochi d’artificio di contorno. Gran finale con l’esibizione del tenore Andrea Bocelli (apertura con Funiculì Funiculà, poi Fall On Me duettando con il figlio Matteo e Nessun Dorma, quasi un’esortazione agli atleti protagonisti fino al prossimo 14 luglio).    

Nella cerimonia di apertura sono stati coinvolti 800 performers dai 16 ai 60 anni, 550 performer volontari di 19 diverse nazionalità e 1.500 costumi.

Tre ore di puro spettacolo, con Napoli che ha mostrato la parte bella di sé; all’esterno dello stadio, poi, spettatori e vip sono stati accolti da pizze a volontà, sfornate al secondo da due forni posti all’altezza della tribuna. Spettacolo anche culinario, quindi. Tutto perfetto, quindi? Quasi. Perché se l’organizzazione interna è stata perfetta, non si può dire altrimenti di quella esterna. Difficoltà evidenti nella viabilità e nei parcheggi, mentre gli steward, tanti, tantissimi (almeno l’80%), altamente impreparati e quasi incapaci di fornire informazioni di ogni titolo. Del resto, la perfezione non è di questo mondo. 

Giovanni Spinazzola

04 Luglio 2019 09:13 - Ultimo aggiornamento: 04 Luglio 2019 09:13
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