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SALUTE

Napoli capitale della dermatologia 3.0. Occhi puntati sui farmaci biotecnologici e sulle nuove sfide del management diagnostico-terapeutico

25 Ottobre 2019 15:14 — Per il dermatologo di oggi un ruolo di sentinella: dai disturbi della cute possono infatti scorgersi patologie sistemiche.

Psoriasi e dermatite atopica sono le patologie infiammatorie cutanee più diffuse, riguardano rispettivamente il 3% e l’8% della popolazione adulta in Italia (per la psoriasi 180mila pazienti solo in Campania) ed incidono significativamente sulla qualità della vita rendendo difficili i rapporti sociali e lavorativi per chi ne è affetto. Nuove evidenze scientifiche hanno inoltre sottolineato lo stretto legame tra questi disturbi e l’insorgenza, contemporanea o successiva, di altre severe patologie. Su questi temi e sulle più importanti innovazioni in materia di ricerca e terapia dermatologica oltre che di gestione del paziente, si svolge oggi e domani a Napoli il congresso “Il nuovo volto della dermatologia 3.0”. Presso il Centro Congressi della Stazione Marittima, la due giorni presieduta dalla Prof.Gabriella Fabbrocini (direttore della Clinica di Dermatologia dell’Università Federico II) e dal prof. Mario Delfino (Ordinario di Dermatologia dell’Università Federico II) si avvarrà della partecipazione di ospiti di prestigio del mondo della ricerca e universitario, tra cui il rettore della Federico II Gaetano Manfredi e il presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia della Federico II prof. Luigi Califano.

Le malattie cutanee possono essere“spia” di altre patologie: dal rischio di obesità all’artrite, dalle malattie cardiovascolari ai problemi del pancreas. Le potenziali condizioni di comorbidità pongono il dermatologo in un importante ruolo di sentinella: la cute è infatti un organo “a vista”, dall’esame della quale possono scorgersi segni o prodromi di altre malattie. Fondamentale prevedere una sinergia di competenze tra i vari specialisti per una presa in carico globale del paziente. “La parola d’ordine è multidisciplinarietà - afferma la prof. Fabbrocini – tutti gli specialisti coinvolti devono poter instaurare una cooperazione efficace con il paziente per garantirgli un’assistenza a tutto tondo”.  In tal senso un grosso aiuto viene dalla tecnologia e dalla digitalizzazione. “Grazie alla cartella computerizzata e al progetto pilota Pso App - continua Fabbrocini - sviluppato dalla Clinica Dermatologica dell’Università Federico II è possibile semplificare e velocizzare tutto il management diagnostico e terapeutico tramite lo scambio di immagini via smartphone nella rete dei dermatologi”.

Dal punto di vista clinico, la grande innovazione sul campo è rappresentata dai farmaci biotecnologici. “Si tratta di farmaci originator e biosimilari. La svolta per la dermatite atopica è rappresentata dal Dupilumab - osserva Fabbrocini - con cui stiamo avendo risultati sorprendenti e grazie al quale possiamo finalmente migliorare la qualità della vita dei nostri pazienti”.

Un Ruolo centrale quello della Clinica dermatologica dell’Università Federico II, perno attorno al quale convergono ricerca scientifica e applicazione delle terapie biotecnologiche. Ma anche innovazione in management diagnostico e terapeutico. “In Campania - spiega il prof. Delfino - il gap tra il numero di pazienti dermatologici e quello degli specialisti è molto ampio. Una realtà che impone una riprogrammazione dei criteri di gestione del paziente anche in un’ottica di rispetto della griglia Lea. Motivo per il quale la Dermatologia della Federico II e la Regione Campania sono in stretta collaborazione per una gestione hub e spoke del paziente sul territorio, per coniugare appropriatezza delle cure e contenimento dei costi. In questo - conclude Delfino - un grande supporto è dato dalla telemedicina: poter condividere dati e immagini in tempo reale ci aiuta ad indirizzare correttamente i pazienti verso i centri di primo e secondo livello, dando loro una soddisfacente risposta di salute”.

25 Ottobre 2019 15:14 - Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre 2019 15:14
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