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POLITICA

Napoli: Foibe, "Giorno del Ricordo". Commemorazione dei giovani della Lega a Piazza dei Martiri

10 Febbraio 2019 15:29 —

I giovani della Lega, questa mattina a Piazza dei Martiri, hanno celebrato la commemorazione dei caduti per gli eccidi ai danni degli italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia, avvenuti durante la seconda guerra mondiale e nell'immediato secondo dopoguerra da parte dei partigiani jugoslavi e dei servizi segreti militari jugoslavi. Insieme ai ragazzi, hanno presenziato alla cerimonia il Coordinatore cittadino Avv.Simona Sapignoli, il coordinatore di Chiara Dr.Paolo Santanelli e il consigliere comunale Vincenzo Moretto. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella giornata di ieri al Quirinale, ha puntualizzato che l'istituzione del Giorno del Ricordo, votato a larghissima maggioranaza in Parlamento, ha suggellatto ricomposizione nelle istituzioni e nella coscienza popolare. Nel suo discorso Mattarella ha ricordato il "destino comune a molti popoli dell’Est Europeo: quello di passare, direttamente, dalla oppressione nazista a quella comunista. E di sperimentare, sulla propria vita, tutto il repertorio disumanizzante dei grandi totalitarismi del Novecento, diversi nell’ideologia, ma così simili nei metodi di persecuzione, controllo, repressione, eliminazione dei dissidenti. Un destino crudele per gli italiani dell’Istria, della Dalmazia, della Venezia Giulia, attestato dalla presenza, contemporanea, nello stesso territorio, di due simboli dell’orrore: la Risiera di San Sabba e le Foibe. La zona al confine orientale dell’Italia, già martoriata dai durissimi combattimenti della Prima Guerra mondiale, assoggettata alla brutalità del fascismo contro le minoranze slave e alla feroce occupazione tedesca, divenne, su iniziativa dei comunisti jugoslavi, un nuovo teatro di violenze, uccisioni, rappresaglie, vendette contro gli italiani, lì da sempre residenti. Non si trattò – come qualche storico negazionista o riduzionista ha voluto insinuare – di una ritorsione contro i torti del fascismo. Perché tra le vittime italiane di un odio, comunque intollerabile, che era insieme ideologico, etnico e sociale, vi furono molte persone che nulla avevano a che fare con i fascisti e le loro persecuzioni.Tanti innocenti, colpevoli solo di essere italiani e di essere visti come un ostacolo al disegno di conquista territoriale e di egemonia rivoluzionaria del comunismo titoista. Impiegati, militari, sacerdoti, donne, insegnanti, partigiani, antifascisti, persino militanti comunisti conclusero tragicamente la loro esistenza nei durissimi campi di detenzione, uccisi in esecuzioni sommarie o addirittura gettati, vivi o morti, nelle profondità delle foibe. Il catalogo degli orrori del ‘900 si arricchiva così del termine, spaventoso, di “infoibato”.

Antonio Pianelli

10 Febbraio 2019 15:29 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio 2019 15:29
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