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CULTURA&SPETTACOLO

Napoli: "Il Sud nel cinema" al Centro Studi Pietro Golia

14 Aprile 2019 10:34 —

Una rassegna di 11 film per la rivisitazione storica e la ricostruzione identitaria del nostro Sud. Questa è la ricerca cinematografica che il Centro Studi Pietro Golia propone ai soci, con cadenza settimanale a partire da martedi 16 aprile sino a giovedì 27 giugno, con una formula originale, che nelle serate programmate, nella propria sede napoletana di via Renovella 11 (nei pressi di piazza Nicola Amore) prevede dalle ore 20 la degustazione di prodotti tipici meridionali e dalle ore 21 prima una breve presentazione a cura di esperti e subito a seguire la proiezione del film.

Dai film in programma si evince un contributo culturale di notevole spessore, sostenuto anche attraverso uno dei criteri di selezione, che ha escluso quelli “più commerciali” e meglio distribuiti a vantaggio di opere che, singolarmente o nell’insieme, concorrono a comporre, per la originalità dei contenuti o di precipui aspetti, una visione storica e culturale del Sud priva di condizionamenti e libera finalmente dai pregiudizi.

Il  film di Vancini del 1972 sui fatti di Bronte e il contemporaneo Brigante di Germi,  rappresentano l’inizio della rivisitazione critica dell’epopea risorgimentale - che non è certamente il risultato del fallimentare utopismo rivoluzionario dell’Allonsanfan del 1974 dei fratelli Taviani – quando in pochi anni, il tema del brigantaggio, assume rilevanza e dignità storica e sociale, anche attraverso la digressione in tono romantico dei Briganti di Marco Modugno del 1993 e dove il cult di Pasquale Squitieri del 1999 rileva che Li chiamarono…..briganti!, mettendo definitivamente in luce la strategia dell’annessione e finendo all’indice proibitorum, dagli strumenti occulti di un potere liberatore ed oppressore al tempo stesso, cha ad oggi ha esaurito le sue capacità di governo del territorio.

Nelle immagini di sfondo e nei paesaggi della terra meridionale, restano i segni della sconfitta subita nel 1860 , ma nei volti e nelle scene dei film successivi, senza alcun disegno strategico, a partire dal Sangue vivo del 2000 di Winspeare, le Conseguenze dell’amore di Sorrentino del 2004, del Fuoco su di me di Lambertini del 2006 e di Noi credevamo di Martone del 2010, emergono individualità e personalità munite di giudizio critico e un nuovo senso della storia e del ruolo del popolo meridionale, con tanta voglia di riscatto e ritorno al Sud come i due divertenti personaggi (Pio e Amedeo) di Amici come noi di Lando del 2014.  A chiusura della rassegna, che non è e non vuole essere esaustiva, un profetico da smentire 2061 di Carlo Vanzina.       

Marco Spera

14 Aprile 2019 10:34 - Ultimo aggiornamento: 14 Aprile 2019 10:34
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