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SPORT

Napoli: Isolympia, intervista a Alessandro Incerto di Giovanni Spinazzola

11 Luglio 2019 15:42 —

Attore tra i più apprezzati del panorama italiano, Alessandro Incerto è reduce dall’Isolympia, dove ha ricoperto la figura dell’interprete per le opere letterarie in concorso. La Redazione de “I Fatti di Napoli” l’ha contattato, in esclusiva per un’intervista ad ampio raggio. 
È reduce dalla straordinaria iniziativa dell’Isolympia, legata anche alle Universiadi in corso di svolgimento a Napoli. Cultura e sport di pari passo quindi?
“Sì, assolutamente. Dovrebbe far parte del Dna di un essere umano. La cultura a forgiare interiormente e lo sport strutturalmente. La cultura è la parte profonda dell’uomo, dell’animo. È il punto di ragionamento. È una delle iniziative più completa e varie degli ultimi anni; d’altronde anche storica perché fu Augusto a volere le Universiadi Isolimpiadi. Orgogliosissimi, quindi, di essere parte di questa iniziativa”. 
È stato interprete per le opere letterarie in concorso. C’è qualcuna delle opere che l’ha colpita di più?
“Stamattina è passato il vincitore, Paolo Miggiano, a portarmi una copia del libro perché teneva a consegnarmelo. Mi ha detto di essersi emozionato alla mia lettura e non ho potuto far altro che spiegargli come fosse tutto una logica conseguenza. È una lettura, infatti, di un bambino colpito dalla traiettoria di un proiettile, con la giovane vita finita lì, insieme a tutti i suoi progetti; stroncato tutto da una pallottola che ha attraversato il suo corpicino. Non sono riuscito a fare altrimenti che dare la giusta enfasi ad una lettura che ha vinto il primo premio meritatissimo. C’erano anche altre opere letterarie molto interessanti ed inerenti alla droga di cultura; perché questa è fondamentale per l’uomo”. 
Napoli come ha risposto, come città, a queste Universiadi? 
“Napoli ha fatto tutto quello che era nelle sue possibilità e credo egregiamente, nonostante le difficoltà naturali e presenti in una grande città. Tutte le metropoli hanno grandi problemi, non solo Napoli ed è bene sottolinearlo. Napoli si è adattata nel miglior modo possibile ed ha dato ottimi risultati”. 
È corretto affermare come Napoli si sia riscattata con queste Universiadi? 
“Assolutamente sì, perché stiamo cercando di mettere in mostra le immagini belle di Napoli. Attraverso una serie di iniziative, opere ed eventi stiamo facendo vivere Napoli nel giusto modo. Le capacità ci sono ma non vengono mai messe in evidenza; spesso si tende sempre a risaltare gli aspetti negativi. I Bastardi di Pizzofalcone, ma anche tante altre serie televisive stanno mettendo in luce quella che è la realtà. È facile sparare a zero contro una città; è chiaro come poi l’immagine venga distrutta. Perché accade tutto ciò? Perché siamo invidiati. Per la nostra bontà d’animo, per il nostro essere socievoli e sodali; evidentemente sono qualità invise. Forse di lati positivi ne ha talmente tanti la città che si punta a non farli uscire fuori”. 
È una provocazione; forse conviene far evidenziare solo il lato negativo di Napoli. 
“Assolutamente sì. Perché ci temono ed invidiano. Abbiamo il fior fiore degli artisti, una cultura inestimabile; possiamo vantare musicisti ed attori di altissimo livello. Diamo fastidio e sinceramente non capisco il perché. Noi siamo così; è colpa nostra se cerchiamo di dare il nostro meglio senza cattiveria? Non vedo perché di Napoli si debba parlare solo in un senso. Non è giusto. Non abbiamo fatto del male a nessuno e, anzi, abbiamo subìto tanto e tanto nel tempo. Tornando indietro, ci hanno seppelliti, siamo stati vittime di tante situazioni, a partire dall’epoca dei Borboni. Mi piace definire non degno chi ha abbandonato questa città. Noi invece cerchiamo di regalare qualcosa di buono tra mille difficoltà, ed i feedback li riscontriamo con i tanti turisti che affollano le nostre strade, anche dopo produzioni televisive come l’amica geniale oppure i Bastardi di Pizzofalcone. Hanno restituito a Napoli il turismo mancato per tanti anni, colpa della denigrazione. Siamo fieri di quanto creato, ci stiamo ricompattando per dare il meglio. È una città che non può e non deve morire”. 
Ci raccontava dei Bastardi di Pizzofalcone. È stato un attore protagonista di questa fiction tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni. Ci può raccontare il vostro obiettivo di mettere in luce la città?
“La serie è tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni, una persona di grandissimo rilievo culturale. Credo sia il portabandiera del risveglio della dignità dei napoletani e della cultura della nostra città. De Giovanni ha riacceso la scintilla e veramente lo riconosciamo come il nostro portabandiera. Ha portato fuori da Napoli il modo giusto di raccontarla. Nei bastardi di Pizzofalcone – dove ricopro il ruolo del medico legale – il clima è stato eccezionale, perché si è riunito un cast di persone di altissimo livello. Siamo tutti intenti a cercare di dare il meglio per rappresentare la nostra città. Siamo stati diretti da Alessandro D’Alatri, il top dei registi a livello nazionale. Alessandro vanta una formazione professionale eccezionale e, al di là di quello, vanta anche una grande umanità. Abbiamo cercato di far vedere Napoli nel modo giusto, con tutte le sfaccettature possibili ed immaginabili, con i casi tristi raccontati senza enfatizzarli. Abbiamo raccontato Napoli con il giusto equilibrio e questo ha permesso al telespettatore di viverla nel modo giusto. Non vogliamo dare solo un’accezione positiva, perché sarebbe sbagliato, ma rappresentiamo la città in modo equilibrato. Facciamo solo vivere Napoli; poi, se è fantastica, non è mica colpa nostra. Ci dovranno sopportare (sorride, ndr)”. 
Lei è un grandissimo attore. Ci può raccontare qualche progetto futuro? 
“Tengo a non anticipare le cose. A dicembre uscirà probabilmente un film con Alessandro Siani. Un film molto simpatico che si chiama ‘Il giorno più bello del mondo’. A fine settimana, poi, ci stiamo attrezzando per un nuovo progetto su Napoli. È sempre una sfida per un attore cimentarsi in ruoli differenti”. 
Le Universiadi stanno mettendo in luce Napoli. Possiamo affermare che la città “può fare quello che vuole” come organizzazione di eventi ad ampio raggio?
“Napoli ha colto qualunque sfida; può accoglierla cimentandosi e dando il meglio di sé stessa. Finora ha affrontato molto bene tutto. Napoli è sempre aperta ad ogni evento e sfida nuova; con lo spirito che ci ritroviamo noi napoletani, è difficile che non vengano accettate”.     

11 Luglio 2019 15:42 - Ultimo aggiornamento: 11 Luglio 2019 15:42
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