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CRONACA

Napoli: Omicidio Mennella, il legale dell'assassino ha appellato la sentenza. La sorella della vittima: “Ma quale appello! Direttamente la pena di morte, ci vorrebbe”

27 Febbraio 2019 19:24 — L’avvocato di parte civile Alberto Berardi confida nella conferma dei 20 anni. Domenica il caso sarà raccontato su Rai 3 nel programma “Amore Criminale”

Ma quale appello! Direttamente la pena di morte, ci vorrebbe”. E’ amaro e duro il commento di Assunta Mennella alla notizia che il legale dell’assassino reo confesso di sua sorella Mariarca, l’avv. Giorgio Pietramala, ha appellato la sentenza di primo grado con cui l’ex coniuge della vittima, il pizzaiolo di Torre del Greco Antonio Ascione, è stato condannato il 4 ottobre scorso dal Tribunale di Venezia a soli vent’anni di carcere (sarebbero stati trenta, ma la scelta del rito abbreviato ha portato allo “sconto” di un terzo della pena): com’è noto la tragedia si è consumata all’alba del 23 luglio 2017 a Musile di Piave, nel Veneziano, dove Maria Archetta, che aveva solo 38 anni, stava cercando di rifarsi una vita dopo la separazione da quel marito oppressivo e violento.

E’ una vergogna, siamo profondamente delusi dalla giustizia italiana. Ci saremo dovuti appellare noi, vent’anni sono niente in confronto al crimine che l’assassino ha commesso, e invece lo può fare (e l’ha fatto) solo la difesa. La realtà è che le leggi sono fatte non per tutelare le vittime, ma i colpevoli, che godono di tutti i privilegi” sbotta la sorella.

Assunta non nasconde di nutrire tanti timori. “Vedendo come va a finire spesso in questi casi, ho paura che l’assassino di mia sorella ottenga ulteriori sconti di pena. Certo, mi auguro che non sia così, che quanto meno confermino i vent’anni, ma ho il terrore di potermelo ritrovare davanti tra una decina d’anni: già adesso ci sta creando non poche difficoltà con le lettere che invia a casa ai figli”, entrambi minori.

Io credo - conclude la sorella di Mariarca a cui sono stati affidati i nipoti - che per chi commette crimini così efferati, chi ammazza una persona e priva i figli, anche suoi, della mamma, non si dovrebbe neanche celebrarlo, il processo: dovrebbero marcire direttamente e per sempre in carcere. O meglio ancora ci vorrebbe la pena di morte, forse così si metterebbe anche un freno a tutti questi femminicidi: io sono cattolica, ma di fronte a questa situazione… Non ci resta davvero altro che la giustizia divina”. Parole forti.

L’avvocato di parte civile Alberto Berardi, che assiste i familiari della vittima in collaborazione con Studio 3A-Valore S.p.A., tuttavia, è fiducioso per l’appello. “Era prevedibile che il legale di Ascione impugnasse la sentenza di primo grado e d’altra parte è un diritto dell’imputato: ne prendo atto – commenta il legale – Premesso questo, confido assolutamente che la pena venga confermata integralmente e con fondate regioni”.

In particolare, il prof. Berardi si batterà perché anche in appello vengano escluse le attenuanti generiche, “che il giudice di primo grado (il dott. Massimo Vicinanza, ndr) ha negato con motivazioni congrue giudicandole inammissibili per il comportamento tenuto dall’omicida prima, durante e anche dopo il reato, quando ha pure avuto l’ardire di giustificarsi per le sue azioni con la figlia accusando la mamma”. Quanto alle minacce, poi, l’avvocato di parte civile ricorda che “sono state pienamente acclarate nel corso delle indagini, sono provate da indiscutibili riscontri probatori e dalle dichiarazioni della figlia maggiore di Maria Archetta Mennella”: un paio di giorni prima del delitto, Ascione aveva minacciato con un coltello – la stessa arma usata per ucciderla - l’ex moglie, e la figlia, con uno scambio di whatsapp, acquisiti dalla Procura, lo aveva ripreso pesantemente.

E da ultimo, non c’è stato da parte dell’omicida nessun atto riparatorio, nessun gesto risarcitorio nei confronti dei familiari della ex moglie, a cominciare dai suoi stessi figli”, conclude Berardi, che pure, nei giorni scorsi, ha appellato la sentenza di primo grado, ma solo agli effetti civili (essendo l’unica iniziativa consentitagli dalle legge), rivendicando un più congruo risarcimento rispetto all’altrettanto inadeguata provvisionale (per i figli solo 50mila euro) stabilita dal giudice di primo grado.

Del tragico caso di Mariarca in questi mesi si è occupata anche la nota trasmissione di Rai TreAmore Criminale” dedicata alle vittime di femminicidio e la storia della 38enne di Torre del Greco aprirà la nuova edizione del programma condotto da Veronica Pivetti nella puntata che andrà in onda domenica 3 marzo, dalle 21.20: oltre ai familiari , sono stati intervistati, tra gli altri, anche l’avvocato Berardi e il Presidente di Studio 3A-Valore S.p.A., dott. Ermes Trovò, che si è fatto carico gratuitamente della tutela della famiglia Mennella.

27 Febbraio 2019 19:24 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio 2019 19:24
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