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Paris Saint Germain-Napoli: Ad un passo dal cielo

25 Ottobre 2018 00:07 —

Ad un passo dal cielo. Il sogno del Napoli, quello di realizzare l’impresa al Paco dei Principi, contro il PSG, una delle favorite per la vittoria finale del trofeo, si spegne al 93’, in pieno recupero, quando Di Maria – si, proprio lui, il calciatore che avrebbe potuto indossare la maglia azzurra – con un sinistro maligno infila Ospina, incolpevole, per il 2-2 finale. Un gol bello quanto ingiusto, perché il Napoli avrebbe meritato di gran lunga i tre punti, premio più che giusto ad una gara praticamente perfetta degli azzurri, ancora una volta preparata in maniera esemplare da quel mago di Carlo Ancelotti, un tipo che ha tre Champions League nel salotto di casa. È mancato solo una cosa ai partenopei stasera; il fattore C, con la Dea bendata che – colpevolmente – ha girato le spalle a Mertens e compagni. Solo amaro in bocca per il Napoli, nonostante un pareggio, prima della gara, sarebbe stato più che gradito, almeno sulla carta. Eh sì, perché almeno sulla carta, l’impegno era più che proibitivo, quasi impossibile per gli azzurri; Mbappé, Neymar, Di Maria e Cavani un poker offensivo da far tremare i polsi a tutti, ma non alla squadra di Re Carlo, perché il tecnico è tipo che non si spaventa davanti a nulla. Ed infatti ripropone gli stessi undici che hanno superato il Liverpool, con Maksimovic terzino destro, Fabian Ruiz esterno sinistro e Mertens punta supportato da Insigne. Mosse nuovamente azzeccate, perché la squadra dopo un quarto d’ora di assestamento, inizia a produrre gioco in quantità industriale, con giocate di prima e quasi d’alta scuola a mandare al manicomio il fragile sistema difensivo dei parigini, orfano pure di Thiago Silva. La traversa – come al San Paolo contro il Liverpool – ferma nuovamente Mertens ed è quindi Insigne alla mezz’ora a punire i padroni di casa con un pallonetto letale quanto il morso del Taipan occidentale, il serpente più velenoso del mondo. Una squadra perfetta in campo, ben organizzata, con un Fabian Ruiz a tratti monumentale ha messo alle corde a più riprese il PSG e solo la mancanza di cinismo sotto porta, difetto atavico degli azzurri, ha impedito alla squadra di ottenere un risultato più largo. “Ciro” Dries ha poi trovato la via della rete, al 77’, lesto in piena area a sfruttare una carambola su Kimbempe e depositare alle spalle di Areola ma, purtroppo per gli azzurri, non è bastato a portare a casa i tre punti ed un pezzetto di qualificazione. Ed è questa la nota stonata in casa partenopea; devono bruciare come fuoco sulla pelle i tre punti persi, perché solo così la squadra può crescere in mentalità, acquisendo quella vincente delle grandi squadre. Osannare le prove dei singoli è addirittura ingeneroso in coda ad una partita di tale spessore giocata dagli azzurri, contro ogni pronostico, ma ci è impossibile non menzionare lo strepitoso Allan, capace di recuperare un’infinità di palloni ed aggredire le caviglie di ogni avversario, e la prova di Koulibaly, una sorta di muro invalicabile per tutti. Se Neymar, Mbappé e Cavani si sono ridotti a semplici comparse, il merito è di tutto il gruppo, con un Maksimovic ancora perfetto nell’inedito ruolo di terzino destro. Proviamo, però, a guardare il bicchiere mezzo pieno; nel girone della morte gli azzurri sono secondi in classifica alle spalle del Liverpool (potevano essere addirittura primi), hanno messo sotto i Reds e maramaldeggiato a tratti a Parigi e sono in piena corsa per la qualificazione, definita impossibile ad agosto scorso. Basterà vincere le prossime due gare interne consecutive (una, però, tra 15 giorni contro il PSG) per poter festeggiare addirittura il pass per gli ottavi con un turno d’anticipo e volare a Liverpool per un’amichevole o poco più. “Impossible is nothing” recitava un vecchio spot ed è bene che lo ricordino i calciatori azzurri. Ora, però, è tempo di pensare al campionato e ad un’altra super gara, in programma domenica sera al San Paolo; a Fuorigrotta arriva la Roma e servono i tre punti per continuare a seguire la Juve a distanza. La Champions ritornerà tra 15 giorni, ma non si può mollare di un centimetro.

Giovanni Spinazzola

25 Ottobre 2018 00:07 - Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre 2018 00:07
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