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CRONACA

Politiche di tutela e di sviluppo del paesaggio

10 Febbraio 2023 12:41 —

Le politiche finalizzate alla tutela e allo sviluppo del paesaggio necessarie all’uomo e al buon vivere comprendono una serie di interventi concatenati, traversali ed orizzontali, in un percorso che deve necessariamente essere inquadrato in una visione multidisciplinare. Pertanto il modello a cui dobbiamo fare riferimento sono le riforme strutturali paesaggistiche.

L’insieme delle politiche del paesaggio con tutti gli ecosistemi che lo costituiscono, rappresentano una risposta efficace al progressivo impoverimento produttivo di alcuni territori, nonché scarsa tutela di alcuni ecosistemi naturali indispensabili al benessere, la cui responsabilità è della classe dirigente lassista ancora troppo legata alla mentalità liberista. Praticamente il liberismo selvaggio non curante degli equilibri naturali e della sostenibilità considerata un costo, produce degrado rendendo alcuni territori meno competitivi di altri, poiché lo Stato lasciando l’azione al libero mercato, si è dimenticato di svolgere la sua normale funzione di controllo, di sviluppo e di riequilibrio della produttività. Quindi nell’illegalità e l’abbandono, la speculazione edilizia senza controllo diventa l’unica forma di sviluppo. Diventa perciò necessaria una riclassificazione del territorio a partire dal piano politico, economico e sociale, puntando sulla capacità di fare sistema con le riforme proposte dall’ideologia della qualità della vita.

Attualmente in Europa gli ecosistemi naturali sono ridotti a piccoli nuclei isolati all’interno di vaste aree antropizzate, all’interno di queste le aree di tutela della biodiversità si riducono, ciò costituisce un ulteriore fattore di frammentazione. Quindi il controllo e lo sviluppo delle riforme strutturali paesaggistiche dell’ideologia della qualità della vita sta nella programmazione di corridoi biologici di connessione fra aree con livelli di naturalità più o meno elevati, finalizzata alla realizzazione di una fitta rete di riserve naturali, con parchi urbani, fasce boschive, parchi agricoli, che mirino al rafforzamento della biopermeabilità, spesso messa a rischio dalla cementificazione selvaggia che non conosce confini.

Qualsiasi attività di pianificazione deve essere concepita in funzione delle proprietà delle diverse tipologie di suolo e dei bisogni della società di oggi e di domani. Nell’ultimo secolo abbiamo sottratto suolo in modo indiscriminato e questa tendenza non accenna a diminuire. A tale scopo, abbiamo le riforme strutturali paesaggistiche dell’ideologia della qualità della vita che propongono criteri di costruzione verticalisti, con ampio uso di grattacieli. In modo da far conciliare crescita demografica ed economica funzionale al benessere. Quindi grandi zone urbanizzate connesse da trasporti efficienti, ma circondate da vaste aree e corridoi di verde pubblico e privato per attivare le necessarie azioni d’intervento, secondo criteri di sostenibilità ambientale, che comprende la tutela del suolo e della bio-diversità, il che vuol dire ridurre i rischi geologici in generale, tra cui quello idrogeologico.

Domenico Esposito

10 Febbraio 2023 12:41 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio 2023 12:41
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