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Roma-Napoli: 2-1. E' crisi di Giovanni Spinazzola

02 Novembre 2019 18:34 —

La crisi è ufficialmente aperta. Il Napoli cade contro la Roma all’Olimpico e chiude la peggior settimana degli anni con un bottino di due punti in tre gare. Una media da zona retrocessione, altro che scudetto, ed infatti la squadra è sempre più giù in classifica. Scontro diretto per il quarto posto perso e la Roma vola, lasciando il Napoli a leccarsi le ferite. Gli azzurri non sono fortunati; traversa e palo nella stessa azione ed un salvataggio sulla linea per iniziare, tiri fuori di un soffio ed anche qualche svista arbitrale (punizione dal limite non fischiata su Lozano e l’angolo non concesso a gara chiusa erroneamente) ma la squadra di Ancelotti non si è certo espressa nel suo massimo potenziale. Serviva una gara come quella di mercoledì – per intensità e voglia di vincere – invece in campo è scesa una squadra svuotata, molle, che ha regalato mezz’ora ad una Roma che non è proprio il Brasile di Pelè. Solo dopo il rigore Mertens e compagni hanno iniziato a giocare, alzando la pressione e chiudendo nella sua metà campo gli avversari; un dominio, però, durato appena un quarto d’ora, con la porta di Pau Lopez presa a bombardate come nemmeno in tempo di guerra. Le partite, però, durano 90 minuti e gli azzurri non possono permettersi il lusso di giocare solo una frazione di esse oppure di snobbare l’avversario, entrando in campo con sufficienza. Il gol di Zaniolo è la fotocopia di quello incassato da Kurtic; il centrocampista non segue la penetrazione dell’avversario, il centrale di turno non accorcia ed il gol è cosa fatta. Stessi errori, quindi, in ripetizione a voler confermare come la squadra non riesce a riparare ai danni commessi in precedenza. Zielinski in mezzo al campo non fa filtro ed il polacco in fase offensiva gioca solo a sprazzi, Insigne e Callejon stasera non hanno funzionato, con il Capitano che sta diventando uno dei problemi di questa squadra. Milik ha segnato anche oggi, mostrando di essere tornato il bomber ammirato nella scorsa stagione ma il deficit di cinismo è un problema atavico di una formazione che proprio non riesce ad essere cattiva e spietata. È apparsa anche un po’ stanca, soprattutto in alcuni calciatori, poco lucidi nelle varie fasi di gioco, con palloni persi a iosa ed amnesie costate carissime. Se, ancora una volta, il migliore dei tuoi è il portiere, bravissimo a tenerti in vita in più di un’occasione, allora il punto di non ritorno è vicino. Non ha aiutato anche la squalifica di Ancelotti, con Re Carlo relegato in tribuna ma è chiaramente la squadra tutta a finire sotto processo. Il sogno scudetto è praticamente andato, limitare i danni è finire tra le prime quattro, priorità assoluta in stagione. Ora è tempo di pensare all’impegno di martedì; battere il Salisburgo e centrare la qualificazione agli ottavi è il minimo sindacale per poi chiudere sabato sera contro il Genoa prima della sosta che dovrà servire a riordinare le idee. Chiosa finale sull’arbitro; Rocchi non ha commesso disastri come il collega Giacomelli, ma ha comunque lasciato perplessi; il fallo su Lozano al limite dell’area non l’ha visto ed ha consentito alla Roma perdite di tempo infinite ed un gioco molto falloso, con i gialli estratti solo a fine gare. Il VAR, stavolta, ha funzionato benissimo per condannare gli azzurri, chissà perché mercoledì si è optato per altre decisioni. L’uniformità di giudizio non sarebbe proprio male…

02 Novembre 2019 18:34 - Ultimo aggiornamento: 02 Novembre 2019 18:34
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