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SALUTE

Sanità: Ancora pochi giorni di speranza per i laboratori della Campania. Dal 1 luglio dovranno chiudere. In ballo 3.000 posti di lavoro

18 Giugno 2018 19:09 —

L’attuale quadro normativo campano prodotto dal susseguirsi di Commissari nel corso degli anni, ha imposto l’obbligo di aggregazione dei laboratori di analisi clinche subordinandolo ad un modello organizzativo basato su hub&spoke determinando la chiusura di centinaia di laboratori che vengono trasformati in punti prelievo. Il giorno 30 giugno sarà il termine ultimo, oltre il quale se non cambierà qualcosa, circa 300 laboratori sotto la soglia delle 200 mila prestazioni saranno costretti a dismettere l’attività con il conseguente licenziamento della maggior parte del personale addetto. Il nuovo modello, per come è strutturata la rete dei laboratori nella Regione Campania, non porterà alcun risparmio economico per il Servizio Sanitario Regionale bensì comporterà solo un drastico ridimensionamento dei laboratori privati con una violazione delle norme a tutela della concorrenza e l’accentramento della fase analitica in pochi hub centralizzati. Condizione questa che non garantirebbe risposte urgenti con lo spostamento giornaliero di migliaia di campioni biologici da una parte all’altra della regione. Da oltre mezzo secolo e fino ad oggi il modello della diagnostica di laboratorio Campano è risultato essere uno dei più virtuosi in Italia. Infatti se è vero che la qualità è il rapporto tra “caratteristiche del servizio in relazione al prezzo” il modello campano rispecchia a pieno tale principio in quanto, pur essendo le prestazioni remunerate con un tariffario più basso d’Italia, non viene minimamente minata la qualità del servizio reso. Dove per qualità si intende soprattutto il rispetto delle norme vigenti e delle linee di indirizzo fissate dalle società scientifiche in ambito di precisione analitica e, quindi, di caratteristiche tecniche. La qualità va valutata anche per le caratteristiche del servizio, ovvero essere in grado di consegnare un referto velocemente, in giornata o in pochissime ore, se non addirittura nell’arco di un’ora. “Con l’applicazione della normativa attuale” spiega ai Fatti di Napoli il Dr. Salvatore Cortese, biologo esperto in certificazione di qualità e titolare di un laboratorio destinato a chiudere, “dal 1 luglio, il trasferimento dei campioni potrebbe comportare una deperibilità che può alterare il risultato analitico. Ma la cosa più incredibile è che la perdita di tanti posti di lavoro avviene sotto gli occhi di chi ci governa da anni e senza che nessuno dica o faccia qualcosa. Il paradosso è che la Regione Campania, obbliga la chiusura dei laboratori e poi cerca di creare posti di lavoro, magari spendendo altri soldi mentre questi sono posti di lavoro a costo zero, ovvero dei circa 120 milioni di euro stanzianti per garantire circa 35 milioni di prestazioni di laboratorio che erogano le strutture private accreditate, non si risparmierà neanche un centesimo di euro con l’aggregazione coatta. Per questo non ha nessun senso chiudere i laboratori e perdere migliaia di posti, visto che il badget di spesa resta sempre lo stesso. L'aggregazione, oltre ad arrecare danni, serve solo ad arricchire i pochi grossi gruppi a discapito dei tanti piccoli professionisti e dei loro dipendenti. Fino a fine mese 300 laboratori sono ancora in ballo, Se non ci si muove ci sarà la perdita di migliaia di posti ed entreranno in crisi circa 50 aziende lavorative del sistema dell’indotto. La politica ha l'obbligo di farsi carico di questi lavoratori e delle relative aziende che sono in ginocchio. Altrimenti ci ritroveremo tra due anni, quando saranno terminati i sussidi, altri disoccupati troppo maturi per iniziare un altro lavoro e troppo giovani per andare in pensione. Questa tragica situazione rappresenta l’espressione di un meridione abbandonato e di un paese dove ci si occupa solo delle questioni che vengono alla ribalta delle cronache” conclude Cortese.

18 Giugno 2018 19:09 - Ultimo aggiornamento: 18 Giugno 2018 19:09
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