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Udinese-Napoli: 1-1. "Ancora nel tunnel" di Giovanni Spinazzola

08 Dicembre 2019 09:46 —

Il Napoli non perde ad Udine, ma nemmeno vince. La squadra non è ancora guarita, non è ancora fuori dal tunnel e la luce sembra lontana. Solo un pareggio contro l’Udinese – non proprio Barcellona o Real Madrid – ed una vittoria che continua a latitare, addirittura assente da metà ottobre, quasi due mesi. Una partita a tratti davvero molto brutta, sintomo della situazione precaria che si vive in casa azzurra in queste settimane; la squadra è nervosa ed il gioco è farraginoso, e solo a tratti si vede una manovra di squadra ragionata. Spesso, infatti, ci si rintana nella giocata del singolo oppure in qualche situazione sporadica, dettata dall’illuminazione personale come accaduto a Zielinski in occasione della rete del pareggio. Il polacco è stato il migliore del Napoli per distacco; ha disputato un secondo tempo sontuoso, ribellandosi alla sconfitta e trascinando i suoi compagni. Il polacco, quindi, ma anche Koulibaly, puntuale in difesa e bravissimo in alcuni anticipi in scivolata provvidenziali. Sono mancate, però, le bocche di fuoco a questa squadra, e sono assenti ingiustificati da troppo tempo ormai. Insigne stasera impalpabile, al pari di Callejon e Lozano; se i tenori non girano, non si cantano messe in casa azzurra ed anche Mertens è rimasto ingabbiato nella trappola friulana. L’assenza di Milik sta iniziando a pesare oltremodo, perché in un momento di grande difficoltà come quello attuale, un bomber di stazza può risolvere molte situazioni. Anche stasera, infatti, è apparsa tangibile l’assenza di un bucaniere. Le occasioni, certo, sono state pochissime, ma anche stasera abbiamo assistito al festival degli orrori. La squadra non gira ed Ancelotti può poco; la difesa viene bucata al primo errore e lo stesso tecnico si è più volte disperato di fronte agli errori parrocchiali dei suoi. Re Carlo ha provato nuovamente con il 4-4-2 per dare equilibrio dopo il ko contro il Bologna ma sia Insigne che Callejon hanno ampiamente deluso, con il primo sostituito per Llorente ed il secondo quasi a vagabondeggiare per il campo; un po’ come Lozano che proprio non rende nel ruolo di seconda punta alle spalle di Mertens. Il belga è, quindi, rimasto troppo isolato, anche perché i rifornimenti sono mancati, colpa anche di un Fabian Ruiz troppo lento nello smistare la sfera e verticalizzare il gioco. Lo spagnolo è, infatti, una mezzala, non ha nelle sue corde la regia e l’ha dimostrato nuovamente; si, deve, però, fare di necessità virtù ed abbiamo visto la versione peggiore del quadro della disperazione. In attesa del ritorno al successo in Serie A, martedì vi sarà una gara fondamentale; la sfida di Champions League contro il Genk. Una vittoria e saranno ottavi per gli azzurri, con il futuro – ed anche il mercato – da poter programmare anche con un po’ più di respiro. In caso di clamorosa sconfitta, sarà inevitabile ribaltone; a farne le spese il meno colpevole di tutti, il tecnico, per una rivoluzione che in estate non risparmierà proprio nessuno. Ricordate come finì la Congiura De’ Pazzi ai danni di Lorenzo e Giuliano De Medici nella Firenze del 1478? Francesco De’ Pazzi, Francesco Salviati, Jacopo e Renato De’ Pazzi furono impiccati, penzolanti dalle finestre di Palazzo della Signoria. L’esito, non potrebbe essere tanto diverso (ovviamente a livello sportivo s’intende) per i rivoltosi all’interno dello spogliatoio azzurro. 

08 Dicembre 2019 09:46 - Ultimo aggiornamento: 08 Dicembre 2019 09:46
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