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CRONACA

Caso Yara: Ergastolo confermato per Massimo Giuseppe Bossetti

18 Luglio 2017 09:40 —

La Corte d’Assise d’Appello di Brescia tra la notte del 17 e la mattina del 18 luglio, dopo una camera di consiglio di oltre 15 ore, ha confermato l’ergastolo per Massimo Bossetti, il carpentiere di Mapello accusato nel luglio del 2016 in primo grado di essere l’autore del delitto ai danni di Yara Gambirasio. La ragazzina tredicenne di Brembate di Sopra (Bergamo) era scomparsa nel novembre del 2010, non rientrando dalla consueta lezione di ginnastica ritmica. Il suo corpo fu tristemente trovato nel febbraio del 2011 vicino a Chignolo d’Isola. L’autopsia rivelò che Yara fu colpita alla testa e ricevette un colpo con arma da taglio possibilmente fatale alla gola. Probabilmente però, morì a causa del freddo, con l’assassino che si allontanò con la vittima ancora in vita. L’omicidio di Yara Gambirasio ha indubbiamente sconvolto una intera comunità nonché l’opinione pubblica italiana, data la tenera età della ragazza e la terribile efferatezza con cui si sono svolti gli eventi. Le indagini cominciate poco dopo il ritrovamento del cadavere sono durate circa tre anni. Diversi gli strumenti a disposizione degli inquirenti: analisi video di telecamere, individuazione degli spostamenti di Yara attraverso le celle telefoniche del cellulare, ma soprattutto la possibilità di comparare una traccia di DNA individuata sul leggins della ragazzina non appartenente ad essa, quella di Ignoto 1. La prova del DNA nel 2014 ebbe un riscontro dopo un’analisi svolta in un cantiere di Mapello, con un’accusa verso l’allora quarantaquattrenne Massimo Bossetti. Successivamente, le indagini rivelarono che il cellulare di Bossetti si trovava nella stessa zona della palestra di Yara in quel maledetto 26 novembre 2010. Inoltre, il furgone di Bossetti è stato individuato nella zona di Brembate in quella notte, grazie alla presenza di alcuni video che rivelarono la presenza ed il passaggio del furgone bianco del carpentiere. Sul corpo di Yara furono finanche ritrovate tracce di materiale compatibile con i sedili della vettura, nonché tracce di calce nei polmoni e di materiale cantieristico sotto la suola delle scarpe. Nel luglio 2016 dopo un anno di processo ed oltre 45 udienze Bossetti fu accusato di omicidio di primo grado. Oggi, la Corte d’Assise d’Appello di Brescia ha confermato tale sentenza, assegnando l’ergastolo al muratore di Mapello. Resta cruciale l’esame del DNA, prova chiave per l’accusa sia in primo sia in secondo grado. Nel corso dell’appello Bossetti ed i suoi legali avevano richiesto la scarcerazione o il riesame del DNA, secondo loro poco chiaro e da ripetere con massima disposizione dell’imputato. Bossetti nel corso del processo ha rivolto alcune parole alla vittima, giudicando atroce quello che ha subito e definendosi nuovamente innocente. Alla pronuncia della sentenza sia il carpentiere sia la moglie sono scoppiati in lacrime. I suoi avvocati hanno già annunciato il ricorso in cassazione.

A.P.

18 Luglio 2017 09:40 - Ultimo aggiornamento: 18 Luglio 2017 09:40
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