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Napoli: La sconfitta di Londra apre dubbi ed interrogativi. C'è chi crede che la squadra sia in dropout e chi invece crede nella rimonta

12 Aprile 2019 17:54 —

La sconfitta di ieri brucia ancora in casa Napoli, perché il ko contro l’Arsenal è stato pesante, con la qualificazione alle semifinali di Europa League diventata improvvisamente una sorta di utopia. Il risultato è stato inclemente, così come imbarazzante la prestazione degli azzurri, soprattutto nel primo tempo.  Già, ma cosa non funzionato nella maledetta serata dell’Emirates Stadium di ieri? Praticamente tutto. Proviamo ad evidenziare tutti i punti.

Mentalità. Il Napoli, nelle ultime trasferte in Inghilterra, le ha sempre prese, spesso pure di santa ragione. Sei anni fa a Londra finì proprio come ieri, non è andata meglio contro il Manchester City e, naturalmente, contro il Liverpool nella fase a gironi di Champions League. L’inglese è indigesto ai partenopei ma, più in generale, il Napoli ha una grave assenza di personalità. La presenza di Ancelotti, per invertire la tendenza, da sola non può bastare. Il tecnico può indicare la via ma non scende in campo; servono, quindi, calciatori di esperienza, dalla mentalità vincente. Solo i top player sono capaci di caricarsi la squadra sulle spalle, soprattutto nelle gare europee quando il risultato conta più di ogni altra cosa. L’esperienza è fondamentale in ambito internazionale e la gara di ieri l’ha dimostrato ancora una volta. Ecco perché il Napoli dovrebbe essere formato dal giusto mix tra gioventù e calciatori scafati.

Difesa. Meret promosso a pieni voti, Koulibaly ha fatto il possibile. Il portiere ha realizzato tre super interventi tenendo a galla i suoi compagni di squadra, il senegalese ha provato a mettere toppe sulle falle enormi provocate anche dl fuoco amico. Se KK ha raggiunto la sufficienza e Maksimovic non ha demeritato, il problema dei terzini è atavico in casa Napoli. Hysaj e Mario Rui hanno dimostrato nuovamente la loro inadeguatezza. L’albanese, preferito a Malcuit per la sua miglior capacità difensiva, è stato disastroso; inconcludente in attacco, anche in difesa ha palesato topiche clamorose, con Kolasinac che ha trasformato la fascia in terra di conquista permanente. Sull’altro versante Mario Rui ha fatto addirittura peggio. Il lusitano è il responsabile principale della prima rete incassata; il numero 6 ha dapprima perso palla in maniera incredibile, poi – non contento – ha sbagliato la copertura. Anziché ritornare indietro e coprire la sua porzione di pertinenza rimasta scoperta, ha abbozzato un timido intervento al centro lasciando sguarnita la zona esterna, con Koulibaly – a quel punto – costretto a scalare e lasciare la falla al centro. Un orrore da matita blu, insomma, in una gara disastrosa.

Centrocampo. L’uomo, per rendimento, migliore della stagione del Napoli è venuto meno nella gara più importante. Fabian Ruiz ha giocato la sua peggior gara da quando è all’ombra del Vesuvio ma lo spagnolo non rifiata da mesi. Alternative a centrocampo non ve ne sono (partiti e non rimpiazzati Rog ed Hamsik, Diawara infortunato) ed il numero otto è costretto a tirare la carretta da solo mostrando segni di cedimento, come il pallone sanguinoso perso a centrocampo da cui è nato il 2-0. Accanto a lui Allan, da qualche mese, non è più il sublime interditore di centrocampo invidiato da tutti. Il brasiliano ha perso colpi, è in affanno e ne risente tutta la fase difensiva della squadra. Male, malissimo anche Piotr Zielinski, uno dei calciatori più incostanti della storia. Il polacco ha divorato una grande occasione che poteva regalare un gol prezioso al Napoli; il suo errore è stato la classica ciliegina sulla torta di una prestazione completamente da dimenticare; gara anonima, sottotono, disarmante. Ci si aspetta il salto di qualità da lui, la svolta – auspicata anche dal Presidente della Federazione polacca Boniek – ma chissà se arriverà mai.

Attacco. Ancelotti ha preferito, dal 1’, puntare sui “piccoli” Insigne e Mertens per provare a colpire in velocità e palla a terra l’Arsenal. Idea giusta ma il tecnico è stato tradito da entrambi. Il capitano ha giocato una gara quasi inconcludente; ha sulla coscienza l’errore arrivato sul finale del primo tempo che poteva riaprire la partita e dare un senso totalmente diverso alla gara di ritorno. Una delusione totale da chi, solo qualche giorno fa, dichiarava di avere dimostrato le sue qualità da top player e di essere pronto per vincere trofei. Meno presunzione ed arroganza ma più umiltà non guasterebbero, considerato come i grandi calciatori siano chiamati a fare la differenza nelle gare che contano, come quella di ieri a Londra. Non da meno il belga; tante corse a vuoto senza mai trovare la posizione né la giocata giusta per una serata completamente da dimenticare in cui Milik è stato il maggior rimpianto.

Giovanni Spinazzola

12 Aprile 2019 17:54 - Ultimo aggiornamento: 12 Aprile 2019 17:54
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