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CRONACA

La storia: "Il potere terapeutico della penna". Io ho tentato il suicidio per la malascuola

05 Dicembre 2019 21:29 —

Il potere terapeutico della penna:io ho tentato il suicidio per la malascuola. Ti parlavano e non ti guardavano in faccia, ti interrogavano e non ti guardavano in faccia, piangevi, scappavi e non cambiava niente. Alla fine del secondo anno mi rifiutai per circa due mesi, credo, o tre,di andare a scuola. Non ce la facevo, stavo troppo male in quell'aula. E poi ebbi il debito formativo (un rimando soft a settembre) in tre materie. Qualcuno mi disse che non mi bocciarono perché ero figlia di un universitario. E così l'anno dopo feci questo gesto. I dieci anni successivi per me sono stati infernali. Ero sempre triste, dai 21 anni in poi, per molto tempo, non sono riuscita a parlare e mi bloccai negli studi. Mi sono laureata a 35 anni in medicina con 110 e lode. Alla fine il mio sogno si è avverato. E quelli mi dissero che non ero in grado. Da quando avevo sei anni sognavo di fare il medico. So di un altro ragazzo che durante il mio ciclo di studi in un istituto superiore del quartiere collinare si tolse la vita. Io ho fatto psicoterapia per 20 anni e, probabilmente, continuerò per tutta la vita. Ora ho deciso di fare una TAC del cranio per vedere se l'eventuale ipossigenazione derivata da quell'episodio mi ha provocato lesioni al cervello. Da circa 17 anni fumo cannabinoidi e da circa 12 ne sono dipendente. Ora parlerò con uno psichiatra,  specialista in questo campo, per capire se la mia tossicodipendenza possa dipendere da tale vissuto, ma io credo proprio di si. Ora,questa che vi ho raccontato non è una questione giuridica perché non c'e' reato. Ma è una questione morale: capacità didattiche pressocché pari a zero, empatia ed attitudini pedagogiche nulle, attenzione solo ai " raccomandati" figli di papà con i quali scambiarsi qualche favore sottobanco e contemporaneamente c'era gente come me (anch'io figlia di un professore universitario che però non si è messo a disposizione) che si ammazzava sui libri e magari riusciva da sola a prendersi un otto, il voto piu' alto di tutti, per poi, invece che essere incoraggiata,sentirsi dire " tu non andavi tanto bene al ginnasio, la versione già l'hai fatta con l'insegnante privato?" La mia risposta fu no. E dopo quell'episodio per me le cose andarono sempre peggio. Sono passati tanti anni, quanti ne ho impiegati per acquisire la consapevolezza del gesto che ho compiuto. Mi hanno detto che non devo farmi fagocitare dal dolore del mio vissuto, che devo andare avanti e io lo voglio fare, e adesso, purtroppo, voglio riuscire a farlo solo perché non la voglio dare vinta a chi, invece di supportarmi e farmi crescere, mi ha bloccato e mi ha fatto credere che io non valessi niente. No! Io valgo e lo so perchè me lo hanno dimostrato quei grandissimi professori con cui ho avuto a che fare alla facoltà di medicina e che mi hanno dato quella fiducia in me stessa che avrei dovuto acquisire tanti anni prima.  Questo è l'inizio della mia storia.

05 Dicembre 2019 21:29 - Ultimo aggiornamento: 05 Dicembre 2019 21:29
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