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Napoli-Genk: 4-0. Poker a Fuorigrotta. Milik one man show di Giovanni Spinazzola

10 Dicembre 2019 22:39 —

Il Napoli ha calato il poker sul prato verde del San Paolo ed ha conquistato i circa 25mila presenti sugli spalti dell’impianto di Fuorigrotta, inizialmente freddi per poi sciogliersi in canti e cori d’incitamento. Come ha fatto? Semplicemente giocando a calcio. Nulla di più. Il Napoli formato europeo è una squadra vera, devastante, in grado di abbattere tutto e tutti. Ha impiegato poco più di mezz’ora per travolgere il Genk – non certo Barcellona o Real Madrid, ma nemmeno tanto inferiore a Bologna o Udinese – con un one man show. È stata la serata di Arkadiusz Milik, il centravanti polacco più sfortunato di Paperoga e Paperino messi insieme; il polacco è un attaccante magnifico e, appena ne ha l’occasione, lo dimostra eccome. Ha calato il tris personale e si è portato il pallone a casa; tutto il repertorio sciorinato, eccetto il colpo di testa. Gol di rapina, da bomber opportunista d’area e cecchino infallibile dagli 11 metri per una prova a tutto tondo. Quanto è mancato Arek a questo Napoli; tanto, tantissimo e non è un caso che i partenopei siano tornati al successo al ritorno in campo del polacco. Milik più Allan; la coppia perfetta, la ricetta (mica tanto) segreta di una squadra a due facce, bifronte, versione Dr. Jekyll e Mr. Hyde. Il brasiliano è frangiflutti imprescindibile davanti alla difesa (come ammesso dall’allenatore ieri), perché l’unico uomo in grado di difendere ed attaccare, di ringhiare sulle caviglie avversarie e poi di far ripartire l’azione con lanci “alla Pirlo” come in occasione del 2-0 azzurro, con Di Lorenzo a servire magnificamente Milik. Gli azzurri hanno centrato la qualificazione agli ottavi di finale per la terza volta nella storia; prima di Re Carlo c’erano riusciti solo Mazzarri e Sarri e questo già la dice lunga. I partenopei hanno qualità, come ha detto Ancelotti nel postgara, e serve solo la scossa, la scintilla che può essere stata la gara contro i belgi. La cattiveria agonistica, il “sangue negli occhi” e la cazzimma messe in mostra stasera e nella campagna europea devono essere traslate al campionato; non serve cambiare tecnico, ma la voglia dei calciatori di voler dimostrare il valore e la qualità di cui dispongono. Re Carlo è l’uomo giusto al posto giusto, tecnico esperto e condottiero in grado di far superare alla sua nave le peggiori tempeste. Il Napoli ammirato stasera – si, abbiamo scritto proprio ammirato – ha messo in mostra sempre qualche problema da correggere, con un Fabian Ruiz apparso un po’ toppo stanco ed in ombra, ma ha visto anche un sacrificio encomiabile di Mertens, in pressing fino al limite della sua area con Milik a combattere con la difesa avversaria supportato dallo stesso belga qualche metro più indietro. Gioco veloce e spumeggiante, però, spesso di prima o, quantomeno, non più di due tocchi a testa, per smistare subito in verticale ed al compagno più libero. Tatticamente perfetta, questa squadra ha tutte le carte in regola per guardare al futuro con ottimismo e pensare ad una rimonta in campionato.

10 Dicembre 2019 22:39 - Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre 2019 22:39
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