Il provvedimento che riammette in servizio 22 agenti della Polizia Penitenziaria presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, sospesi a seguito dei fatti dell'aprile del 2020 e attualmente imputati nel processo in corso, è un ulteriore passo avanti verso la legittimazione del Corpo di Polizia Penitenziaria che continua a subire da anni attacchi palesi ed occulti. Così Aldo Di Giacomo, segretario generale del S.PP., sottolineando che a più di tre anni non è possibile attendere che la giustizia faccia il suo corso, facendo pagare preventivamente tutti, anche quanti non hanno avuto alcun ruolo, come accertato di recente, o un ruolo differente. Per noi – continua – è sempre più urgente la modifica radicale del reato di tortura (non l’abolizione), poiché così come previsto, di fatto impedisce di compiere qualsiasi tipo di attività di contrasto alle violenze che quotidianamente interessano tutti gli istituti del Paese, ne è riprova la condanna di 5 poliziotti penitenziaria a più di 5 anni di pena per avere solamente contenuto ed accompagnato di peso un detenuto che era diventato violento ed incontenibile. Si tratta contestualmente di incrementare le pene per i detenuti autori di aggressioni e violenze che invece per la gran parte restano impuniti; stilare chiare linee guida e protocolli per la gestione degli ingaggi che prevedono l’uso della forza fisica, nel caso sia necessario ripristinare l’ordine e la sicurezza all’interno delle strutture penitenziarie, senza incorrere nel rischio di essere incriminati per reato di tortura. La situazione è sfuggita al controllo dello Stato: Il numero di aggressioni agli agenti, in poche settimane, ha superato il 180% in più dello stesso periodo dello scorso anno, con conseguenze sempre più gravi per gli agenti; le rivolte sia nelle carceri che negli istituti per minori sono aumentate del 50%; le evasioni e i tentativi di evasioni hanno subito un incremento esponenziale; il ritrovamento di droga e di telefonini è pressoché quotidiano; in aumento inchieste e provvedimenti contro gli agenti in attuazione della norma sul reato di tortura: la situazione ha ampiamente superato il livello di sopportazione, con il rischio che ci possa essere una prima vittima fra il personale.