21 Maggio 2025 - Aggiornato alle 13:49
SPORT

Lecce-Napoli: 0-1. "Avanti tutta" di Giovanni Spinazzola

03 Maggio 2025 22:52 —

Un gol su una magistrale punizione tirata da Raspadori permette al Napoli di portar via tre punti preziosi che permettono di restare in vetta alla classifica e tenere a distanza l’Inter, ma quanta fatica! Un primo tempo giocato a buon ritmo con la squadra ben disposta in difesa con Olivera chiamato a sostituire l’infortunato Buongiorno mentre sulla fascia si è andato a collocare Spinazzola. Centrocampo con Lobotka, Anguissa e McTominay a cui è stato chiesto di tenere d’occhio di più la linea difensiva, mentre in attacco è toccato a Politano, Lukaku e Raspadori minacciare il reparto arretrato leccese. Ebbene nel primo tempo il Napoli ha menato la danza soprattutto con folate sulla fascia destra dove l’indiavolato Politano si è rivelato un incubo per i giallorossi incapaci di frenarlo. Le occasioni non sono state tante ma la pressione è stata asfissiante e il Lecce non è stato mai in grado di ripartire rendendosi pericoloso. C’è da dire che già al 2’ su un cross di Politano Lukaku era intervenuto con un rapido tocco mettendo in rete, ma il Var interveniva annullando il gol per un millimetrico fuorigioco. Dopo qualche minuto la partita subiva una sospensione per la protesta dei tifosi leccesi sulla decisione della Lega di far giocare la gara contro l’Atalanta a poche ore di distanza dall’improvviso decesso del fisioterapista Graziano Fiorita. Sul campo sono piovuti dagli spalti petardi e fumogeni che hanno costretto l’arbitro ad interrompere il gioco per una durata di otto minuti. Per inciso va detto che prima del fischio d’avvio Di Lorenzo, Antonio Conte e il vice presidente del Napoli Luigi De Laurentiis hanno deposto fasci di fiori sulla panchina leccese tra applausi e lacrime di commozione. Alla ripresa del gioco il Napoli ha ripreso ad assaltare il fortino dei giallorossi sfiorando la rete al 21’ quando, su un cross di McTominay, Raspadori in piena area non riusciva a controllare bene il pallone facendo sfumare l’occasione.  Due minuti dopo però l’attaccante azzurro si faceva perdonare. L’arbitro fischiava una punizione per fallo subito al limite dell’area. Gran conciliabolo tra McTominay e Raspadori, poi lo scozzese si andava a posizionare nella barriera leccese e quando partiva la perfetta parabola dal piede del n.81 azzurro, si chinava e il pallone diventava un proiettile imprendibile. Risultato sbloccato e il Napoli cominciava ad abbassare il ritmo riuscendo però a tenere in pugno la partita sfiorando il raddoppio al 43’ quando McTominay lanciava Raspadori nell’area leccese ma il tiro in diagonale lambiva beffardamente il palo di Falcone finendo fuori di pochi centimetri. Poco dopo però nel contrasto con un avversario al limite dell’area Lobotka finiva a terra subendo un colpo alla caviglia. Usciva dal campo ma rientrava. La ripresa si apriva con il raddoppio degli azzurri con un colpo di testa di Olivera ma la rete veniva annullata per un fallo in attacco di McTominay. In pratica era l’ultima occasione pericolosa del Napoli perché Di Lorenzo e compagni tiravano letteralmente i remi in barca limitandosi a controllare la partita così com’era accaduto contro il Torino. Bene, se però contro i granata gli azzurri erano sul doppio vantaggio, sull’1-0 i rischi di mandare tutto a ramengo per una qualsiasi fatalità sono tanti. Infatti al 52’ la squadra di Giampaolo impegnava severamente Meret con un tiro da fuori area di Helgason che con un gran balzo deviava il bolide in angolo. Pericolo sventato, vero ma nella stessa azione Lobotka risentiva dell’infortunio patito nel finale della prima parte della gara e usciva dal campo zoppicando. Entrava Gilmour, giocatore elegante, con buona tecnica individuale ma meno rapido nell’impostazione del gioco. Qui iniziava la sofferenza del Napoli che arretrava il suo raggio di azione anche in virtù del pressing operato dai padroni di casa alla ricerca del pareggio. Intendiamoci non è che Meret, dopo la gran parata, sia stato impegnato severamente, tuttavia la squadra di Conte non riusciva più ad uscire dalla propria tre quarti impegnata ad arginare gli attacchi avversari. Nel finale poi si è assistito più a giocate tipiche di quelle squadre di modesta caratura impegnate a difendere il risultato che non ad una squadra in lotta per la conquista dello scudetto. Immaginarsi il grosso sospiro di sollievo al triplice fischio dell’arbitro dopo ben sei minuti di recupero. E’ vero gli scudetti si vincono anche così però mancano ancora tre giornate alla fine e di cammino da fare ce n’è ancora tanto.

03 Maggio 2025 22:52 - Ultimo aggiornamento: 03 Maggio 2025 22:52
Commenti (0)


Per commentare questa notizia accedi all'applicazione o registrati se non hai ancora un account
Questo sito utilizza cookie tecnici per offrirti una migliore esperienza di navigazione sul sito.
Navigando su questo sito accetti l'utilizzo dei cookie.

Chiudi