Cala un altro poker il Napoli e stavolta lo mette sul tavolo dello stadio del Mare di Lecce. Una partita molto attesa vuoi per il buon momento della squadra pugliese tanto da guadagnarsi i galloni di rivelazione di questo scorcio di campionato, vuoi perché la squadra azzurra era chiamata a confermare i progressi denotati nel match contro l’Udinese. Di Lorenzo e compagni hanno superato l’esame a pieni voti disputando una gran partita sia sul piano tecnico che atletico. Ha ritrovato quegli schemi che gli hanno consentito di dominare la scorsa stagione e soprattutto ha ritrovato i suoi uomini faro che danno una marcia in più: Kvaratskhelia e Osimhen. L’ingresso del nigeriano al 46’ ha letteralmente fatto saltare il dispiegamento tattico dei giallorossi dando vita con il compagno georgiano ad uno show incontenibile di rara bellezza. Il raddoppio firmato “dall’ uomo mascherato” è stato un capolavoro calcistico da vedere e rivedere; non solo ma l’intesa tra i due con rapidi tocchi di prima precisi ha mandato in tilt la squadra padrone di casa. Se Garcia avesse lasciato in campo almeno altri 10’ il georgiano siamo convinti che si sarebbero viste delle belle perché sul 2-0 il Lecce è apparso inebetito, tramortito, incapace di ergere un muro allo straripante duo azzurro. Ma tra tre giorni incombe il match di Champions League con il Real Madrid e il tecnico francese molto probabilmente ha preferito far risparmiare minuti al suo gioiello. Non si è rivelata felice, invece, la scelta di inserire fin dal primo minuto Lindstrom non certo però per colpa sua. Il danese avrebbe dovuto dare sfoggio delle sue qualità di giocatore veloce e capace di superare il proprio avversario nell’uno contro uno ed invece è sembrato un pesce fuor d’acqua regalando in pratica nel primo tempo la fascia destra al suo avversario ben guardato però dal sempre ottimo Di Lorenzo. Un’ esibizione opaca che ha costretto Garcia ad inserire appena dopo l’intervallo Politano ed è stata tutt’altra musica. Tocchi di prima lanci in velocità intesa da applausi con Di Lorenzo e alla fine è arrivato anche il giusto premio con il perfetto rigore (palla da un lato portiere dall’altra n.d.r.) realizzato in pratica al fischio finale per un fallo in area subito da Gaetano. Sì, proprio il gioiellino napoletano rientrato dopo il serio infortunio subito nella partita scudetto dello scorso anno e che Garcia lo ha lanciato nella mischia all’83’ al posto di Zielinski, sempre in prospettiva Real. Ebbene cosa ti combina il n. 70 azzurro? Segna un gran goal su assist di Raspadori e poi viene sgambettato in area, evidentemente deve aver intimorito non poco i difensori leccesi, procurandosi il rigore. Un esordio migliore di questo non si può. A centrocampo ormai Lobotka ha ripreso pienamente in mano la bacchetta e dirige l’orchestra a modo suo. Palloni distribuiti a getto continuo verso gli attaccanti azzurri anche quando i padron di casa si chiudevano nella propria tre quarti, e ripiegamenti continui a proteggere la difesa. Al suo fianco Anguissa, in chiara ripresa vera roccia anche se pecca troppo nel dribbling davanti all’area avversaria quando sarebbe preferibile guardare meglio il piazzamento dei compagni. A chiudere la cerniera Zielinski ancora una volta efficace sia nei suggerimenti sia a spezzare la costruzione del gioco dei ragazzi di Aversa, sua la pennellata sul quale si è avventato Ostigard che ha portato in vantaggio il Napoli. Il norvegese, dal canto suo, insieme a Natan ha dato solidità al reparto arretrato che aveva accusato sbandamenti preoccupanti nelle prime gare. Certo i due centrali difensivi non hanno incontrato finora attaccanti di grande spessore, e la vera prova del nove la si vedrà contro i madrileni, però hanno dato quella sicurezza che era mancata. In definitiva un Napoli che ha ritrovato il suo gioco e i suoi uomini guida e sembra essere uscito da quel tunnel buio nel quale stava per essere inghiottito. La prova clou, come abbiamo accennato, si avrà martedì contro i blancos guidati da Carlo Ancelotti e vedremo se la strada imboccata è quella maestra.