Nella mattinata odierna, per delega del Procuratore della Repubblica di Napoli, si comunica che la Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare custodiale, emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 16 soggetti ritenuti, a vario titolo, gravemente indiziati di associazione di tipo mafioso, omicidi, lesioni, esplosioni di colpi d’arma da fuoco in luogo pubblico, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni e detenzione di sostanza stupefacente, commessi per agevolare il clan LO RUSSO e con l’aggravante del metodo mafioso.
L’attività investigativa condotta, dal febbraio 2021 al 2022, dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Napoli, Sezione “Catturandi”, e del Commissariato P.S. di Scampia, con l’ausilio della Squadra Mobile di Perugia e dei Commissariati di P.S. di Giugliano e di Anzio, ha consentito di raccogliere elementi probatori in ordine all’esistenza, struttura e operatività dei gruppi criminali Scognamiglio e Pecorelli, entrambi articolazioni del clan Lo Russo i quali, con estrema ferocia, si sono contesi la leadership nei quartieri napoletani di Miano, Chiaiano, Piscinola e Marianella.
La conflittualità tra le due fazioni ha suscitato enorme allarme sociale in virtù dei numerosi omicidi e alle c.d. stese, registratesi nei territori contesi e di seguito elencati:
- L’omicidio di Milano Salvatore, storico appartenente al Clan Lo Russo, avvenuto il 22 aprile 2021;
- L’omicidio di Avolio Antonio, avvenuto il 24 giugno 2021;
- Il ferimento di Di Caprio Salvatore, avvenuto il 10 giugno 2021;
- l’aggressione commessa in data 29.03.2021 in danno di alcuni dipendenti dell’Ospedale Monaldi di Napoli, a seguito di “un’irruzione militare” nel nosocomio, effettuata mediante un dipendente compiacente e per motivi legati alla compravendita dei posti di lavoro a favore di soggetti vicini al clan;
- l’estorsione al titolare di un bar del quartiere Miano avvenuta nell’agosto 2021;
- il sequestro dell’arsenale di armi comuni e da guerra del clan;
- Le esplosioni di colpi d’arma da fuoco in luogo pubblico, porto e detenzione di armi comuni e da guerra in relazione alle stese del 10.06.2021, 16.06.2021, 17.06.2021, 8.07.2021, 9.08.2021.
Questi ultimi episodi, in particolare, sono stati riscontrati anche grazie all’attività di comparazione balistica effettuata dal Gabinetto di Polizia Scientifica di Napoli che ha confermato la corrispondenza tra le armi sequestrate al clan e i bossoli rinvenuti in occasione di alcune delle suddette stese.
Contestualmente militari dell’Arma dei Carabinieri, del Nucleo Operativo della Compagnia Napoli Vomero, hanno dato esecuzione al medesimo provvedimento cautelare nei confronti di 3 soggetti ritenuti, a vario titolo, gravemente indiziati di associazione per delinquere di tipo mafioso e omicidio aggravato dal metodo e dall’agevolazione mafiosa.
Le indagini condotte dal Nucleo Operativo Napoli Vomero a partire dall’anno 2020 hanno consentito di accertare il perdurante legame tra gli elementi di spicco del gruppo Cifrone, disarticolato da pregresse misure cautelari, e le nuove leve dei gruppi emergenti e contrapposti Scognamiglio e Catone-Pecorelli, quest’ultimo erede diretto dei Cifrone.
L’attività investigativa, inoltre, ha permesso di identificare, tra i destinatari della misura cautelare, uno dei soggetti hanno che concorso nell’omicidio di stampo camorristico di Milano Salvatore, avvenuto mediante esplosione di 7 colpi d’arma da fuoco, di cui due al volto e i restanti alla nuca.
Contestualmente all’esecuzione dei suddetti provvedimenti, il G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e il Nucleo Investigativo Centrale di Roma della Polizia Penitenziaria, in collaborazione con lo S.C.I.C.O. e con la Compagnia Capodichino della Guardia di Finanza, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo d’urgenza dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 20 soggetti indagati per estorsione, usura, riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori ed emissione e utilizzo di false fatture, aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità agevolativa del clan LO RUSSO.
L’attività investigativa avrebbe permesso di accertare come un soggetto apicale del predetto sodalizio, benché recluso dal 2010 in seguito ad una condanna all’ergastolo per omicidio, abbia continuato ad impartire direttive agli affiliati per continuare a riscuotere i proventi delle attività estorsive utili allo sviluppo dell’organizzazione. Il predetto soggetto avrebbe, inoltre, gestito occultamente tre società e una ditta individuale esercenti le attività di commercio all’ingrosso di pellame, bar, lavanderia e autotrasporto, nonché un circolo ricreativo, veicolando dal carcere direttive tese al reimpiego di capitali illeciti sia nelle imprese di cui era socio occulto, sia in beni mobili e immobili intestati fittiziamente a terzi, nonché in orologi di lusso acquistati anche all’estero (Dubai) con pagamenti in criptovaluta. Infine, grazie ad una notevole disponibilità di denaro contante, avrebbe concesso prestiti a tassi usurari a imprenditori in difficoltà pretendendone la restituzione con metodo mafioso.
Su queste basi, sono stati sottoposti a sequestro 8 immobili, 12 lotti di terreno, 5 complessi aziendali, 2 autovetture, 1 ciclomotore e 90 rapporti finanziari per un valore stimato di circa 8 milioni di euro.