02 Ottobre 2023 - Aggiornato alle 20:32
CRONACA

Napoli: Di Giacomo (S.PP.), "video del detenuto da Nisida esecutore della stesa a Sant'Anastasia è offesa alla famiglia della bambina ridotta in fin di vita e sbeffeggiamento a tutti i cittadini"

02 Agosto 2023 11:36 — Borrelli: "Va denunciata anche la zia del detenuto"

“E’ semplicemente scandaloso assistere ai video diffusi, attraverso TikTok, dall’istituto per minori di Nisida, ad opera dell’esecutore della “stesa” di Sant’Anastasia che ha ridotto in fin di vita una bambina”. Così Aldo Di Giacomo, segretario generale del S.P.P. che aggiunge: “eravamo già abituati ai video dei detenuti-neomelodici e persino al più recente da Poggioreale-Napoli con detenuti che mangiano un gelato e mostrano uno spinello, ma questa volta vedere il sorriso del giovane detenuto di Nisida ci provoca un’indignazione più forte. È un’offesa prima di tutto alla famiglia della bambina e poi uno sbeffeggiamento a tutti i cittadini che chiedono legalità e vogliono che chi si è macchiato di gravi crimini paghi in una cella non certo in un set per video. Mettiamoci semplicemente nei panni di chi ha subito l’uccisione di una figlia, una violenza, una rapina che assiste allo spettacolo per rendersi conto del sentimento di forte indignazione e più che legittima rabbia che serpeggia. Purtroppo si sta diffondendo la tendenza a far diventare la detenzione in cella la location per usare i social e per girare persino video-musicali. Un fenomeno che ha assunto da qualche tempo l’effetto emulazione specie tra i giovani detenuti, secondo una convinzione molto diffusa di restare impuniti.

Ma ciò che più ci sconcerta – continua Di Giacomo – è che solo in queste occasioni quale si accorge che nelle carceri sono diffusi i telefonini anche quelli più tecnologici finiti persino nelle mani dei giovanissimi oltre che di boss, capo clan ed affiliati che hanno facile accesso ai social. Ma attenzione: se per i giovanissimi è “tendenza”, come sostengono magistrati anti mafia in trincea nella lotta alle mafie, l’uso dei social è invece dimostrazione di potere e contiene persino messaggi di comando inviati all’esterno. Noi lo stiamo denunciando da tempo: dalle carceri l’uso disinvolto del telefonino non deve essere consentito per sbeffeggiare le famiglie delle vittime e, contemporaneamente, lo Stato”.

Sul video di Nisida è intervenuto il deputato Francesco Emilio Borrelli che lo ha postato sulla sua pagina Facebook: “Sempre con il sorriso”- la scritta che accompagna il video di un adolescente sorridente postato su Tik Tok. Sarebbe del tutto normale e conforme alle abitudini di quell’età se non fosse per il fatto che l’adolescente in questione è il 17enne che aveva partecipato, lo scorso 23 maggio, assieme all’amico 19enne, alla stesa di Sant’Anastasia in cui era rimasta ferita alla testa una bambina di 11 anni con il padre e la madre colpiti dai proiettili vaganti.

Il video sotto accusa è stato girato dal carcere minorile di Nisida e formato da alcuni momenti presi da un video-colloquio con i familiari che poi l'hanno diffuso sui social cosa che è assolutamente vietata dalla legge. Dopo essere comparso su Tik Tok, diversi utenti lo hanno segnalato al deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Borrelli. Uno di essi dopo aver ripostato sui propri canali social, denunciandone l’esaltazione della vita criminale, ha ricevuto come risposta un video di una delle zie del ragazzo che lo ha minacciato: “Te levo ‘o core ‘a pietto! (“ti strappo il cuore dal petto”).

“Nelle ore successive all’attentato, che poteva essere una strage, era già emerso il profilo de due folli pistoleri. Violenti ed attaccabrighe e che utilizzano i social per esaltare la vita criminale a cui aspirano. Il 17enne, protagonista di questo filmato, è cresciuto in ambienti malavitosi, il padre fu ammazzato in un attentato camorristico.  Ora le parole e le minacce della zia danno ulteriore conferma su quel mondo pieno di disvalori in cui il ragazzo ha vissuto. Uno che per ripicca ha rischiato di ammazzare una bambina, di fare una strage ed aveva libero accesso ad armi da fuoco e mitragliette. “- dichiara Borrelli assieme ad Ines Barone, portavoce territoriale di Europa Verde- “Per questo continuiamo a dire che quei genitori che educano i propri figli ai valori della violenza, dell’omertà e della sopraffazione vanno fermati nel loro delirio "educativo". La loro diseducazione equivale ad un maltrattamento grave e come tale vanno presi gli analoghi provvedimenti.”.

“Discorso a parte va fatto, ora, per la zia. Deve essere denunciata per minacce e chiediamo che vengano presi provvedimenti. “- ha concluso Borrelli.

  

02 Agosto 2023 11:36 - Ultimo aggiornamento: 02 Agosto 2023 11:36
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