Il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, nella mattinata odierna, è intervenuto presso il Real Bosco al Capodimonte alla cerimonia del Giorno del Ricordo, istituito per commemorare la firma dei trattati di pace di Parigi, che attribuirono l'Istria e altri luoghi della Venezia Giulia, alla Jugoslavia.
Alla cerimonia hanno partecipato il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, autorità civili e militari. Il Sindaco nel suo intervento ha ricordato che "Napoli ha accolto con grande affetto e solidarietà i profughi che sono arrivati dall’Istria e dalla Dalmazia. Anche in quel caso la città ha testimoniato la sua grande capacità di accoglienza. I profughi, nonostante le difficoltà che stavano vivendo, hanno trovato a Napoli un luogo in cui stabilirsi, integrandosi pienamente nella comunità locale. In un mondo sempre più diviso, il messaggio che oggi viene da Napoli è quello dell’accoglienza, dell’inclusione e della fratellanza”.
Il Prefetto, nel suo intervento, nel ricordare la tragedia dei massacri delle foibe e l'esodo giuliano-dalmata, ha sottolineato l’importanza di conservare e rinnovare la memoria di tutte le vittime delle persecuzioni e di quegli eventi storici, che hanno comportato l'allontanamento dei cittadini italiani dalle proprie terre, nonchè la grande umanità e capacità di riscatto che hanno sempre contraddistinto il nostro popolo.
Il Prefetto ha evidenziato altresì la particolare resilienza di tutti gli esuli – le cui storie ha anche avuto modo di conoscere ed apprezzare, durante la sua permanenza lavorativa presso la città di Trieste – che, nonostante tante avversità e la perdita di affetti, hanno lavorato alacremente per ricostruire la propria vita e quella delle proprie famiglie.
Successivamente il Prefetto si è recato all’evento organizzato presso il Parco Vanvitelliano del Comune di Bacoli, alla cerimonia in memoria del Vice Questore reggente di Fiume, Giovanni Palatucci, arrestato dai tedeschi delle SS e internato nel campo di concentramento di Dachau, ove morì di stenti per aver aiutati numerosissimi ebrei a sfuggire alle persecuzioni razziali.
Il Prefetto ha sottolineato l’importanza della riflessione di donne e uomini del nostro tempo su quel passato lontano e su tutti gli insegnamenti che esso ci trasmette, del quale
Palatucci è stato un eroe perché ha agito preferendo il bene al male, il cui perenne scontro determina il destino delle persone.
Egli ha interpretato la funzione pubblica orientandola al bene, a ciò che è utile per la popolazione e per la dignità dell’umanità, rappresentando anche una testimonianza alla quale tutti dobbiamo ispirarci.