Nell’ambito delle attività di contrasto ai reati ambientali, l’Unità Operativa Tutela Ambientale della Polizia Locale di Napoli ha effettuato un’importante operazione finalizzata alla verifica delle attività all'interno di un capannone situato in un complesso industriale già monitorato, che ha portato alla scoperta di gravi irregolarità nella gestione dei rifiuti speciali.
Durante l’ispezione, una persona già nota alle Autorità per precedenti reati ambientali - R. A. le sue iniziali - è stata sorpresa mentre lavorava su rottami e cascami metallici. L’uomo era impegnato nella gestione di materiali ferrosi ed elettrici di scarto, derivanti dal disassemblaggio di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche e parti meccaniche di autoveicoli. Alla richiesta di documentazione che autorizzasse l'attività, R. A. non è stato in grado di fornire alcun documento valido, ammettendo di non possedere i titoli necessari né per l’idoneità sanitaria dei locali, né per le operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti.
Il capannone, con una superficie di circa 450 metri quadri, è risultato diviso in due aree comunicanti. Nella prima area erano presenti sei postazioni di lavoro per il taglio, lo smontaggio, la separazione e la pesatura dei rottami metallici. La seconda area era adibita a deposito di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, accumulati in grandi quantità in attesa di lavorazione.
Per interrompere la produzione di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, la polizia giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo dell’intero insediamento produttivo. Sono stati sequestrati anche tutte le strumentazioni e i macchinari professionali utilizzati per le operazioni di lavorazione, tra cui banchi da lavoro in ferro, utensili e una bilancia per la pesatura dei metalli. Ulteriori materiali sequestrati includono cinque flex, un compressore e un motore sollevatore elettrico.
Sono stati inoltre sequestrati tutti i rifiuti speciali generati, comprendenti circa 20 metri cubi di Raee, motori per condizionatori fuori uso, computer, parti meccaniche di auto e motori nautici, oltre a numerosi pneumatici usurati.
R. A. è stato deferito all’autorità giudiziaria per la gestione incontrollata di rifiuti speciali in un ambiente privo delle necessarie condizioni igienico-sanitarie.