Da stamattina, davanti al Palazzo di Giustizia di Napoli, ingresso Piazza Cenni, si sta svolgendo una manifestazione, indetta dalle associazioni ambientaliste, in merito all'istanza presentata dai legali dei fratelli Pellini, imprenditori di Acerra, condannati alcuni anni fa, in via definitiva, per disastro ambientale, che mirano a riappropriarsi del loro patrimonio per decorrenza dei termini. Infatti nel 2018 fu confiscato loro un patrimonio da 222 milioni ma si tratta di un provvedimento provvisorio, che deve superare i tre gradi di giudizio a causa del ricorso opposto dai tre condannati. Se i giudici della Corte d’Appello ritarderanno ulteriormente ad emettere la sentenza, ai Pellini potrebbe essere restituito l’intero patrimonio.
Alla manifestazione hanno preso parte il deputato Francesco Emilio Borrelli, padre Maurizio Patriciello, istituzioni e tante realtà del terzo settore tra cui Libera, Legambiente, Greenpeace, Federconsumatori Campania, StopBiocidio, Volontari Antiroghi di Acerra, Isde Campania, Le Mamme di Miriam, Noi Genitori di Tutti, Rete Cittadinanza e Comunità, Lello Volpe con i Bambini, Comitato Donne del 29 Agosto, Città Visibile, Agenda 21 Carditello e Regi Lagni, Guardie Ambientali Acerra, Pro Natura Campania, Per Le Persone e la Comunità, Aisa Sicurezza Ambientale, Amici della Terra, Agriambiente Campania, Collettivo Popolare di Acerra, Forum Ambientalista Campania.
“Oggi siamo qui per chiedere giustizia per il nostro popolo e la nostra terra e siamo fiduciosi che i giudici si adoperino per far sì che ciò avvenga. “-le parole di Alessandro Cannavacciuolo , uno dei portavoce degli ambientalisti acerrani.
Anche don padre Maurizio Patriciello, da sempre in prima linea contro i reati ambientali, ha commentato la situazione: “Non possiamo accettare che questi soldi vengano restituiti per un ritardo della sentenza, per un cavillo burocratico. Ma abbiamo fiducia nella magistratura. Oggi siamo qui per dare voce alla gente della nostra terra che soffre.”
“I fratelli Pellini già sono stati più volte scarcerati nonostante riconosciuti colpevoli di reati ambientali gravissimi. Se ora il patrimonio sequestrato dovesse essere restituito, parleremo di una grandissima ingiustizia, un insulto, uno spunto in faccia ai tanti morti nella terra dei fuochi. Questi soldi dovrebbero essere utilizzati per la bonifica dei territori contaminati e/o come risarcimento alle famiglie delle persone ammalatesi o morte.”- il commento invece di Borrelli- ”Sulla vicenda ho aggiornato Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin che mi ha assicurato massima disponibilità anche a verificare un intervento legislativo.”
Inoltre sia il deputato Borrelli che Cannavacciuolo sono stati aggrediti verbalmente da un esponente della famiglia Pellini imputati nel processo. Maria Ludando Pellini, moglie di Salvatore Pellini, ha inveito a voce alta contro il deputato dicendo che si vergogna dei parlamentari come lui che “fanno battaglie contro famiglie perbene come la nostra”.