Fisioterapia e riabilitazione sono due campi vasti ed antichi. Le prime tecniche manuali di cui troviamo memorie risalgono addirittura ai tempi di Ippocrate, intorno al 480 a.C. fino ad arrivare alla fisioterapia moderna, così come la intendiamo noi oggi, con il lavoro dello svedese Pehr Henrik Ling che fondò nel 1813 il Royal Central Institute of Gymnastics (RCIG), un centro dove effettuava massaggi, manipolazioni ed esercizi. Le tecniche adottate, sono andate affinandosi sempre di più con strumentazioni e protocolli innovativi e all’avanguardia. Ne ha parlato il Dott. Gaetano Di Caprio, fisioterapista, esperto del settore che ha risposto ad alcune domande.
«Dott. Di Caprio, il campo della fisioterapia e della riabilitazione, ha fatto passi da gigante negli ultimi anni. Quali sono attualmente le novità?»
«Prima di parlare di novità, è di fondamentale importanza suddividere le problematiche dei pazienti, cioè proprio, letteralmente, catalogare la loro sofferenza, se di carattere neurologico, ortopedico o addirittura psicosomatico ed emozionale. Necessario effettuare questa iniziale e netta distinzione in quanto, in base al paziente, vengono adottati differenti protocolli».
«In cosa consistono, quindi, questi protocolli, a chi sono applicati e, soprattutto, vorranno sapere i lettori, gli effetti e i benefici»
«Se affrontiamo problematiche neurologiche, è necessario partire dall’analisi cerebrale infantile, sindrome di Rett (è una rara patologia neurologica dello sviluppo n.d.r.), tutte le patologie neurologiche, anche quelle più gravi che portano all’ epilessia e possibile crisi spastica. Il protocollo – idrokinesiterapia – può essere applicato su pazienti emiplegici, paraplegici e tetraplegici, obiettivo ultimo, è quello di migliorare la qualità della vita del paziente, siano essi bambini, adolescenti o adulti, indipendentemente dall’aspetto anagrafico. In acqua, riducendosi notevolmente la forza di gravità e grazie anche alle spinte per il Principio di Archimede, gli esercizi risultano più semplici al paziente. Dopo un lavoro di condizionamento del corpo è possibile effettuare quegli esercizi fuori dall’acqua. È un tipo di attività che è fortemente indicata in un soggetto con ipertono o ipotono muscolare, è molto più agevole in acqua, poi, dopo aver abituato il corpo a riprodurre determinati movimenti ed esercizi, questi vengono successivamente riprodotti a terra. I tempi di recupero, chiaramente, dipendono dalla patologia specifica e dallo stadio più o meno avanzato. Si consideri che sono patologie di tipo degenerativo, il nostro scopo, è quello di rallentare questa fase. Le patologie di tipo degenerativo hanno una fase definita di stasi, in cui, vi è un rallentamento della fase stessa ed interveniamo il più possibile in questo lasso temporale, per ridurre il più possibile la fase degenerativa. È chiaro che il nostro obiettivo, è quello di far camminare i pazienti senza ausili e senza supporti, ad esempio, nel caso di una persona in carrozzina, puntiamo a farla camminare con un deambulatore».
«Negli ultimi tempi si sente spesso parlare di Ippoterapia».
«Il protocollo dell’Ippoterapia, viene principalmente adottato con i bambini ma non necessariamente, questo perché i più piccoli, talvolta, riescono ad essere molto empatici con gli animali. Si pensi ad un paziente affetto da tetraparesi, quindi rigido, con ipertono importante, quando è sul cavallo, si rilassa e riesce a fare degli esercizi specifici che, difficilmente, riuscirebbe ad espletare in altro contesto. Altre tecniche innovative e all’avanguardia sono la Fibrotomia graduale e la Rizotomia ma che vengono seguite da medici specializzati».
«Sull’efficacia dell’Ipnositerapia vogliamo capirne di più»
«Come accennavo all’inizio, esiste anche un dolore psico – emozionale che ha, poi, delle ripercussioni inevitabili sul corpo. Attualmente, quella più adoperata, è la tecnica dell’ipnositerapia regressiva. Quando un paziente subisce un trauma di carattere psico – emozionale, mediante la tecnica dell’ipnosi regressiva (si porta il paziente, con la mente, indietro nel tempo n.d.r.), è possibile, mediante degli esercizi specifici, elaborare quel particolare trauma, fino al punto di farlo diventare un ricordo non traumatico, un pensiero, che non abbia ripercussioni sull’aspetto psico – emozionale. Un trauma, questo proprio come assioma generale, porta tensione, che viene automaticamente scaricata sul corpo, colpendo anche caratteri pisco – somatici. Sulla mandibola, ad esempio, sulle articolazioni temporo – mandibolari, che porta il gesto di digrignare i denti e serrare la mascella, oltre ad avere ripercussioni sulla cervicale. È necessario, quindi, un duplice approccio, l’ipnositerapia regressiva, unita al supporto di massaggi mirati al corpo, finalizzati a scaricare le tensioni muscolari e decontratturare».
«Per quanto attiene il dolore neurologico, anche in questo caso, ci sono novità?»
«Si molte tecniche sono state apprese dall’estero, soprattutto dalla Spagna, in quanto particolarmente esperti in questa nuova metodica che combinate ad altre statunitensi, con l’ausilio e l’utilizzo di alcuni attrezzi, è possibile agire proprio sul nervo, lavorando sui fusi muscolari e resettano il dolore neurologico».