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CULTURA&SPETTACOLO

"Dardano e l’albero della vita”: un ponte narrativo tra Medioevo e contemporaneità

18 Novembre 2025 20:10 —

In Dardano e l’albero della vita, pubblicato da Edizioni Camaldoli, l’autore Gionata De Vico costruisce un racconto che tende un filo sottile ma solido tra due epoche lontanissime: il Medioevo dei monasteri benedettini e il nostro presente, spesso dominato da una visione razionale e frammentata dell’esistenza. Il risultato è un’opera breve ma densa — appena 104 pagine — capace di unire narrativa, riflessione filosofica e suggestioni spirituali.

Il ritorno di un monaco medievale in un mondo disilluso

Protagonista del libro è Dardano, monaco dell’anno Mille, depositario di un sapere medico che intreccia corpo, anima e spirito. La sua figura riemerge nel dialogo con un docente universitario contemporaneo, un uomo intrappolato nelle logiche di un mondo che ha perso il contatto con la dimensione più profonda della cura.

Attraverso questo incontro inatteso, De Vico mette in scena un confronto tra due modi di conoscere e interpretare la realtà: quello analitico e frammentato della scienza moderna e quello unitario, quasi cosmico, custode della tradizione monastica.

Medicina antica, natura e spiritualità

Uno dei temi centrali del libro è il recupero della medicina dei monasteri, presentata come un sapere che non separa mai il corpo dall’anima. I monaci medievali non erano solo custodi di testi antichi — da Ippocrate a Galeno — ma anche osservatori attenti della natura, convinti che ogni pianta racchiudesse un frammento della saggezza divina.

In questo contesto si inserisce il simbolismo dell’Albero della Vita: non solo immagine biblica, ma metafora di una conoscenza perduta, di una guarigione che nasce dall’armonia tra esseri umani e mondo naturale. Un’idea che nel romanzo prende forma in modo poetico, attraverso la ricerca di quelle proprietà che, come suggerisce la tradizione, Dio avrebbe disseminato nella varietà del creato.

Una narrazione meditativa che dialoga con il presente

Lo stile di De Vico è essenziale, quasi contemplativo. Non punta sull’azione, ma sulla capacità di evocare atmosfere e riflessioni. L’alternanza tra passato e presente permette all’autore di proporre una critica garbata ma incisiva ai limiti del pensiero contemporaneo, troppo incline a considerare l’essere umano come un insieme di parti da riparare.

Il professore moderno, attraverso il contatto con lo spirito del monaco, riscopre energie e significati dimenticati. È una metafora trasparente: la conoscenza antica non è un relitto del passato, ma una voce che può ancora dire qualcosa all’umanità di oggi.

Un libro per chi cerca profondità oltre la narrativa

Dardano e l’albero della vita si rivolge a un pubblico che ama i testi carichi di simboli e interrogativi. È una lettura che può affascinare gli appassionati di storia medievale e spiritualità, così come chi è interessato al rapporto tra scienza, natura e umanesimo.

Non è un romanzo di intrattenimento puro: il ritmo è lento, meditativo, e la dimensione filosofica è marcata. Ma proprio questa qualità lo rende un’opera capace di lasciare una traccia, offrendo spunti che superano la struttura narrativa per trasformarsi in una riflessione sul modo in cui oggi intendiamo la cura, la conoscenza e il nostro rapporto con la vita.

Giovanni Spinazzola 

18 Novembre 2025 20:10 - Ultimo aggiornamento: 18 Novembre 2025 20:10
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