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CRONACA

Sanità: Liste d'attesa, sospendere l'intramoenia. E' la richiesta del M5S al Ministro della Salute

19 Giugno 2018 17:53 — Ciarambino: “Ospedali funzionano come cliniche private, mentre è sospesa l’attività pubblica”. Ma l'intramoenia, per legge, non dovrebbe superare le liste d'attesa. E tutti fanno finta di niente.

“In una situazione emergenziale gravissima, con liste di attesa che in Campania arrivano fino 87 giorni per una colonscopia, con picchi di 101 giorni per una visita oculistica e di 78 giorni per una gastroscopia, senza considerare i tempi di attesa per interventi chirurgici di somma urgenza come quelli in campo oncologico, ad oggi l’unica via d’uscita per i pazienti della nostra regione sono le prestazioni in regime di intramoenia. E’ paradossale che in regime ordinario si debba attendere fino a sei mesi per una prestazione di qualunque tipo, anche di somma urgenza, mentre i tempi si riducono ad appena qualche giorno se l’intervento viene effettuato dallo stesso medico e nella stessa struttura, ma a pagamento. Così come è assurdo che ci siano ospedali pubblici che funzionano come vere e proprie cliniche private, senza pronto soccorso, mentre è quasi del tutto sospesa l’attività pubblica. In queste condizioni, aggravate dall’arrivo dell’estate e dai turni di ferie, l’unica soluzione possibile passa per la sospensione di tutte le prestazioni in attività libero professionale”. E’ quanto propone la consigliera del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino, che sulla questione invierà una nota al inistro per la Salute Giulia Grillo, particolarmente attenta alle vicende della sanità campana. “La Regione deve fornire un riscontro immediato sul monitoraggio dei tempi d’attesa delle prestazioni intramoenia e di quelle erogate in regime ordinario nel pubblico, affinché sia garantita adeguata proporzionalità come previsto dalla legge. Ove mai non fosse rispettata, non solo ci troveremmo di fronte a una violazione delle normative, ma si starebbe mettendo a repentaglio la vita delle persone. Il recente appello di una malata di tumore, che ha lamentato una lunga attesa per sottoporsi a un intervento chirurgico a causa della carenza atavica di anestesisti, è solo l’ultimo squarcio sul lungo elenco di bugie snocciolato da De Luca in occasione della conferenza autocelebrativa che ha avuto il coraggio di battezzare “Sanità, la svolta”. Un governatore costretto ad ammettere l’ennesimo slittamento della data di apertura dell’Ospedale del Mare, su cui il ministro ha aperto un'inchiesta, mentre gli attuali storici Pronto soccorso cittadini sono oltre il limite della saturazione. Il dimezzamento dei tempi di attesa di cui questo commissario ad acta si è fatto vanto, non trova conferma nei dati reali. Ad oggi soltanto il privato è in grado di garantire tempi rapidi nelle prestazioni. Nello stesso tempo, si fa fatica a pensare che un sanitario che operi privatamente e con parcelle stratosferiche, abbia interesse a contribuire allo snellimento delle liste di attesa nel pubblico. In queste condizioni, non c’è altra via d’uscita che liberare le risorse, specie gli anestesisti, dal regime intramoenia e dedicare tutte le eventuali prestazioni aggiuntive all'attività chirurgica in regime ordinario, almeno per le priorità e per le patologie per le quali è indispensabile intervenire in tempi ristretti”.  Fin qui Valeria Ciarambino. Quel che appare paradossale è che l'intramoenia, per legge, non dovrebbe superare le liste d'attesa. Difatti fu istituita solo ed esclusivamente per poter scegliere l'operatore ed il confort alberghiero. Ma la lista d'attesa dovrebbe essere unica e, quindi, non superabile dall'intramoenia.  Ma tutti fanno finta di niente. Dai direttori generali delle asl e degli ospedali fino agli organi preposti al controllo. Eppure in questi anni ne saranno arrivate di denunce agli organi competenti ed alla magistratura. Perchè questo silenzio omertoso e assordante?  Chi è complice e perchè? Eppure basterebbe spulciare gli elenchi degli interventi nei presidi ospedalieri per far venire a galla questa prassi del tutto illegale. Altrimenti in Italia ci sarebbe la Sanità dei ricchi e dei poveri. E tutta la politica, questa volta in sintonia, asserisce che non è così. A parole.

19 Giugno 2018 17:53 - Ultimo aggiornamento: 19 Giugno 2018 17:53
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