Sconfitta e addio quarti di finale di Champions League per il Napoli. Di Lorenzo e compagni contro un Barcellona privo di molti titolari ma pur sempre squadra di altissimo livello si sono arresi lasciando però non pochi rimpianti. Una partita che possiamo circoscrivere in tre fasi. La prima che ha visto i padroni di casa scendere in campo a suon di corrida con un gioco veloce e anche spettacolare che ha travolto gli azzurri. Quindici minuti d’inferno per i giocatori partenopei incapaci non solo di fermare uno scatenato Lopez ma anche di imbastire delle controffensive degne di questo nome. Sul 2-0 il Barcellona ha tirato un po' il freno e da questo momento fino alla metà del secondo tempo si è visto un altro Napoli più deciso più ordinato più efficace tanto da mettere sotto pressione centrocampo e difesa avversaria. Al 30’ è arrivata la bella rete di Rrahmani che ha dato spinta e speranze di poter riagguantare il match. In questa fase il Napoli è arrivato anche vicinissimo al pareggio e questo è stato il momento clou, perché il Barcellona ha ripreso di nuovo fiato grazie anche a cambi azzeccati e Meret ha dovuto fare gli straordinari per evitare la capitolazione fin quando all’84’ non è arrivata la mazzata della terza rete favorita da una dormita colossale di tutto il reparto difensivo. Ci preme a questo punto soffermarci su un punto che a noi è sembrato decisivo. Abbiamo fatto riferimento alle sostituzioni operate da Xavi; ebbene anche Calzona li ha fatti ma, ahime, hanno inciso in modo negativo sul gioco della squadra e ci riferiamo in particolar modo alle uscite di Mario Rui e Politano e all’ingresso di Olivera e Lindstrom. Bene, fino al 64’ il Napoli ha tenuto sotto pressione il Barcellona grazie ai due esterni. Il portoghese, dopo un inizio difficile, è salito di tono tanto da mettere in apprensione la difesa blaugrana. Splendida la sua pennellata sulla testa di Di Lorenzo che ha costretto Ter Stegen a compiere una prodezza per evitare il pareggio. Olivera ha caratteristiche diverse e non è riuscito a imprimere lo stesso ritmo del suo compagno di squadra andando anche in difficoltà nella marcatura del suo avversario. Nel finale ha colpito anche una traversa ma la partita era già quasi finita. Sulla destra è andata ancora peggio. Politano fino al momento della sostituzione aveva tenuto in scacco i difensori avversari tanto da propiziare con un passaggio preciso e intelligente per Rrahmani la rete della speranza. Calzona lo ha tirato fuori quando il Napoli era nel suo momento migliore mettendo Lindstrom e occorre dire che la scelta è stata davvero infelice. Il danese non solo non ha dato continuità al gioco della squadra facendo respirare gli spagnoli ma ha anche fallito la rete del pareggio a due passi dalla porta indirizzando il pallone fuori dai pali. Ecco queste sono le chiavi di lettura di quest’altra occasione sfumata di una stagione decisamente da dimenticare. Si può anche puntare il dito sulla sfortuna (Kvaratskhelia per tre volte ha sfiorato i pali della porta di Ter Stegen facendolo tremare n.d.r.), così come si può chiamare in causa l’arbitraggio decisamente mediocre con falli fischiati a senso unico e un rigore più che sospetto con fallo su Osimhen in piena area non concesso, ma anche stasera quei difetti che la squadra si porta dietro fin dall’inizio della stagione sono stati determinanti. Distrazioni palesi in difesa soprattutto di piazzamento e la rete di Lewandowski ne è la lampante dimostrazione. Certo il Napoli con Calzona è migliorato molto. Contro il Barcellona dopo i primi quindici minuti sarebbe potuto crollare ed invece è venuto fuori con caparbietà e determinazione mettendo in difficoltà la squadra di Xavi ma quando poi si va a stringere resta sempre con un pugno di mosche in mano e i rimpianti e la rabbia salgono. Ma tant’è. Si chiude il sipario sulla Champions League per il Napoli e chissà se si riaprirà nella prossima stagione.