01 Maggio 2024 - Aggiornato alle 13:18
CULTURA&SPETTACOLO

Campania: La programmazione dei teatri dal15 al 21 aprile

12 Aprile 2024 12:58 —

Teatro Lendi di Sant’Arpino (CE) info 0818919620, 3478572222 Da mercoledì 17 a venerdì 19 aprile 2024, ore 20.45

Teatro delle Arti di Salerno info 089221807 Sabato 20, ore 20.45, e domenica 21 aprile, ore 18.00

Ente Teatro Cronaca presenta Muratori di Edoardo Erba con (in o. di a.) Massimo De Matteo, Francesco Procopio, Angela De Matteo costumi Alessandra Gaudioso, scene Luigi Ferrigno musiche Floriano Bocchino, luci Salvatore Palladino aiuto regia Giordano Bassetti assistente scenografo Sara Palmieri assistente alla regia Roberta Rossi Scala regia Peppe Miale si ringraziano Teatro Bellini, Théâtre de Poche

La celebre commedia di Edoardo Erba, messa in scena per la prima volta in lingua napoletana, affronta un tema quantomai attuale: la crisi dei teatri sempre più sacrificati per fare spazio a lucrosi mega-supermercati. Tra esilaranti scambi comici e momenti di profonda riflessione, una storia di amicizia, rivincita e conflitti sociali che è un inno d’amore al teatro.

Note di regia

In una notte sospesa e infinita due muratori si insinuano illegalmente in una sala teatrale al confine con un supermercato per realizzare un muro abusivo. Il fine è quello di allargare gli spazi del contiguo esercizio commerciale su mandato del proprietario del palazzo che contiene i due locali.

Ma la magia di quel luogo che sta per essere violato vive rappresentandosi in presenze presunte, rumori sinistri, luci irregolari, inducendo perplessità e domande nelle menti e nei cuori dei nostri due anti-eroi.

Quando poi si palesa un’incantevole figura di donna, tale signorina Giulia, che appare ora all’uno ora all’altro, ecco che Germano e Fiore nella più assoluta inconsapevolezza, quasi prede di un sortilegio, accennano a citazioni di parole testi e immagini che rimandano al luogo che stanno abitando in quella strana notte.

E i due poveri lavoratori, cui la notte e la stanchezza avevano già offerto il destro per parlare dei massimi sistemi pur sempre in coerenza con la loro identità, si confrontano anche duramente fino addirittura a creare i presupposti per scombinare il sodalizio edile che avevano cercato di avviare, lasciando sul terreno di quella contesa i rottami delle rispettive esistenze.

Rottami che poi sono anche i rottami di quell’abusivo muro che stanno realizzando e che scopriremo se riuscirà a diventare impresa compiuta.

È il teatro che prova a sopravvivere sublimando se stesso in un viaggio infinito che vale proverbialmente più della meta.

Il testo di Edoardo Erba naviga tra rigogliosi orizzonti di concreta e raffinata comicità e, mai disdegnandole anzi sublimandole, piccole sorprendenti e sostanziali soste in acque che demandano ad un’acuta riflessione sulla condizione umana.

E se nella nostra lettura, la retorica potrebbe rappresentare facile inciampo, è nostro desiderio provare a denunciare che, se è vero come è vero, che il momento pandemico in essere costringe ad una crisi della cultura (di cui il Teatro è solo fra le più alte rappresentazioni), è pur vero che l’Autore già nel 2002 ci segnalava che c’era chi desiderava che la cultura fosse murata in un supermercato.

Ed è quindi sempre nostro compito provare, con umiltà, ad essere quella signorina Julie che crea le condizioni affinché i muri non si sostituiscano ai sipari. (Peppe Miale)

Note dell’autore

ll testo di Muratori è nato in Italiano. E a me pareva bello così. Ma lo lesse Franco Quadri e mi telefonò subito: senti, il testo è ottimo, ma la lingua non va, rende poco credibili i personaggi. Io ci vedrei un dialetto, o almeno una forte cadenza regionale. Così nacque Muratori in romanesco, frutto di un minuzioso lavoro del gruppo che l’avrebbe poi messo in scena: Massimo Venturiello, Nicola Pistoia, Paolo Triestino ed io. L’edizione romana fu un successo che si prolungò per sedici stagioni consecutive. Un piccolo record, per lo meno per la mia drammaturgia.

Esaurita questa versione – che ne aveva figliate due: una in tedesco e l’altra in friulano – oggi Muratori riparte da Napoli. Con un gruppo di lavoro fresco, competente, motivato. Per la napoletanizzazione del testo abbiamo lavorato tutti insieme, esattamente come s’è fatto per il romanesco: una settimana di studio e lavoro, di confronto serrato, parola dopo parola, battuta dopo battuta.

È rinato un testo di cui sono entusiasta. E grazie al lavoro di Geppi Liguoro, di Peppe Miale, di Massimo ed Angela De Matteo, di Francesco Procopio, di Luigi Ferrigno e di tutti gli altri – vorrei citarli uno a uno perché sono tutti meritevoli – ha generato uno spettacolo memorabile.

Vedendolo in scena al Campania Teatro Festival ho avuto l’impressione che appartenesse naturalmente alla tradizione del teatro napoletano. E per un pavese come me, credetemi, è un’emozione impagabile. Muratori non ha solo cambiato lingua, ha cambiato umore, è un’altra cosa.

Perciò chi ha già visto lo spettacolo in versione romanesca, può tuffarsi in quest’altro viaggio, con la certezza di trovarsi di fronte a qualcosa di assolutamente nuovo.

Napoli non è una città, è un mondo. E questo mondo è in grado di assimilare tradizioni diverse e farle proprie. Penso alle canzoni di Pino Daniele, dove il blues, la musica brasiliana e tante altre suggestioni, diventano carne e sangue di questa città, come se le fossero appartenute da sempre.

C’è a Napoli – ma non sono certo io a scoprirlo – una creatività diffusa, un’agilità di pensiero e una capacità di accoglienza unica e sorprendente. E io sono felice di sentirmi ostinatamente chiamare Eduardo invece di Edoardo, perché in quel cambio di vocale percepisco la stima e l’affetto di cui sono circondato.

Presentarsi come autore a Napoli è come fare un esame difficilissimo, davanti a un pubblico severo. Grazie al lavoro di questa splendida compagnia, credo di aver superato la prova. Ringrazio tutti, uno per uno, e mi auguro che questo sia il primo di una serie di lavori che trovino proprio in Napoli stimolo e ispirazione. (Edoardo Erba)

Teatro Auditorium Tommasiello di Teano info 0823885096 - 3333782429 Venerdì 19 aprile, ore 20.45

Malfi Music presenta Peppe Iodice in So’ Pep…Sempre di più  spettacolo di Peppe Iodice scritto con Marco Critelli e Francesco Burzo regia e terapia di Francesco Mastrandrea

Tutto il mondo sta provando a venire fuori da un periodo estremamente complesso: guerra, pandemia, crisi economica hanno cambiato le regole del gioco! E per gli artisti non ha fatto differenza, così quando nella scorsa stagione abbiamo pensato al nuovo spettacolo insieme a Peppe Iodice, ci siamo detti che forse ci avrebbe fatto bene usare questo nuovo show come un’occasione per liberarci dalle nostre paure, preoccupazioni, perplessità, e dove farlo se non in teatro? Da sempre nostro luogo preferito per esprimere emozioni.

Abbiamo così deciso di condividere con gli spettatori le riflessioni, i pensieri e la personalissima visione comica della realtà che ha reso Peppe un beniamino del pubblico.

La versione aggiornata di questo show è sempre più attuale, sempre più irriverente e sincera, sempre più vicina al ritratto di Peppe Iodice, uomo e artista, sempre di più Pep!

Insieme al pubblico proveremo a dare vita a una terapia di gruppo, alla nostra maniera, e vi sveleremo i nostri segreti, liberamente e senza filtri, tanto alla fine ‘resta tra noi’.

Teatro Partenio di Avellino Info 0825270961 - 3484072885 Venerdì 19 aprile, ore 21.00

Banco del Mutuo Soccorso in Orlando: Le forme dell’amore Live in formazione elettrica - Tour 2024  

Il tour del Banco del Mutuo Soccorso è un evento caratterizzato dall'enorme energia che la band sprigiona ogni volta che sale su di un palco: sette musicisti danno ogni volta vita ad un incontro fra artisti e pubblico che cancella il palco ed ogni altra barriera divisoria.

Due ore di concerto condito da aneddoti e “dietro le quinte” relativi a composizioni che ormai costituiscono materiale musicale “mitico”, e sono parentesi molto gradite dal pubblico fra un’esecuzione e l’altra dei brani.

La band è composta da Vittorio Innocenzi (organo e sintetizzatori, pianoforte, backvocal), Michelangelo Nocenzi (pianoforte e tastiere), Filippo Marcheggiani (chitarra elettrica, back vocal), Nicola di Già (chitarra ritmica ed acustica), Marco Capozi (basso elettrico), Dario Esposito (batteria), Tony D'Alessio (voce solista);

Uno spettacolo che vede centrale nella performance live l'esecuzione di alcuni brani dell'ultimo album Orlando: Le forme dell’amore, liberamente ispirato al poema "Orlando furioso" di Ludovico Ariosto, che ha avuto un lungo periodo di gestazione creativa (dal 2013 alla sua pubblicazione nel settembre 2022), ed i cui contenuti sono sorprendentemente attuali, perché espressione del disagio della globalizzazione davanti ai problemi dell'ambiente, della multi etnicità del mondo contemporaneo, espressa dalle tragiche vicende degli esuli da guerre contemporanee, come quella del Sudan, della Sira, dell'Ucraina.

Teatro Comunale Costantino Parravano di Caserta info 0823444051 Sabato 20, ore 20.45, e domenica 21 aprile, ore 18.00

Artisti Riuniti presenta Sal Da Vinci in Sal Da Vinci Stories uno spettacolo scritto da Sal Da Vinci, Luca Miniero e Ciro Villano messa in scena Sal Da Vinci, Ernesto Lama con Ernesto Lama supervisione artistica Luca Miniero musica dal vivo Christian Capasso, basso e contrabbasso Antonio Mambelli e Gianluca Mirra, batteria e percussioni Maurizio Fiordiliso, chitarra Giuseppe Fiscale, fiati e tastiere Sasà Piedepalumbo, fisarmonica e pianoforte scene Roberto Crea costumi Lisa Casillo disegno luci Francesco Adinolfi video Mariano Soria

L’idea è quella di uno spettacolo che unisca il cuore della canzone di Sal con la modernità, anzi con la quotidianità della tecnologia con la quale tutti i giorni ci confrontiamo: i social. Tutto si svolge su un palco, elegante, dal sapore neutro ed essenziale, gli unici elementi che hanno risalto sono un pianoforte con un computer adagiato sopra e un videowall sul fondo del palco. 

Sal armeggia al computer e prepara vere e proprie storie Instagram. Sono queste storie il filo conduttore dello spettacolo. Mentre le compone ecco l’occasione per parlare della sua vita con originalità al pubblico in sala.

Ma procediamo per ordine, con alcuni esempi. La prima storia Sal la realizza utilizzando alcune foto del padre che vengono proiettate sul videowall. Mentre appaiono lui le commenta, e commenta un pezzo della sua vita. 

Instagram diventa un modo nuovo, moderno e non autocelebrativo, per parlare di sé, e consente di far correre lo spettacolo su due binari. Da un lato la storia pubblica che davvero Sal mette on line una volta composta, ma anche e soprattutto la storia privata e intima raccontata con ironia al pubblico in sala.

Insomma il pubblico a casa o su Instagram vede il finale del discorso, il risultato, ma tutto il racconto emozionale che porta a quella storia si svolge sul palco. 

Ogni storia avrà un argomento, corredato di video e foto e scritte…con un testo e una canzone che l’accompagnerà. Il rapporto con il padre, vari personaggi della sua vita, i figli, gli esordi ai matrimoni, il successo, Scugnizzi, il rapporto con Pino Daniele, ma anche il rapporto con la madre, e con quel genio di De Simone…vogliamo conoscere la sua opinione su Napoli, e dove stava durante il terremoto ma anche come avvenne l’incontro con Mattone per Scugnizzi.

Dieci storie di vita e anche di Instagram perché Sal ha una vita che merita un racconto intimo. Un Sal inedito, intimo, un viaggio profondo quasi psicoanalitico fra Napoli, la musica e i colori di un artista che con l sua voce e la sua vita sfugge a tutte le etichette. 

Teatro Nuovo di Napoli Info 0814976267 Sabato 20, ore 19.00, e domenica 21 aprile, ore 18.30

Putéca Celidònia/Cranpi presentano Dall’altra parte. 2+2=? drammaturgia e regia Emanuele D’Errico con Emanuele D’Errico, Dario Rea, Francesco Roccasecca voce Clara Bocchino assistente alla regia Marialuisa Diletta Bosso costumi Giuseppe Avallone, sound design e musiche originali Tommy Grieco disegno luci Giuseppe Di Lorenzo, maschere Luca Arcamone realizzazione scene Mauro Rea

Tre gemelli eterozigoti si incontrano nell’utero materno. Sono appena stati concepiti e realizzano di essere tre geni, consapevoli che con il passare del tempo e l’avvicinarsi della nascita perderanno gradualmente neuroni fino a raggiungere la totale incoscienza natale.

Nascono sfide e competizioni interrotte da misteriose scosse esterne che scandiscono il passaggio del tempo. Ad ogni scossa qualcosa cambia: la loro postura, le loro capacità intellettive. Le informazioni vanno scemando. Il gioco diventa sempre più infantile, il loro linguaggio meno forbito. Ma alla quarta scossa qualcosa non va come le volte precedenti.

Teatro Diana di Nocera Inferiore info 3347009811 Domenica 21 aprile, ore 20.45 

NEST Napoli Est Teatro, Diana Or.i.s. presentano Premiata Pasticceria Bellavista di Vincenzo Salemme con Francesco Di Leva, Adriano Pantaleo, Giuseppe Gaudino costumi Chiara Aversano scene Luigi Ferrigno regia Giuseppe Miale di Mauro

Ci bastano gli occhi per guardare la vita? Premiata Pasticceria Bellavista racconta la differenza tra guardare e vedere. Una storia di cecità, di uomini e donne incapaci di osservare la vita e il mondo che li circonda.

Il racconto di una condizione sociale e culturale in cui ogni personaggio della commedia è incapace di affrontare il percorso che la vita gli ha messo di fronte e agisce fingendo di non vedere. Non a caso arriverà proprio un cieco ad aprire gli occhi di tutti e metterli al cospetto della verità che nessuno di loro ha il coraggio di dire e dirsi.

Paradosso Kafkiano che Salemme dipana lungo tutta la commedia con la sua penna ispirata fatta di battute fulminanti e tirate esistenziali che mettono in risalto un mondo ipocrita e vigliacco, guidato da una voce che viene dall’alto, la voce di una madre, figura creatrice come quella di Dio.

Una commedia in cui si ride a crepapelle anche se non ci sarebbe molto da ridere. Questa è spesso la forza della scrittura di Salemme: riuscire a raccontare le crepe dell'essere umano attraverso la risata, quella risata che ancora non ci ha seppellito e chissà se mai lo farà.

E proprio come faceva Eduardo De Filippo, Salemme riesce a raccontare attraverso le vicende di una famiglia il mondo intero, un'umanità che cammina con i paraocchi, che ha difficoltà nelle relazioni, che mira solo al profitto personale, che mente spudoratamente e non guarda mai in faccia la realtà.

Una storia amara ambientata nel regno del dolce: un laboratorio di pasticceria. E proprio una torta alla fine risolverà tutti i loro problemi e addolcirà quelle vite insipide, liberandole dal fardello di chi le aveva messe al mondo e condizionava ogni loro scelta. Anche se, forse, di chi ci ha creati così come siamo, non ci libereremo mai.

12 Aprile 2024 12:58 - Ultimo aggiornamento: 12 Aprile 2024 12:58
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