01 Maggio 2024 - Aggiornato alle 06:19
CULTURA&SPETTACOLO

Campania: La programmazione dei teatri dall'8 al 14 aprile

06 Aprile 2024 13:06 —

Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere Info 0823799612 Martedì 9 aprile, ore 21.00

Teatro Eduardo De Filippo di Agropoli Info 3247879696 Mercoledì 10 aprile, ore 20.45

Teatro Umberto di Nola info 0815127683, 0818231622 Giovedì 11 aprile, ore 20.45

Teatro Diana di Nocera Inferiore info 3347009811 Venerdì 12 aprile, ore 20.45

Teatro Partenio di Avellino Info 0825270961 - 3484072885 Sabato 13, ore 20.45, e domenica 14 aprile, ore 18.00

Artisti Associati presenta Vanessa Incontrada, Gabriele Pignotta in Scusa sono in riunione...Ti posso richiamare? commedia scritta e diretta da Gabriele Pignotta con Fabio Avario, Nick Nicolosi, Siddharta Prestinari aiuto regia Julie Ciccarelli, scene Matteo Soltanto costumi Valter Azzini, luci Pietro Sperduti, musiche Stefano Switala

Scusa sono in riunione...ti posso richiamare? Una frase tormentone per la generazione dei quarantenni di oggi, abbastanza cresciuta da poter inseguire successo e carriera, ma non abbastanza adulta da poter smettere di ironizzare su se stessa.

Donne e uomini con l'animo diviso tra ambizioni e bisogni di affetto, ma anche in fondo persone portatrici sane di un fallimento sentimentale vissuto sui ritmi frenetici di un'esistenza dipendente dalla tecnologia, che non lascia spazio a sane relazioni interpersonali.

Cosa succederebbe se queste stesse persone, per uno scherzo, si ritrovassero protagoniste di un reality show televisivo?

Un'attuale e acutissima commedia degli equivoci che, con ironia, ci invita a riflettere sull'ossessione della visibilità e sulla brama di successo che caratterizzano i nostri tempi. Gabriele Pignotta dipinge così il ritratto della sua generazione affidando alla travolgente e carismatica Vanessa Incontrada il ruolo della protagonista.

Cinema Teatro Italia di Eboli Info 0828365333 Martedì 9 aprile, ore 20.45

Teatro Ricciardi di Capua Info 0823963874 Mercoledì 10 aprile, ore 20.30

Teatro Metropolitan di S. Anastasia Info 0815305696 Giovedì 11 aprile, ore 20.45

Teatro Delle Rose, Piano Di Sorrento info 0818786165, 3385003816 Venerdì 12 aprile, ore 20.45

Auditorium Teatro S. Alfonso Maria de Liguori di Pagani Info 0815158061 Sabato 13 aprile, ore 20.45

Malfi Music presenta Peppe Iodice in So’ Pep…Sempre di più  spettacolo di Peppe Iodice scritto con Marco Critelli e Francesco Burzo regia e terapia di Francesco Mastrandrea

Tutto il mondo sta provando a venire fuori da un periodo estremamente complesso: guerra, pandemia, crisi economica hanno cambiato le regole del gioco! E per gli artisti non ha fatto differenza, così quando nella scorsa stagione abbiamo pensato al nuovo spettacolo insieme a Peppe Iodice, ci siamo detti che forse ci avrebbe fatto bene usare questo nuovo show come un’occasione per liberarci dalle nostre paure, preoccupazioni, perplessità, e dove farlo se non in teatro? Da sempre nostro luogo preferito per esprimere emozioni.

Abbiamo così deciso di condividere con gli spettatori le riflessioni, i pensieri e la personalissima visione comica della realtà che ha reso Peppe un beniamino del pubblico.

La versione aggiornata di questo show è sempre più attuale, sempre più irriverente e sincera, sempre più vicina al ritratto di Peppe Iodice, uomo e artista, sempre di più Pep!

Insieme al pubblico proveremo a dare vita a una terapia di gruppo, alla nostra maniera, e vi sveleremo i nostri segreti, liberamente e senza filtri, tanto alla fine ‘resta tra noi’.

Teatro Auditorium Tommasiello di Teano info 0823885096 - 3333782429 Giovedì 11 aprile, ore 20.45

Ente Teatro Cronaca e A.G. Spettacoli presentano Carlo Buccirosso in Il vedovo allegro scritto e diretto da Carlo Buccirosso con Gino Monteleone, Massimo Andrei, Elvira Zingone, Davide Marotta, Donatella de Felice, Stefania De Francesco, Matteo Tugnoli scene Gilda Cerullo e Renato Lori costumi Zaira de Vincentiis musiche Cosimo Lombardi disegno luci Luigi Della Monica aiuto regia Fabrizio Miano (in alcune repliche Gino Monteleone sarà sostituito da Mimmo Chianese)

Tre anni dopo la fine della pandemia, Cosimo Cannavacciuolo, vedovo ipocondriaco, stabilmente affetto da ansie e paure, inquilino del terzo piano di un antico palazzone situato nel centro di Napoli, persa la sua amata moglie a causa del virus, si ritrova a combattere la solitudine e gli stenti dovuti al fallimento della propria attività di antiquariato, che lo ha costretto a riempirsi casa della merce invenduta del suo negozio, e a dover lottare contro l’ombra incombente della banca concessionaria del mutuo che, a causa dei reiterati mancati pagamenti, minaccia l’esproprio e la confisca del suo appartamento…
La vita di Cosimo sarebbe stata molto più vuota e monotona senza la presenza di Salvatore, bizzarro custode del palazzo, e dei suoi due figli Ninuccio e Angelina, il primo in costante combutta con lo stesso, e la seconda votata al matrimonio e alla pulizia del suo appartamento.

Ed è anche per fronteggiare le difficoltà economiche del momento che Cosimo ha concesso l’uso di una camera dell’appartamento a Virginia, giovane trasformista di cinema e teatro che gli porta una ventata di spensieratezza che non guasta…

Ma la vera angoscia del vedovo antiquario è rappresentata dai coniugi Tomacelli, vicini di casa depositari di un drammatico segreto, che da mesi contribuiscono a rendere ancora più complessa la sua quotidiana e strenua lotta per la sopravvivenza!

Per tale motivo Cosimo si vedrà costretto a chiedere il parere del dottor De Angelis, ginecologo del quarto piano, entrato nelle grazie di Angelina in disperata ricerca di un buon partito, ma l’incontro con lo stesso non servirà a schiarirgli le idee…

Riuscirà l’inquilino del terzo piano ad uscire dal baratro nel quale è sprofondato da anni, senza apparente via di scampo?!Lo scoprirete solo venendo a teatro…

Carlo Buccirosso

Teatro Nuovo di Napoli Info 0814976267 Da giovedì 11 a domenica 14 aprile (giovedì ore 21.00, venerdì e domenica ore 18.30, sabato ore 19.00)

Emilia Romagna Teatro ERT - Teatro Nazionale, Compagnia Licia Lanera presentano  Love me due pezzi di Antonio Tarantino con Licia Lanera e con Vittorio Anthony Obiechefu luci Vincent Longuemare disegno sonoro Tommaso Qzerty Danisi costumi Angela Tomasicchio regia Licia Lanera

Nella stazione di Modena, su di una scala che collega il binario al sottopasso, giace privo di sensi uno straniero: la folla lo calpesta con le sue enormi valigie. In un locale a Bari vecchia uno straniero serve ai tavoli, indossa una maglietta su cui è scritto GUCCI, al collo porta un crocifisso enorme di oro.

Entrambe le cose, maglietta e collier, sono falsi. Su una spiaggia della Puglia una donna fa il bagno col velo sotto gli occhi allibiti dei bagnanti. Scoppia un temporale improvviso nel centro di Roma e dopo qualche secondo una grande quantità di stranieri è pronta a venderti un ombrello.

Mazzi di rose, ciabatte, pelli colorate, odori acri, occhi imploranti, barbe scure, urla. I mauritiani fanno i servizi, i cingalesi vendono le rose, gli africani maschi vendono le collanine, le nigeriane fanno le puttane, le donne dell’est sono badanti, le musulmane non lavorano perché i mariti non vogliono, i turchi fanno le pizze e il kebab, i marocchini lavano i vetri e fanno le rapine, i rom rubano e con i soldi si fanno i denti d’oro.

Sono gli stranieri delle nostre città, ognuno incastrato nel ruolo che gli abbiamo assegnato. La loro specie qui, è condannata in perpetuo ad essere straniera. Chi ha rubato la marmellata? L’uomo nero.

Teatro Magic Vision di Casalnuovo Info 0818030270, 3292180679 Giovedì 11 aprile, ore 20.45

Senza filtri Arteteca di e con Monica Lima e Vincenzo Iuppariello

Lo spettacolo Senza filtri, di e con Enzo Iuppariello e Monica Lima, da tutti conosciuti come gli esilaranti e irresistibili "Arteteca", è un lavoro caratterizzato da ritmi veloci, temi estremamente moderni e dalla totale assenza di scene, costumi e attrezzeria per renderlo adattabile a qualsiasi tipo di situazione.

Senza filtri è composto da una serie di monologhi e sketch durante i quali gli Arteteca si raccontano come coppia, parlando e discutendo della loro vita privata in modo ironico.

Ciò affrontando problematiche e argomenti riguardanti la famiglia, l'amore, il sesso e molti altri aspetti di vita vissuta!

Tutto lo spettacolo è sostenuto però dal loro modo di essere una coppia. Inoltre, in scena, si alternano una serie di personaggi pronti a dare colore e a fare da cornice allo spettacolo. Tra questi anche alcuni di quelli che hanno reso noto il duo al grande pubblico.

Teatro Comunale Costantino Parravano di Caserta info 0823444051 Da venerdì 12 a domenica 14 aprile  (venerdì ore 20.45, sabato ore 19.00, domenica ore 18.00)

Compagnia Umberto Orsini presenta Umberto Orsini in Le memorie di Ivan Karamazov drammaturgia di Umberto Orsini e Luca Micheletti dal romanzo di Fëdor M. Dostoevskij scene Giacomo Andrico, costumi Daniele Gelsi suono Alessandro Saviozzi, luci Carlo Pediani assistente alla regia Francesco Martucci regia Luca Micheletti

Un percorso all’interno dell’ultimo e forse più grande romanzo di Fjodor Dostoevskij, I fratelli Karamazov, che Umberto Orsini affronta per la terza volta nella sua carriera d’attore come una vera e propria linea guida e “cavallo di battaglia”.

Dopo il fortunato sceneggiato televisivo di Bolchi e La leggenda del grande inquisitore, questo “nuovo Karamazov” è per Orsini l’occasione di confrontarsi direttamente con la complessità del personaggio più controverso e tormentato dell’intera epopea letteraria: Ivan Karamazov, il libero pensatore che teorizza l’amoralità del mondo e conduce forse consapevolmente all’omicidio l’assassino di suo padre.

Ivan Karamazov, protagonista controverso e tormentato, colpevole e innocente insieme, ritorna a parlare, come un uomo ormai maturo che sente di non aver esaurito il suo compito, che sente il suo personaggio romanzesco troppo limitato per esprimere la complessità del suo pensiero e chiarire le esatte dinamiche dei “delitti” e dei castighi”.

E così si confessa e cerca di raccontare la sua storia. Compila le sue memorie e tenta di fare luce sui propri sentimenti e sulla propria filosofia, provandosi a svelarne le implicazioni criminali in un vero e proprio thriller psicologico e morale il cui più alto vertice resta l’immaginario poema di Ivan che narra del confronto metaforico tra un Cristo ritornato sulla terra e un vecchio inquisitore che crede che Egli si meriti il rogo.

Nella ricchezza d’un linguaggio penetrante quanto immediato e nell’avvicendarsi degli stati psicologici d’un personaggio “amletico” e imprendibile, Umberto Orsini è il grande protagonista d’un inedito viaggio nell’umana coscienza che non teme di affrontare tabù antichi e moderni (la morte del padre, l’esasperato vitalismo, l’incontro con il diavolo…) precipitando Ivan Karamazov nel suo personale “sottosuolo” dal quale egli compone delle allucinate eppure lucidissime memorie, quarant’anni dopo le vicende del romanzo di Dostoevskij.

L’attore, accompagnato da una musica in stringente e fervido dialogo emotivo con le parole ch’egli pronuncia, dà luogo ad una straziata e commovente confessione a tu per tu con se stesso e con i propri fantasmi, a metà tra la finzione letteraria e il “pirandelliano” dissidio con un personaggio in cui ritrova le espressioni più oscure del proprio “io”.

Note di regia - Ivan e il suo doppio

Il cuore drammaturgico e registico di queste nostre Memorie di Ivan Karamazov è quello d’una sofferta e sibillina riflessione sull’identità. Assumendo il romanzo come nucleo mitologico “a monte”, ci siamo chiesti chi sia Ivan. Un personaggio, d’accordo. Ma anche l’incarnazione romanzesca di un nodo ideologico cruciale e, quindi, un alter ego dell’autore…

Ivan è una creatura narrativa che, nonostante le diffuse connotazioni che lo descrivono e le molte pagine che Dostoevskij gli dedica, sfuma nell’imprendibile: è la maschera e il pretesto di logiche segrete, negate.

È un protagonista che si sottrae alla centralità, individuo che si rifrange in una pluralità di riflessi cangianti, è un’invenzione sospesa, quasi incompiuta. Identità plurime e osmotiche, cui nel nostro caso se ne affiancano anche altre, di natura metateatrale.

Sì, perché il nostro Ivan è anche un personaggio-ossessione, che accompagna cinquant’anni di carriera di un mirabile “capitan Achab” della nostra scena, un attore che insegue la sua balena enorme e veloce, la arpiona e si lascia trascinare… dapprima in uno sceneggiato-feticcio che la RAI manda in onda nel 1969, poi in diverse incursioni sottotraccia che sfociano in uno spettacolo sul solo “Grande Inquisitore” di un decennio fa, e ora in questo confronto a tu per tu con l’intera parabola romanzesca di Ivan, che è anche una personale ricapitolazione di luoghi e memorie.

Ivan e Umberto, il personaggio e l’attore che lo incarna, osservano la loro storia, esplorano i loro ricordi, riascoltano le loro testimonianze a più voci (che sono poi sempre una sola, quella di Orsini, che risponde oggi alla sua voce di cinquant’anni fa… incredibile occasione!), celebrando un accorato e solitario processo di sincronizzazione interiore. Doestoevskij abbandona Ivan al suo destino dopo il processo per il parricidio: è sembrato interessante ripartire da lì, dal processo.

Prigioniero di quell’aula, di un finale mai scritto, di una sentenza sbagliata, il nostro Ivan continua ad aggirarsi tra i frammenti della sua esistenza, osservati come prove materiali di fatti e memorie che riemergono a strappi, negli spazi di lucidità che gli concedono le febbri cerebrali, nel circolare affastellarsi di teorie e ricordi, in un girotondo giudiziario kafkiano e grottesco, sempre meno reale, che inesorabilmente scivola nell’ultraterreno.
Luca Micheletti

Note di Umberto Orsini

Sembra incredibile ma è quasi mezzo secolo che conosco il signor Ivan Karamazov. L’ho incontrato in uno studio televisivo di Via Teulada, a Roma, e da allora ci siamo guardati nello specchio e ci siamo confusi uno nell’altro al punto di identificarci o de-identificarci. L’ho costruito giorno dopo giorno quell’Ivan, gli ho dato un aspetto severo, l’ho fatto diventare biondissimo, quasi albino, gli ho messo un paio di occhialini tondi e dei colletti inamidati di fresco.

L’ho difeso da una sceneggiatura che lo penalizzava, battendomi per dare lo spazio adeguato all’importanza del suo “Grande Inquisitore”, inizialmente dato per troppo cerebrale e dunque probabilmente indigesto al grande pubblico.

Con lui, specchiandomi in lui, ho trascinato il pubblico ad un ascolto record in una puntata dei “I Fratelli Karamazov” che lo vedeva impegnato in una discussione sull’esistenza di Dio. È lì che ci siamo incontrati, negli anni settanta, e da allora è stato difficile, per chi in quegli anni ha seguito quella trasmissione, separare la sua immagine dalla mia.

E, a poco a poco, anch’io mi sono illuso di essere il depositario di quell’immagine, di essere diventato il suo doppio, il suo SOSIA, per dirla col suo autore, il signor Dostoevskij. E, negli anni successivi a quel primo incontro in cui gli avevo prestato le mie sembianze, ho sempre cercato di seguirlo anche fuori dal contesto del romanzo, immaginando per lui una longevità e un finale che il suo autore gli aveva negato.

Mi sono dunque preso la libertà di rappresentarlo come un personaggio che resiste nel tempo, e mi sono chiesto, e gli ho fatto chiedere, perché mai l’autore, il suo creatore, lo abbia abbandonato non-finito.

E questo non-finito me lo sono trovato tra le mani oggi, come in-finito e dunque meravigliosamente rappresentabile perché immortale e dunque classico. “La vera vita degli uomini e delle cose comincia soltanto dopo la loro scomparsa ….” è una frase di Nathalie Sarraute che ho inserito in questo spettacolo e che, in qualche modo, ne riassume il senso.

Sono grato a Luca Micheletti di aver condiviso la mia passione per i temi che lo spettacolo sollecita accarezzando la mia persona con grande cura e protezione. Come si conviene a due vecchi signori: il signor Ivan Karamazov e il sottoscritto.

06 Aprile 2024 13:06 - Ultimo aggiornamento: 06 Aprile 2024 13:06
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